Il Tribunale penale di Cassino, ieri 8 luglio ha dato piena ragione all'U.S.B. condannando Salvatore Ascione a tre anni e sei mesi di reclusione, all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e a risarcire il danno nella misura che sarà stabilita in sede civile.
L'U.S.B. non può che esprimere la propria soddisfazione dinanzi a questo pronunciamento che fa giustizia di una dolorosa vicenda che ha colpito, certo l'organizzazione sindacale U.S.B., ma in primo luogo i lavoratori che nella proverbiale correttezza e trasparenza del nostro sindacato avevano e fanno affidamento.
Il giudice, dietro la circostanziata denuncia dell'U.S.B. assistita dall'avvocato Giancarlo Corsetti, ha riconosciuto vero come Salvatore Ascione, carpendo la fiducia del sindacato e dei lavoratori, falsificando documenti ed arrivando ad aprire un conto bancario a nome del sindacato ma a sua esclusiva disposizione, abbia sottratto il denaro dei lavoratori per decine di migliaia di euro.
Che, con le stesse modalità, si sia fatto liquidare dall'INPS, somme relative a lavoratori disoccupati, in mobilità, in cassa integrazione.
Che, scoperto dai responsabili della Federazione di Frosinone, si sia impossessato della storica sede di Cassino di piazza Garibaldi, con tutte le suppellettili e tutti i documenti e, formato in famiglia, nell'arco di una manciata di ore, un fantomatico e sedicente sindacato: l'As.La.Cobas, abbia continuato ad esercitare il suo “mestiere” ai danni di ignari e malinformati lavoratori.
L'U.S.B. ha subito da questo signore in primo luogo un danno morale, compromettendo il rapporto fiduciario dei lavoratori che in un'organizzazione conflittuale come la nostra, lontana dalla concertazione e dal compromesso utilitaristico, non avevano e non hanno la benché minima idea che un interesse personale possa nascondersi dietro la nostra attività sindacale.
L’U.S.B. ha subito da questo signore un danno materiale, legato alla necessità di reperire una nuova sede, di dover far fronte alla sottrazione dei documenti dell'organizzazione e dalla confusione ingenerata negli iscirtti che facevano riferimento alla sede di Cassino.
Ma il danno maggiore questo signore lo ha procurato ai lavoratori che al sindacato avevano affidato la tutela dei propri diritti e una parte del loro salario.
E ancora, e non per ultimi, questo signore il danno lo ha procurato ai lavoratori che ha continuato ad irretire carpendo la loro buona fede col suo “sindacato” personale.
L'U.S.B. non può che gioire quando un simile personaggio è chiamato a rispondere della propria condotta nei confronti dei lavoratori, del sindacato e della giustizia.