Circa 3.300.000 euro. 208 unità lavorative su cui suddividerli. Quota pro capite “teorica”: 15.865 euro.
Questa è l’ultima versione, in ordine di tempo, propinata dall’Amministrazione al tavolo negoziale sull’importo dell’indennità destinata agli uffici di diretta collaborazione del Ministro.
Detto ingente stanziamento scaturisce da 2 decreti ministeriali (per una quota pari a 2.800.000 euro) e dal tristemente famoso accordo relativo al 2% del FUA istituito nel 2001 (per una quota pari a circa 500.000 euro che dal 2012 dovrebbe riconfluire nel FUA).
Mentre i percorsi ed i meccanismi che hanno portato, più di dieci anni fa, alla sottoscrizione di quest’ultimo accordo sono ormai stati chiariti, restano invece avvolti da una fitta nebbia i due decreti ministeriali istitutivi di dette indennità ed ancora oggi l’Amministrazione ha dichiarato di non essere riuscita a reperirli. Quest’affermazione ha dell’incredibile perché porterebbe a supporre che ogni anno una cifra “risibile” come 3.300.000 euro viene stanziata su qualche ignoto capitolo del bilancio dello Stato e destinata al Gabinetto del ministro per puro atto di fede e senza alcuna pezza giustificativa.
La USB MEF, in tutta questa vicenda, ha cercato di ricostruire il percorso delle indennità previste dalla norma e non soggette a contrattazione al fine di poter avere tutti gli elementi conoscitivi necessari alla contrattazione degli istituti finanziati dal FUA ed in parte destinati anche agli uffici di diretta collaborazione.
Questa attività conoscitiva, dettata oltretutto da ovvie esigenze di trasparenza, sembra aver provocato, nell’Amministrazione, la nascita immediata di un fortino top secret da difendere con qualsiasi mezzo ed in primis con ripetute menzogne. A tutt’oggi l’USB non solo non è riuscita ad ottenere i due DM suddetti, ma neppure un misero foglio con l’attuale organigramma del personale impiegato al Gabinetto del Ministro, ed in particolare di quello di supporto che è in carico al DAG.
Questa Organizzazione Sindacale, a suo tempo, aveva iniziato la battaglia sull’abolizione della quota del 2% all’interno di una revisione degli istituti finanziati dal FUA per riportarli ad equità e trasparenza. Gli eventi successivi hanno fatto emergere situazioni e comportamenti che s’intrecciano strettamente con la prassi dominante del potere che si estrinseca nella costituzione di vere e proprie zone franche e privilegiate.
Nel comunicato ”FUA 2012: l’operazione fondi e favori al Gabinetto del Ministro” del 20 giugno u.s., la USB MEF aveva già denunciato la costituzione di queste “isole felici”. In quello successivo del 27 giugno u.s. “Il gabinetto del Ministro”, invece, questa Organizzazione Sindacale si chiedeva quanto pesassero le retribuzioni complessive dei nuovi vertici del Gabinetto del Ministro provenienti da Bankitalia o organismi istituzionali.
Quest’ultimo dato, guarda caso, è ancora ignoto perché sul sito istituzionale del nostro ministero non compaiono questi illustri nominativi né, tanto meno, le loro retribuzioni complessive così come previsto dalla norma. L’Amministrazione, su specifica richiesta dalla nostra Organizzazione Sindacale, ha assicurato che l’aggiornamento avverrà sollecitamente.
Al di là delle informazioni che si avranno nel prossimo futuro, emerge comunque al MEF una situazione che, in qualche modo, riflette la situazione generale: da una parte l’arroganza e il privilegio riservato unicamente ad una cerchia di prescelti rigorosamente selezionati, dall’altra la “massa” che subisce i tagli insopportabili al salario diretto ed indiretto.
La riunione odierna ha confermato perfettamente quanto esposto mentre è stata quasi finta sull’altro punto all’ordine del giorno concernente il reperimento di risorse aggiuntive da destinare al salario accessorio.
Su questo argomento è stato sottoscritto un “complesso” protocollo d’intesa di ben 15 righe avente per contenuto “il nulla” e che non alleghiamo per rispetto di chi legge.
Invece si dovrà continuare a discutere del Gabinetto del Ministro poiché l’Amministrazione ha affermato che il personale di supporto assegnato agli uffici di diretta collaborazione rimarrebbe privo delle indennità per turni e reperibilità. Questa conseguenza sarebbe facilmente recuperabile con una formalizzazione della rotazione tra personale del gabinetto in decreto e personale di supporto, considerata l’ampia autonomia gestionale di cui godono gli uffici di diretta collaborazione. Questa misura renderebbe, infatti, omogenea l’anomalia salariale presente presso gli uffici di diretta collaborazione e sembra strano che non sia, in qualche modo, già vigente.
La USB MEF, in merito a questa vertenza, continuerà a ribadire le proprie richieste , già formulate da tempo e rimaste fino ad oggi disattese, compresa quella in ordine ai criteri di distribuzione delle risorse destinate ai lavoratori degli uffici di diretta collaborazione del ministro ed ai criteri di assegnazione di turni e reperibilità. È del tutto evidente che il persistere dell’atteggiamento dilatorio dell’Amministrazione avrà risposte sindacali adeguate.
Il 22 luglio p.v. è previsto un incontro con l’on. Pierpaolo Baretta, sottosegretario con delega al personale, ed in quella sede la nostra Organizzazione Sindacale, nel rappresentare le problematiche del MEF, insisterà anche sulle richieste di trasparenza ed equità riguardanti il gabinetto del ministro.
Nel frattempo la USB MEF continuerà l’azione anche di denuncia sulla violazione non solo del diritto all’informazione ma soprattutto sull’impossibilità di esercitare, sulla parte politica del MEF e sugli uffici di diretta collaborazione, quel controllo sulla trasparenza retributiva, sull’applicazione delle norme e delle regole (anche morali) che il MEF invece esercita istituzionalmente per tutta la Pubblica Amministrazione.