L’amministrazione usa i media per comunicare la riorganizzazioni dei servizi dei Nidi ignorando quei lavoratori che quotidianamente ne garantiscono il funzionamento e creando i presupposti per una patologia organizzativa.
Ancora una volta, veniamo a conoscenza dalla stampa dei progetti sui nidi d’infanzia e sulla loro “riorganizzazione” senza che tutto questo venga condiviso, non diciamo discusso, con sindacati, lavoratrici e lavoratori.
L’annuncio dell’anticipo della data delle iscrizioni non può che essere una buona notizia, ma purtroppo accompagnata da altre molto preoccupanti: la “revisione della composizione dei gruppi di bambini” e l’affermazione che il progetto elaborato dal coordinamento ”Eterogeneo è meglio”.
La necessità dell’azzeramento delle liste di attesa è sicuramente un obiettivo importante, ma non può essere raggiunto sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori dei nidi.
Aumentare il numero dei bambini e delle bambine in fascia piccoli vuol dire necessariamente potenziare l’organico, ripensare gli spazi e parlare con il personale della fattibilità di tutto ciò, col fine di garantire l’efficienza del servizio stesso.
Oltre agli annunci rimangono i fatti, la proposta di un progetto “Eterogeneo” che prevede l’inserimento di alcuni bambini/e in fascia piccoli nelle sezioni medi si traduce in un contesto ancora più delicato. Ad oggi in molti nidi il gruppo medi è già un gruppo misto, con esigenze diverse, e si prospetta che con la riorganizzazione i lavoratori si troverebbero a lavorare in una sezione di piccoli-medi-grandi.
Le lavoratrici e i lavoratori dei nidi non si sono mai tirati indietro sulle sperimentazioni e hanno accolto con entusiasmo le innovazioni.
Hanno dimostrato, lavorando in presenza nei due anni di pandemia, spirito di adattamento, capacità di risolvere problemi, trovare soluzioni, con modalità creative, dando prova di grande professionalità e attaccamento al servizio.
Perché allora non discutere con sindacati, lavoratrici e lavoratori di questi progetti?
Viene da pensare che questo gran silenzio, interrotto solo dalle conferenze stampa, sia dovuto al fatto che tutti questi bei progetti siano un sostanzioso aumento dei carichi di lavoro senza alcuna contropartita.
Inoltre la partecipazione dei lavoratori non è un capriccio, è prevista da precisi riferimenti normativi come la Direttiva della Presidenza del Consiglio - Dipartimento della funzione pubblica - del 24 marzo 2004 recante “Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni”, che ha il fine tra l’altro di diffondere la cultura della partecipazione, di realizzare sistemi di comunicazione interna e prevenire i rischi psico-sociali di cui al decreto legislativo N.626/94.
CHIEDIAMO RISPETTO PER I LAVORATORI E I LORO RAPPRESENTANTI.
USB P.I. ribadisce la necessità di un confronto urgente con l’amministrazione, che preveda il coinvolgimento dei lavoratori, in quanto una riorganizzazione dei servizi calata dall’alto può comportare una situazione ad alto rischio di “Stress Lavoro Correlato” come patologia organizzativa, con ricadute sul benessere organizzativo.
USB P.I. - Servizi scolastici ed educativi