La “brutta” storia si ripete, in perfetto stile “contrattazione nazionale” cigl, cisl e uil firmano i contratti senza un confronto e una vera delega dei lavoratori e delle lavoratrici. In questo modo, circa un mese fa, hanno stipulato l’ipotesi di accordo del nuovo contratto integrativo Leroy Merlin, Bricocenter e Sib.
Visti i precedenti è lecito pensare che l’ipotesi di accordo non subirà cambiamenti e il contratto sarà attuativo. A questo punto ci viene automatico fare qualche riflessione in merito a quello che consideriamo un ulteriore accordo farsa tra azienda e sindacati confederali senza nessun vera azione che migliori le condizioni di lavoro o salariali delle migliaia di lavoratrici e lavoratori Leroy Merlin, Bricocenter e Sib.
Volendo esaminare alcuni estratti ci stupiamo nel leggere che:
Prima di tutto chi questo integrativo lo ha firmato, la FILCAMS-CGIL, la FISASCAT-CISL, la UILTUCS-UIL, assistiti dalle RSA/RSU dei punti di vendita….Ci domandiamo quali? Quanti? Sarebbe utile conoscere i numeri degli iscritti a queste organizzazioni sindacali poiché a noi risulta che il numero in relazione alla forza lavoro sia molto esiguo.
E’ chiaro che tutto questo non può che preoccuparci ma al tempo stesso continueremo a vigilare e soprattutto confrontarci con i lavoratori e le lavoratrici. Questi “sindacati” senza deleghe, senza mandato e senza discussioni con chi questi “accordi” li subisce, dovrebbero essere gli stessi che come riportato all’ Art. 3 - RELAZIONI SINDACALI… Diritto di informazione e confronto a livello regionale… potranno confrontarsi con l’azienda “a fronte di significative iniziative di sviluppo o di processi di disinvestimento comportanti rilevanti impatti occupazionali”. Di fatto potranno continuare a svendere i lavoratori, i salari e i diritti alle logiche del mercato!!
Infatti come riportato all’Art. 4 - DIRITTI SINDACALI, Assemblee sindacali…”Lo svolgimento delle ore di assemblea, dovrà avvenire nel rigoroso rispetto di quanto previsto dal vigente CCNL in materia di Assemblea e della prassi vigente, ovverosia nelle giornate e nelle ore di minore intensità dell'attività di vendita.”
Ci ricordano come la discussione relativa alle problematiche del lavoro e dei lavoratori possa essere tranquillamente relegata in fondo all’elenco delle priorità, anzi se nell’elenco non c’è è anche meglio cos... E poi dobbiamo anche subirci la beffa dopo il danno e leggere che…”le parti si danno reciprocamente atto che il trattamento previsto dal presente accordo per l’istituito dell’assemblea costituisce un trattamento complessivamente migliorativo rispetto a quanto previsto dal vigente CCNL” solo perché è stato aumentato (di pochissimo) il monte ore previsto per le assemblee.
Rispetto all’> Fermo restando quanto previsto dal vigente CCNL in materia di Malattia, di cui si conferma integralmente il contenuto”…purtroppo ci dispiace notare che le nostre previsioni erano giuste e cioè che la FILCAMS-CGIL ha ritirato la “crociata” sulla non applicazione del nuovo CCNL in materia di malattia ai suoi iscritti confermando in toto invece quando riportato da quel contratto e cioè che “la nuova formulazione del CCNL ha stabilito che, al verificarsi dell’evento della malattia, per le prime due volte nell’arco dello stesso anno solare, il datore di lavoro per i primi tre giorni di malattia (carenza) è tenuto ad integrare il 100% della retribuzione giornaliera spettante al lavoratore, fermo restando che la continuazione della malattia e la ricaduta vengono considerati come un unico evento morboso, in pratica per i primi due eventi, non cambia nulla rispetto a prima.
- Al verificarsi del terzo evento di malattia, nell’arco dello stesso anno solare, invece, il datore di lavoro è tenuto ad integrare i primi tre giorni di assenza per malattia (carenza) non più al 100% della retribuzione giornaliera spettante al lavoratore, ma al 66%.
- Al verificarsi del quarto evento di malattia nell’arco dello stesso anno solare il datore di lavoro è tenuto ad integrare il 50% della retribuzione giornaliera, mentre a partire dal quinto evento in poi, nell’arco dello stesso anno solare, per i primi tre giorni di malattia (carenza) non è prevista alcuna integrazione a carico datore di lavoro”, con una conseguente perdita di salario in una già fin troppo difficile situazione economica accentuata dalla crisi in atto. Sono già esplicativi di tale situazione alcune buste paga di lavoratori e lavoratrici “decurtate” in alcuni casi anche di 150€ al mese. Noi pensiamo che sia legittimo e fisiologico ammalarsi più di tre volte in un anno, soprattutto per chi è costretto ad operare all’esterno con qualsiasi condizione atmosferica.
Altre due “importanti novità”, fatte passare per migliorative, ma che in realtà anche qui, vanno ad intaccare il salario, riguardano il nuovo calcolo dell’erogazione del Premio di Progresso e l’eliminazione del Premio sul Margine netto e del pagamento delle domeniche lavorate in straordinario.
Rispetto al Premio di Progresso è stato potenziata la percentuale dei due tassi che ormai da mesi per tutti i negozi in Italia sono negativi (quindi niente premio!!!??????!!!!!), a tal proposito non solo abbiamo il legittimo sospetto che ci stiano prendendo in giro ma di fatto ci dicono che, mediamente, per percepire il premio dovremo aumentare di molto la nostra “produttività” tradotto in aumento dei carichi di lavoro, della flessibilità degli orari, delle mansioni da svolgere con un inquadramento contrattuale non adeguato alle attività lavorative.
Il Premio Margine Netto, sempre “discreto” nei negozi ad alto fatturato, è stato eliminato in favore del Premio sullo scontrino Medio. Anche qui ci risulta che molti punti vendita siano in regressione da questo punto di vista. Dov’è sarà il guadagno?...
Per quello che riguarda le domeniche lavorate in straordinario, non sarà più pagata la maggiorazione dello straordinario domenicale ma verrà messa a recupero. Anche qui purtoppo altra perdita secca di salario.
Usb Lavoro privato respinge con forza questo accordo che penalizza chi lavora regalando altri “pezzetti” di salario e diritti all’azienda. Ribadisce che questi nuovi “patti” non migliorano le condizioni contrattuali ne di vita lavorativa. Convoca le assemblee nei punti vendita dove è presente e chiama al confronto tutti i lavoratori e le lavoratrici per discutere una nuova piattaforma che richieda VERAMNETE interventi seri e mirati al miglioramento delle condizioni contrattuale, salariale e dei diritti di tutte e tutti.