Confermato lo stop agli aumenti dei pedaggi su autostrade e raccordi autostradali Anas decisi con la manovra economica, che erano scattati dal 1° luglio scorso ma erano stati bloccati dal Tar del Lazio a fine luglio. Ma solo nelle zone dove sono stati presentati i ricorsi. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso contro la sospensiva presentata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dall'Anas. Ma ha anche chiarito che l'ordinanza con la quale il Tar del Lazio il 29 luglio scorso ha bloccato l'aumento dei pedaggi autostradali «deve essere interpretata nel senso di riferirsi non all'intero territorio nazionale, ma solo ai singoli segmenti stradali interessanti gli ambiti spaziali degli enti territoriali ricorrenti». Il ricorso al Tar Lazio era stato presentato dalla Provincia di Roma, da quelle di Pescara e di Rieti e da alcuni comuni dell'hinterland romano. Le tratte interessavano soprattutto le zone della Capitale.
«Anche il Consiglio di stato conferma che le nostre argomentazioni erano giuste e sacrosante - ha commentato il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti - Non solo, come poteva sembrare ovvio, dal punto di vista politico e sociale, ma anche da quello strettamente giuridico. Con la nostra forza e tenacia abbiamo vinto e dato un contributo determinante per seppellire questo odioso balzello che penalizzava in modo particolare chi vive, studia e lavora nel territorio romano».
«È evidente - ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienze - come ora le maggiori somme pagate ai caselli debbano essere restituite agli automobilisti, altrimenti si configurerebbero veri e propri reati a danno degli utenti». Secondo il Codacons la somma da restituire agli utenti per le maggiorazioni dei pedaggi ammonta a circa 8 milioni di euro. Per Federconsumatori e Adusbef lo stop ai pedaggi imposto dal Consiglio di Stato é «una
decisione importante, coerente con il pronunciamento del Tar, che comporterà, per le famiglie, un risparmio medio di 60 euro annui».
Si è conclusa, dunque, con tre ordinanze che hanno respinto le richiesta del Governo e dell'Anas, la discussione nel merito sulla vicenda degli aumenti sui raccordi stradali e autostradali Anas, che avevano colpito in particolare la Capitale. Già il 3 agosto il Consiglio aveva rigettato la richiesta di sospensiva delle ordinanze dei tribunali amministrativi Lazio e Piemonte avanzata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dall'Anas, che avevano presentato un contro-ricorso urgente contro la decisione dei Tar. Per il Tar l'aumento per essere coerente con la finalità annunciata, doveva assumere il carattere di corrispettivo per l'utilizzo di una infrastruttura e non quello di misura fiscale.