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COMUNICATI

INQUILINI E AS.I.A. RdB APPONGONO I SIGILLI ALLA SEDE CENTRALE DELL'ATER: DISMETTETEVI VOI

Roma,

Questa mattina decine di inquilini delle case popolari e il sindacato AS.I.A. RdB stanno presidiando la sede centrale dell’ATER, in via Tor di Nona 1, per chiedere che venga fermata la vendita del patrimonio pubblico e che l’ATER diventi un’agenzia per il diritto all’abitare, gestita direttamente da comuni e municipi.

‘Fermiamo la vendita del patrimonio pubblico, dismettiamo Petrucci e l’intero CDA, trasformiamo l’ATER da azienda in agenzia per il diritto alla casa’, si legge su uno striscione.

Gli inquilini stanno anche apponendo sigilli alle porte e agli ascensori con su scritto: pignorato.

In una città già stremata da un’emergenza abitativa dilagante e da un mercato degli alloggi inaccessibile sia all’affitto che all’acquisto per sempre più ampie fasce di cittadini, il ruolo delle amministrazioni pubbliche e di un’azienda come l’ATER è infatti a dir poco sconcertante.

Le indicazioni della Finanziaria berlusconiana o tremontiana erano chiare: vendere il patrimonio ex Iacp. Petrucci è il più fiero esecutore dell’ordine e più che pensare agli inquilini si preoccupa della cassa. È pronto a vendere buona parte del patrimonio per risanare il debito ed è anche pronto ad aumentare l’affitto a chi rimane inquilino di una casa ATER, nonostante il degrado delle strutture, la manutenzione carente e perfino il blocco degli ascensori.

La Regione Lazio ha una funzione fondamentale dentro questa situazione. Non può schierarsi a difesa di Petrucci contro Alemanno solo per affinità politica, ma deve assolutamente voltarsi dalla parte degli inquilini e dalla parte di chi oggi soffre in emergenza abitativa.

Il patrimonio pubblico non solo va difeso da atteggiamenti aziendalistici ma va rilanciato con risorse adeguate, già a partire dalla prossima Finanziaria regionale. Le amministrazioni devono gareggiare tra loro facendo prevalere l’interesse pubblico su quello privatistico e sostenere assieme la necessità che il governo Berlusconi, invece di chiedere il taglio delle case popolari, avvii un piano casa all’altezza della situazione.