Ancora una volta assistiamo a un balletto mediatico attorno ad una manovra finanziaria che si vorrebbe far passare per una necessità da digerire in silenzio, proprio mentre colpisce inesorabilmente e nuovamente i servizi sociali e i circuiti delle cultura indipendente, penalizza il mondo del lavoro e della cooperazione, dimentica e aggrava l’emergenza abitativa investendo sull’idea di una “città vetrina”, sulla politica dei cosiddetti grandi eventi (grandi per chi?), scommettendo sulla rendita immobiliare e il consumo di suolo.
Anche i progetti di housing sociale che si vuole, con una tempistica furbesca, associare alla discussione sul bilancio, non solo sono in realtà lontani a venire, ma prevederanno case ancora troppo costose che non serviranno ad affrontare e risolvere l’emergenza profonda in cui stanno vorticosamente cadendo tutti i settori sociali colpiti dalla crisi. In un contesto nel quale l’impatto della crisi nel 2009 classifica Roma come la capitale della precarietà in Italia, dove la precarizzazione del mercato del lavoro colpisce soprattutto le giovani generazioni strette tra contratti a termine, stage, lavori intermittenti e dove i tassi di disoccupazione giovanile sono tra i più alti d’Europa.
Le parole di Alemanno sono simili a quelle usate da Berlusconi: il termine “sacrifici” risuona come un tetro presagio insieme ad una generica e mediatica attenzione verso le famiglie e le fasce sociali deboli. La falsità di queste argomentazioni è evidenziata non solo dalla lettura del bilancio (fatti), ma soprattutto dal susseguirsi di iniziative che investono come controparte il Comune di Roma in questi giorni: il personale comunale sia precario che di ruolo a partire da quello dei nidi e delle scuole dell'infanzia, gli operatori sociali, i lavoratori dei canili comunali, i movimenti per il diritto all’abitare, le reti sociali per i beni comuni e per la difesa dell’ambiente, le associazioni e gli spazi sociali che producono cultura indipendente e tanto altro spesso oscurato dalla cappa mediatica che sindaco dopo sindaco continua ad avvolgere la nostra città. Rivendicazioni e lotte unite da un unico filo conduttore: la denuncia che gli “sprechi” vanno cercati nelle consulenze pagate a peso d’oro, nei tanti soldi dispersi in mani amiche, nelle ruberie di una classe politica ormai in buona parte completamente asservita agli interessi privati. L'urlo collettivo di chi si rifiuta di pagare ancora una volta il prezzo salato della loro crisi.
Proprio il “Bilancio Lacrime e Sangue” che il primo cittadino della capitale vuole propinarci, al rovescio, può rappresentare l’occasione di unire i tanti percorsi che dal basso si articolano, costruendo lotte ed agitando le acque della metropoli che quotidianamente attraversiamo e viviamo. Insieme possiamo smontare lo stile “piacione” che il sindaco ha utilizzato anche nella presentazione video ai cittadini - da novello Goebbels - , per aprire un contenzioso e una vertenza generalizzata sull’impostazione stessa della politica economica dell’amministrazione, mettendo in discussione, a partire da questa, l’idea di città che ancora una volta si vuole disegnare e far passare sulle nostre teste.
Possiamo iniziare così a tracciare un percorso che ci porti ad uscire dal vortice della crisi, mettendo all’angolo gli interessi privati e speculativi, riconquistando al contrario una nuova sfera di diritti sociali e di cittadinanza per tutti/e.
La stagione delle “grandi opere” verso le Olimpiadi del 2020 sarà definita economicamente ed urbanisticamente opponendo la “necessità” di tenuta della rendita ai nostri bisogni, alle nostre lotte e ai nostri desideri. Opponiamo noi, allora, la nostra fame di diritti, di cultura libera ed indipendente, di qualità della vita al loro bilancio ed alla loro idea di città. Conquistiamo insieme, gettando il cuore oltre l’ostacolo, reagendo, un'altra idea di città libera dal cemento e dalle privatizzazioni, dagli sfratti e dalle dismissioni, dai licenziamenti e dall’emergenza abitativa, dalla precarietà.
Incontro Pubblico per costruire la manifestazione in Campidoglio martedì 6 Luglio ore 18.00 presso Volturno occupato.