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Sfratti, la Prefettura di Roma conferma una situazione allarmante, mentre il governo latita sulle politiche abitative

Roma,

📌Domani tutt@ in via Monte Stallonara 90 per difendere dallo sfratto Marco, inquilino truffato dei PdZ.

Nella giornata di oggi, come Movimento per il Diritto all’Abitare, ASIA-USB e Cambiare Rotta abbiamo indetto una conferenza stampa davanti alla Prefettura di Roma per denunciare le criticità riguardanti le situazioni di sgomberi, pignoramenti e sfratti, l’ultimo dei quali realizzato con la forza pubblica ieri pomeriggio a San Lorenzo, mentre nella città iniziava lo spoglio delle schede elettorali.

Abbiamo chiesto urgentemente alla Prefettura di riaprire l’interlocuzione bruscamente troncata dopo la positiva risoluzione di viale del Caravaggio, ottenendo un incontro nella mattinata stessa con la delegata agli affari sociali della Prefettura, la dr.ssa Paciullo.

Non ci giriamo attorno: il quadro che è emerso è allarmante.

Come avevamo più volte spiegato, il numero reali degli sfratti in questa città è ben più alto del già esorbitante dato di 4,500 sfratti esecutivi (e quindi, passibili di utilizzo della forza pubblica) attestati al 1 luglio 2021, in quanto le esecuzioni sono sicuramente aumentate di diverse migliaia, e le richieste moltiplicate nell’ordine di ulteriori migliaia.

Di fronte a questo drammatico stato di cose, la delegata prefettizia ha voluto sottolineare che, specialmente a seguito della sentenza della Corte Costituzionale contro il blocco degli sfratti, il già criticabile meccanismo di monitoraggio degli sfratti che conoscevamo (accertamento patrimoniale; ricognizione delle fragilità sociali) in realtà sussiste solo per quei casi segnalati come socialmente vulnerabili a discrezionalità dell’ufficiale giudiziario. Una volta dunque accertata la ‘fragilità sociale’ dei singoli casi segnalati, la palla passerebbe a Comune e Regione per le soluzioni, fatta salva l’ulteriore discrezionalità dell’ufficiale giudiziario nel chiedere ai commissariati di zona l’intervento della forza pubblica.

Ecco dunque, ad esempio, come sarebbe avvenuto lo sfratto di Carlos, nella assoluta non-conoscenza (e quindi, non presa in carico) da parte di qualsiasi istituzione preposta.

Lo diciamo chiaramente: questo stato di cose è inaccettabile. Innanzitutto, la possibilità di ottenere una presa in carico da parte delle istituzioni non può essere subordinata alla valutazione del singolo ufficiale giudiziario. Tanto per cominciare, bisogna riconoscere la condizione di fragilità economica che accomuna la pressoché totalità di chi sta sotto sfratto, sgombero e pignoramento (condizione ulteriormente aggravata dall’inizio della pandemia). Vogliamo inoltre affermare un’altra cosa con chiarezza: per noi, il ‘Modello Caravaggio’ non è solo l’interlocuzione interistituzionale, ma casa per tutt*.

Dobbiamo continuare ad affermare (e, il più possibile, praticare) che senza un passaggio da casa a casa sicuro e permanente non si esce. Peraltro, abbiamo già sottolineato in passato come, per noi, lo stesso ‘modello Caravaggio’ vada superato dentro l’assunzione del fatto che trovare gli alloggi per chi soffre la crisi abitativa non è né un problema di emergenza risolvibile con la riserva di alloggi ERP, né una questione da affrontare come un problema di ordine pubblico. Ciò che serve è un nuovo piano di politiche abitative, che metta sul piatto tutto quel patrimonio pubblico (oltre che privato) che a oggi giace in condizioni di incuria, abbandono e degrado, qualora non venga poi venduto a grandi speculatori e fondi immobiliari per fare rendita.

Siamo comunque consapevoli del fatto che queste problematiche non siano affrontabili con incontri una tantum (per questo, ribadiamo la richiesta di riaprire al più presto un tavolo di interlocuzione che coinvolga le parti in causa dentro l’emergenza abitativa di questa città), né senza una presa in carico da parte di chi governa questa città, da ieri un monocolore in Regione, Comune e stragrande maggioranza dei municipi. Non esiteremo quindi a far sentire la nostra voce in tutte le sedi necessarie, mentre continueremo fin da domani (in via Monte Stallonara 90) a difendere chi rischia di vedersi togliere da un momento all’altro il tetto sopra la testa.

Come abbiamo detto chiamando la conferenza stampa, il diritto per l’abitare non può aspettare. Ci vediamo in città!

Movimento per il Diritto all’Abitare

ASIA-USB

Cambiare Rotta - Noi Restiamo