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La voragine dell’Ospedale del Mare specchio del malgoverno della Regione Campania e della Città Metropolitana di Napoli

Napoli,

Cosa rappresenta veramente il crollo dell’altro giorno verificatosi all’ospedale del Mare del quartiere Ponticelli? L'Ospedale del Mare, 20 anni per costruirlo - in piena zona rossa rischio Vesuvio e cioè da evacuare immediatamente ai primi segnali di attività del vulcano - ha prosciugato tutte le risorse e competenze determinando la chiusura di tanti ospedali, presidi ambulatoriali e pronto soccorso dell'intera provincia di Napoli. Tra questi i più noti ospedali chiusi sono: San Gennaro, Ascalesi, Annunziata, Loreto Crispi, Loreto Mare, Incurabili, ecc.

La Sanità di prossimità, quella vicina di quartiere e dei piccoli comuni è di fatto sparita costringendo i cittadini, specie le categorie più disagiate come i più poveri, gli anziani, ecc. ad affrontare viaggi per avere diagnosi e/o cure. Tutto questo con il disastroso sistema di trasporti che ci ritroviamo in Campania e a Napoli, con aziende pubbliche mandate al fallimento per favorire, come del resto con la sanità, unicamente interessi privatistici. Questo, a conti fatti, significa la rinuncia alla prevenzione e cura delle malattie. Un dato che è immediatamente saltato ancor più agli occhi con lo scoppio della pandemia da Coronavirus.

All' Ospedale del Mare nei mesi scorsi la Regione Campania ha impiantato, con una spesa di soldi pubblici di quasi 8 milioni di €, i famigerati moduli mobili e istituito il Covid Center, anche perché coscienti del deserto che avevano prodotto con i tagli al sistema pubblico sanitario e i finanziamenti ai privati. Questa di privilegiare il mercato si è confermata tra l’altro anche con il rimando ai laboratori privati l’esecuzione dei costosi tamponi molecolari per Covid 19.

Ma in questi giorni, il vasto e pauroso sprofondamento che si è verificato nel parcheggio, che per un soffio non ha provocato vittime, ha di fatto bloccato il Covid Center dove peraltro, come denunciato sui social dagli stessi operatori sanitari, alle prime piogge i moduli presentano vistose infiltrazioni d’acqua.

Il grave sprofondamento ci riporta all’altro grave tema di questa Regione che è la devastazione ambientale, il dissesto idrogeologico e in particolare l’inquinamento da rifiuti tossici dei territori - la famosa Terra dei Fuochi che alcune autorità provano a negare - a causa delle speculazioni affaristiche, le corruzioni e le complicità della politica e delle amministrazioni di cui le popolazioni campane sono le principali vittime in termini vivibilità, di morbilità e morte.

Come Pensionati della USB di Napoli chiediamo con forza, intanto che la Magistratura indaghi su questo nuovo disastro, soprattutto che gli organi preposti verifichino se altri crolli possano ripetersi nel sito ospedaliero di Ponticelli.

Diciamo basta alla logica della speculazione per il profitto che ancora ci viene confermato prevalere nelle scelte degli amministratori della cosa pubblica a discapito dei cittadini.

USB Pensionati - Napoli

 

13.01.21