Nei giorni scorsi, il Senato Accademico dell'Università di Bologna ha deciso di porre un ultimatum ai ricercatori che protestano: o accettano di tenere i corsi per avviare l'anno accademico oppure si farà a meno di loro. E' il metodo Marchionne che fa il suo ingresso negli atenei.
L’ultimatum ai ricercatori dell’Università di Bologna di oggi e la minaccia di licenziamento da parte del rettore Frati a Roma di qualche mese fa sono operazioni intimidatorie che l’intera comunità universitaria deve condannare. L’'apertura dell'anno accademico è in forse per il colpevole disinteresse alle prospettive dei ricercatori e dei precari della didattica e della ricerca, per i tagli ai bilanci, per una “riforma” che dequalifica didattica e ricerca e accelera lo smantellamento dell'Università pubblica.
L’anno accademico quindi non può cominciare senza fermare (e/o revocare) tutte quelle decisioni “emergenziali” che non affrontano il ritiro dei tagli ai bilanci e della “riforma” Gelmini su governance, sullo stato giuridico del personale, sul diritto allo studio e che non risolvono le questioni anche “sindacali” dei ricercatori e dei precari,. Non si può avviare un anno accademico con l'intimidazione e la repressione “baronale” della protesta senza aprire un confronto che rimetta al centro della discussione gli studenti e il loro diritto ad una formazione di qualità accessibile a tutti, riqualificata e libera dai condizionamenti dei poteri forti.
La pretesa baronale di “padroneggiare” in nome e per conto dell'Istituzione universitaria e della sua funzionalità deve misurarsi con i problemi da risolvere e non, come avviene in queste ore, con la forza delle “decisioni irrevocabili” prese per dimostrare la completa subalternità dell'università alla necessità di spegnere ogni conflitto nel paese, anche a costo di spazzare via ogni ragione e diritto delle sue componenti più deboli e sfruttate.
RdB USB respinge l’attacco ai ricercatori e precari universitari come a tutti gli operatori delle Amministrazioni Pubbliche e respinge lo smantellamento, tra queste, di Scuola, Università e Ricerca che sono i settori fondamentali per la formazione e la “produzione” di futuro per le generazioni giovani del nostro paese.
Ma la questione della difesa dell’Istituzione Pubblica, della sua qualità e della sua efficienza, della dignità e dei diritti dei suoi dipendenti non è risolvibile con un ritorno alle pratiche fallimentari dei sindacati concertativi (e dei partiti), ma va inscritta in un percorso di lotta che deve essere affrontato riaprendo il confronto con l’intera comunità politica e sociale del paese.
invitiamo tutte le componenti universitarie a partecipare:
ROMA - 25 settembre 2010
Assemblea Nazionale
precari scuola, università e ricerca