Il 20 febbraio, durante la manifestazione sotto al Ministero del Lavoro, promossa da USB a seguito dell’ennesima strage di lavoratori, si è svolto un incontro con la delegazione sindacale a cui ha partecipato il Capo di Gabinetto dott. Mauro Nori.
È stata questa l’occasione per ribadire, oltre alla denuncia delle condizioni della sicurezza e tutela dei lavoratori tutti, la richiesta della fine del far west degli appalti, una delle principali cause della precarietà e della mancata applicazione delle norme sulla sicurezza, ma anche per sottolineare le condizioni in cui versa l’organo preposto al controllo e alla tutela: l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Dopo la tragedia di Firenze i media stanno scoprendo, per poi però scordarsene il giorno dopo, che esiste una figura specifica preposta all’ispezione del rispetto dei dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro (cantieri, grandi e piccole fabbriche): l’ispettore tecnico.
Fino a pochi mesi fa erano presenti presso l’INL circa 200 ispettori tecnici per tutto il territorio nazionale. Se calcoliamo che le province in Italia sono più di 100 non bisogna poi stupirsi se a Firenze, per rimanere sull’attualità dell’ultima strage, c’è solo un ispettore tecnico: questo la dice lunga sui controlli che possono essere effettuati. Dei 1149 posti per ispettori tecnici messi a bando per il reclutamento, solo 670 sono stati coperti, mentre per quanto riguarda gli ispettori ordinari, 2200/2300 unità solo circa 1600 sono operativi. Il resto, a causa della forte carenza nel profilo amministrativo, viene impropriamente impiegato totalmente nelle funzioni proprie di questo profilo.
E la ministra Calderone non mettesse nel conto gli ispettori Inail ed Inps, che, ricordiamo, sono collocati in un ruolo ad esaurimento. Contrastare il fenomeno degli infortuni e delle morti passa anche attraverso il ripristino della legalità nei luoghi di lavoro, facendo emergere il fenomeno dell’evasione e dell’elusione previdenziale e assicurativa, e questo si può fare solo ridando ai due enti la facoltà di assumere nuovi ispettori prima che sia troppo tardi.
Il reclutamento dei nuovi ispettori ha avuto un risultato fallimentare: un gran numero di vincitori dei concorsi per ispettori tecnici e ispettori ordinari non ha preso servizio o lo ha abbandonato dopo pochi mesi.
Sicuramente tra i motivi di questa difficoltà di reclutamento la questione salariale è fondamentale (ricordiamo che i lavoratori dell’ispettorato sono tra gli ispettori pubblici i meno pagati d’Italia), strettamente connessa alla dinamica dei concorsi nazionali che pretende di spostare lavoratori a centinaia di chilometri di distanza dai loro luoghi d’origine con le conseguenti ricadute dal punto di vista della sostenibilità, a partire dal problema abitativo. Sappiamo tutti quanto costa un affitto in città come Milano, Roma, Bologna…Perché per una professionalità spendibile sul mercato, come quella di un architetto o un ingegnere, dovrebbe essere appetibile un posto da ispettore con un salario basso e una destinazione fuori sede?
Forse non è esattamente il “posto figo” di cui straparla il Ministro Zangrillo…
Ad aggravare la situazione sicurezza sul lavoro la strategia di questi ultimi anni, in cui le direttive assegnate hanno privilegiato, in nome del raggiungimento degli obiettivi e quindi della meritocrazia, la quantità anziché la qualità delle ispezioni, preferendo quelle last minute in luogo di quelle sui grandi luoghi di lavoro che impegnerebbero più personale per più giornate. Un esempio concreto che dimostra come la “meritocrazia” non sia finalizzata a rendere un servizio migliore alla collettività, ma è solo uno strumento di propaganda per i governi e di gestione per i dirigenti.
È evidente quindi che le recenti assunzioni di ispettori tecnici del lavoro la sicurezza sul lavoro sbandierate dal nuovo Governo si scontrano con le condizioni reali in cui versa l’INL e tutto il pubblico impiego.
Un miglior sistema di controllo per garantire la sicurezza sul lavoro passa per un investimento serio sull’INL e sul Pubblico Impiego in generale. Salari, concorsi e questione abitativa, organizzazione del lavoro, sono questi i temi sui quali andrebbe aperta una riflessione seria, invece di continuare a blaterare di “posto figo”!
Roma 22 febbraio 2024
USB Pubblico Impiego