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LO SCANDALO DEL CONTO TERZI E IL TENTATIVO DI ANNULLARE I DIRITTI DEI LAVORATORI RISCRIVENDO LE REGOLE SUL 50% DEI FESTIVI

Roma,

LO SCANDALO DEL CONTO TERZI E IL TENTATIVO DI ANNULLARE I DIRITTI DEI LAVORATORI RISCRIVENDO LE REGOLE SUL 50% DEI FESTIVI

LO SCANDALO DEL CONTO TERZI E IL TENTATIVO DI ANNULLARE I DIRITTI DEI LAVORATORI RISCRIVENDO LE REGOLE SUL 50% DEI FESTIVI

 

La disoccupazione nel Paese ha raggiunto i livelli di guardia, le ore di cassa integrazione sono al massimo storico e la prospettiva per centinaia di migliaia di lavoratori e quella di uscire definitivamente dal mondo del lavoro. Il taglio del 10% agli organici del Ministero, produrrà un forte aumento dei ritmi di lavoro e della fatica, oltre al rischio di avere 600 esuberi. L’Amministrazione e le OO.SS, ad esclusione dell’RdB/USB, con la sottoscrizione dell’accordo sul conto terzi, hanno legalizzato il “doppio lavoro” e la sperequazione economica tra i lavoratori, presso il Ministero per i Beni culturali. Ieri 15 settembre 2010, durante la contrattazione nazionale, l’Amministrazione ha informato le OO.SS. sul monitoraggio degli importi. Risulta che ci sono lavoratori, sindacalisti, rsu , quasi sempre gli stessi, che percepiscono somme semestrali che superano di molto i 5.000 euro annui previsti. Le prestazioni rese per conto terzi, più delle volte, sono contestuali con le attività istituzionali ordinarie degli istituti, che spesso non vengono garantite a causa della forte carenza di personale. Alcuni istituti “nascondono” i redditi percepiti dal personale, ponendo il problema della privacy. L’Rdb/USB ritiene la questione salario/reddito e l’occupazione, una delle priorità di lotta e su questo sarà indispensabile costruire una forte mobilitazione nazionale.

 

La Cgil, durante la stessa riunione di contrattazione, non si è fermata alla svendita del superamento del 30% delle turnazioni festive, fino al 50%, addirittura ha proposto, anche lo sforamento del limite concordato. E’ palese la volontà di questa O.S. di annullare, con la complicità dell’Amministrazione, i diritti conquistati dal movimento dei lavoratori, come il diritto alle 36 ore lavorative, al riposo settimanale, al salario ordinario e accessorio, alla salute e alla rappresentanza e rappresentatività sindacale. Un comportamento che va nella direzione del decreto Brunetta, quello dell’arretramento retributivo, dei diritti e della professionalità, passando attraverso l’ordinamento professionale.

 

La preintesa sull’ordinamento professionale (nuovi profili professionali), sottoscritta da alcune OO.SS. e non dall’RdB/USBMBAC, il giorno 21 luglio 2010, ha subito da parte dell’Aran molti rilievi, che non prevedono comunque alcun riconoscimento del mansionismo, anzi, confermano una maggiore flessibilità della professionalità del personale e tengono conto esclusivamente delle esigenze dell’Amministrazione.

 

Le nuove regole previste dalla legge Brunetta e dal decreto legge n°78 del mese di luglio del 2010, per la riqualificazione del personale tra le aree, progressioni verticali nelle fasce retributive, prevedono che la spesa è a carico del fondo unico d’amministrazione, soldi di tutti i lavoratori. Pertanto è possibile fare sia i riconoscimenti giuridici che quelli economici. In merito sarà emanata da parte della Funzione Pubblica una circolare interpretativa.

 

L’Rdb/USBMBAC ritiene che le problematiche dei lavoratori del settore Beni culturali, riguardino tutti i lavoratori, non solo del pubblico impiego, per questo è necessario condurre una battaglia nazionale e generale che coinvolga tutte le forze sociali e sindacali disponibili ad una lotta unitaria per la difesa del lavoro, dei diritti e della dignità.