Continua e si rafforza la mobilitazione contro il lavoro festivo nel commercio. Ieri 2 giugno, davanti al Super Conti di Vitorchiano, così come il 25 Aprile a Civita Castellana e prossimamente in altri centri commerciali.
Contro la precarizzazione dei contratti, lavoratori del commercio e della grande distribuzione sono colpiti da un
pesante piano di ristrutturazione, più di 6.000 esuberi sono i numeri dichiarati dalle multinazionali del settore che dopo avere macinato profitti e speculato sulle costruzioni dei centri commerciali, oggi minacciano di mettere sulla strada migliaia di lavoratori con relative famiglie.
La contrazione degli acquisti a seguito della crisi economica, è utilizzata dai colossi commerciali per fare cassa. Licenziano migliaia di dipendenti per riassumerne in modo più flessibile, incassando gli sgravi fiscali forniti dal governo imponendo ai lavoratori le normative contrattuali peggiorative previste dal Jobs Act.
Registriamo che nella notte, degli ignoti, hanno deciso di partecipare alla lotta incatenando cancelli di ingresso ed alcune postazione di carrelli dei supermercati superconti a Vitorchiano e Civita Castellana rendendo necessario l’intervento dei VVFF. Sembra che questi ignoti abbiano deciso di partecipare alla lotta con modalità che richiamano le catene della schiavitù di un lavoro salariato sempre più precario sempre più ricattabile in epoca di jobs act.
Centri commerciali con lavoratori più flessibili e precari, altro che difesa dell’occupazione questa è una ristrutturazione in grande stile del settore della distribuzione commerciale fatto sugli interessi delle multinazionali. Il lavoro festivo è una parte di questo inganno, non si rispettano più neanche le feste pagate contrattualmente dove il lavoratore non è obbligato a prestare la sua attività! Ma se non vai al lavoro ti spettano turni infernali e reparti confino!
Il lavoro festivo non ha creato più lavoro rende precario quello esistente, sempre più incerto sempre più flessibile grazie agli accordi dei padroni con i sindacati compiacenti! La lotta per la riconquista deve partire dalla rivendicazione quotidiana di diritti persi in più di 30 anni di concertazione tra le parti sociali. Solo la lotta paga.