Si è tenuto questa mattina un ennesimo incontro all’Aran sulla prosecuzione del confronto per la definizione dei comparti di contrattazione nella Pubblica Amministrazione, così come previsto dalla Legge di Riforma decisa dal Governo.
Nel corso dell’incontro sono chiaramente emerse le enormi e concrete difficoltà causate dalla Riforma Brunetta, quali il pesante arretramento retributivo, dei diritti e della professionalità di tutti i lavoratori pubblici. Tale riforma, attraverso la compressione da 11 comparti di contrattazione a 4 “compartoni”, mira infatti al livellamento delle retribuzioni dei pubblici dipendenti: dal buono pasto ai fondi unici di Amministrazione, passando per l’ordinamento professionale, tutto verrebbe riallineato sul parametro più basso tra i valori degli ex comparti accorpati.
La disponibilità mostrata da Cgil Cisl Uil a continuare il confronto con Aran su come “fare i contratti nazionali di compartone” risponde alla necessità di nascondere ai lavoratori gli effetti nefasti della Riforma, attutirne l’impatto e nello stesso tempo dare una mano al Governo nella gestione della Riforma stessa.
RdB-USB P.I ha pertanto ribadito la propria totale contrarietà alla Riforma della P.A. e ha riaffermato la assoluta necessità di modificare la Legge Brunetta per cercare di neutralizzare i gravissimi effetti che, a partire dal tavolo sui comparti, si stanno manifestando nei posti di lavoro.
Secondo RdB-USB P.I, è sempre più evidente che in questa trattativa le organizzazioni sindacali concertative non partono dai bisogni dei lavoratori, ma da interessi soggettivi che nulla hanno a che vedere con la democrazia nei luoghi di lavoro. In questo contesto le elezioni delle RSU sembra essere l’ultimo dei pensieri di Cgil, Cisl Uil.
Aderente
alla FSM