Anche a seguito della firma del “Patto per la sicurezza”, da parte del sindaco Lepore e del ministro dell’Interno Piantedosi, è da giorni che assistiamo a maxi retate nei quartieri popolari dal forte impatto mediatico e dall’evidente utilizzo politico: è la famigerata questione della “sicurezza percepita” che sposta voti e consensi ma che nulla o poco c’entra con la lotta al degrado e alla tutela dei cittadini e cittadine. Ha invece a che fare molto con il degrado politico, sociale ed economico del nostro Paese e del nostro territorio.
La realtà dei quartieri popolari è quella di essere martoriati da anni dalle chiacchiere securitarie e antidegrado mentre proseguono tagli ai servizi territoriali e al welfare e nulla viene messo in campo contro l’impoverimento di sempre più ampie fasce della popolazione. Anzi ci tolgono quel poco che c’è come il Reddito di Cittadinanza.
Non è un caso che in un momento come questo, dove sempre più persone e famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese, dove peggiorano le condizioni di vita e di lavoro, vediamo aumentare sia operazioni spettacolari di polizia, sia la repressione contro chi organizza lotte per difendere diritti costituzionali sempre più negati.
Difendere il proprio posto di lavoro, chiedere un giusto salario, rivendicare il diritto alla casa, allo studio, ai servizi sociali e sanitari, ad un ambiente sano, creare spazi di socialità diventano reati da perseguire, comportamenti da reprimere.
Il disagio sociale non si risolve con la polizia, ma offrendo delle condizioni di vita dignitose: con la casa, con il reddito, con un costo della vita sostenibile, in altre parole con una città a portata di tutti e tutte.
USB Bologna
Federazione del Sociale USB