È ormai passato oltre un mese e mezzo da quando, il 16 ottobre, i lavoratori della Prosus di Vescovato in provincia di Cremona hanno occupato l’impianto contro i licenziamenti, che la proprietà vuol fare prima di vendere la fabbrica.
Sabato 2 dicembre i lavoratori Prosus sono scesi in piazza con USB, a centinaia insieme alle loro famiglie e ai tanti altri operai arrivati in solidarietà, così come una folta rappresentanza di studenti medi ed universitari.
Da settimane gli operai resistono, arrampicati sulle giostre dove normalmente vengono appese le mezzene dei maiali. Prosus, realtà leader per la produzione del prosciutto di Parma, ha deciso che per riappianare i propri debiti l’impianto vada ceduto, ma senza i lavoratori degli appalti che, dopo aver portato l’azienda all’eccellenza, saranno sbattuti per strada.
USB sostiene a pieno le rivendicazioni dei lavoratori del macello Prosus: di fronte ad una simile arroganza da parte dell’azienda non faremo un passo indietro. Nessuno degli operai del macello deve perdere il lavoro, eventuali nuovi acquirenti ci troveranno ancora al nostro posto: a difendere l’impiego di chi per anni si è spezzato la schiena e che l’azienda adesso vuole ripagare con il licenziamento.
La protesta degli operai Prosus continua ad oltranza, fino a che non saremo sicuri che potranno mantenere il proprio posto di lavoro.
Unione Sindacale di Base