Lunedì 20 novembre si è tenuta a Milano, presso il Circolo Familiare di Unità Proletaria di Viale Monza 140, la presentazione della piattaforma rivendicativa di USB per il settore della Cultura.
La definizione di una piattaforma unitaria da discutere pubblicamente – che tenesse insieme appalti e lavoro autonomo/atipico, ma riaffermasse anche il carattere pubblico della cultura e del nostro patrimonio – nasce dalla necessità di ricomporre la frammentazione in cui versa il mondo culturale, organizzando lavoratrici/lavoratori intorno ad obiettivi comuni. Ma anche dalla consapevolezza che occorre affrontare in maniera collettiva, risoluta e concreta i problemi che da ormai trent’anni affliggono il settore, ancora troppo poco sindacalizzato e a bassa conflittualità, spesso esaltato come “fiore all’occhiello” del Paese nei proclami della politica ma dove precarietà, sfruttamento e lavoro sottopagato sono all’ordine del giorno.
Durante l’assemblea sono intervenuti/e i delegati/le delegate e i lavoratori/le lavoratrici del settore. I Musei Civici di Verona, che grazie al percorso intrapreso con USB sono riusciti/e a ottenere dal Comune l’impegno a vincolare i prossimi bandi dei servizi culturali all’applicazione del contratto Federculture; ma anche i Musei Civici di Milano, che hanno denunciato ancora una volta le loro condizioni di lavoro fatte di instabilità contrattuale, paghe basse e mancato riconoscimento professionale, con l’intenzione di proseguire la lotta per ottenere miglioramenti immediati e l’inserimento del contratto di settore nel prossimo bando di gara. Importante la presenza all’assemblea di Vincenzo Lauricella dell’USB Vigilanza, che ha parlato del CCNL Servizi Fiduciari in relazione al suo dilagare negli appalti di musei e istituti culturali, in quanto utilizzato come strumento di ribasso del costo del lavoro. Si è parlato inoltre di lavoro autonomo e atipico, tema affrontato da Slang-USB nella prospettiva di sindacalizzare quelle professioni culturali costrette a collaborazioni autonome coatte che spesso mascherano lavoro dipendente privo di diritti, attraverso l’apertura di fronti di lotta e vertenze per il recupero dei diritti basilari, come sta già accadendo in archeologia.
Hanno contribuito alla discussione l’associazione Mi Riconosci?, che ha presentato i dati dell’ultima inchiesta sulle condizioni di lavoro nel settore culturale in Italia, l’assemblea Biennalocene delle lavoratrici e dei lavoratori della cultura di Venezia, Ullarc (Unione lavoratrici/lavoratori in architettura), AWI (Art Workers Italia), il giornalista Alessandro Mancini della testata “Senza Filtro”, l’organizzazione studentesca Cambiare Rotta e Potere al Popolo.
La piattaforma rivendicativa è allegata in PDF a questo comunicato ed è a disposizione di tutti/e. Verrà inoltre pubblicata su tutti i nostri canali social.
Uniti/e si vince!
Slang-USB
USB Lavoro Privato Coordinamento Cultura