In previsione dell’approvazione in Giunta del Bilancio 2010 la RdB – USB ha inviato questa mattina una lettera aperta al Sindaco Alemanno, alla Giunta e a tutti i Consiglieri Comunali segnalando l’esigenza di un vero momento di discussione che, se venisse meno, determinerebbe l’inevitabilità di un conflitto sociale.
La formula della lettera aperta serve per richiamare principalmente il Sindaco al rispetto dei lavoratori comunali che ancora stanno aspettando la corresponsione di competenze accessorie del 2009.
Alemanno nei nostri riguardi ha dato sinora scarsa prova di democrazia – come in occasione dello sciopero delle educatrici di asilo nido e delle maestre di scuola dell’infanzia dello scorso 31 Maggio – preferendo la repressione al dialogo.
La bozza di bilancio che si va a delineare non intacca minimamente le rendite di privilegio iniziate con il centrosinistra e incrementate dal centrodestra, mentre il famigerato buco di bilancio sta diventando il grimaldello attraverso cui giustificare l’aumento delle tariffe e la riduzione di personale.
Auspichiamo che la richiesta di un confronto pubblico inviata oggi al sindaco, agli assessori e a tutte le forze politiche possa affrontare anche la vicenda di Roma Capitale che sembra profilarsi come una sorta di new company ricca di soldi, mentre il vecchio Comune di Roma rischia di diventare la bad company cui accollare tutti i debiti.
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LETTERA APERTA AL SINDACO, ALLA GIUNTA E AL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA
Onorevoli amministratori,
ci rivolgiamo a voi nel momento in cui vi accingete ad assumere decisioni importanti rispetto al futuro dei lavoratori capitolini e dei cittadini romani, in sede di approvazione del bilancio 2010, che – come ricordato da più parti – sarà un bilancio di sacrifici.
UN PO’ DI DEMOCRAZIA NON GUASTA
Innanzitutto vi invitiamo a riflettere sul metodo che ci costringete ad usare, ma la vostra insofferenza nei riguardi di questa Organizzazione Sindacale e delle centinaia di iscritti nell’ente comunale, oltre a un trattamento discriminatorio e, a volte, violento – come in occasione del recente sciopero del settore educativo e scolastico – impone un livello di confronto democratico a cui finora avete cercato in ogni modo di sottrarvi, preferendo la compiacenza di quei soli sindacati abituati a dire sempre di sì a qualunque manovratore.
RESTITUITECI I NOSTRI SOLDI
Per quello che riguarda specificamente il bilancio 2010 ci preme sottoporvi una considerazione preliminare: state trattenendo indebitamente nelle casse comunali somme che dovrebbero stare nelle tasche dei dipendenti! Ci riferiamo alle somme destinate a remunerare indennità dovute ai dipendenti di categoria B e C (impiegati) variabili tra 300 e 500 Euro annui, oppure al compenso dovuto ai funzionari per assicurare una articolazione oraria più adeguata al tipo di servizio (1550 Euro annui), o, ancora, ai compensi destinati dal Ministero dell’Interno per la regolarizzazione dei cittadini stranieri (d. Lgs. n. 30 del 2007).
Questo far cassa con i nostri soldi (o con quelli dei 300.000 candidati ai concorsi pubblici banditi a Marzo) confligge pesantemente con le promesse e le dichiarazioni soporifere elargite nel corso di questi due anni di mandato, ma soprattutto umilia profondamente chi vi consente di far bella figura quando snocciolate i risultati del nostro lavoro alla stampa.
PRIVILEGIATI E FANNULLONI
La campagna mediatica orchestrata dal ministro Brunetta (Pdl) e dal senatore Ichino (Pd) contro i lavoratori del pubblico impiego ha permesso di azzerare per legge i contratti del pubblico impiego per tre anni dicendo che tutti debbono fare sacrifici per superare la crisi.
Eppure dai nostri posti di lavoro continuiamo a vedere pagamenti disposti verso collaboratori e consulenti (12 milioni di euro dichiarati nel 2008), dirigenti a contratto (ormai prossimi a 5 milioni di euro) e imprese (anche per servizi di dubbia utilità o con costi più elevati di quelli di mercato, come nel caso dei fitti passivi) rispetto ai quali non percepiamo alcun “giro di vite” (intanto mentre scriviamo si vanno delineando le nuove risorse per la dirigenza dell’ente).
LA “ROMANELLA” DELLA MACROSTRUTTURA
Allora la sensazione è che – al di là di qualche risparmio di facciata – non cambi assolutamente nulla: l’élite che godeva di privilegi continua a goderne come prima, mentre alla grande massa dei dipendenti viene chiesto di tirare ulteriormente la cinghia.
Stesso dicasi per la tanto decantata riorganizzazione dei servizi (con le sue più recenti appendici) che è il modo soft per togliersi di torno chi si mette di traverso, ma che non ha alcuna ricaduta positiva sulla gestione. Si potevano invece rafforzare con nuovo personale i servizi municipali erogati direttamente alla cittadinanza (servizi sociali, scolastici ed educativi, tecnici, amministrativi, etc.), o incentivare maggiormente il personale municipale: nulla di tutto questo, ma solo soldi per istituire inutili direzioni d’area (con maggiori compensi) per i dirigenti amici e più dirigenti a tempo determinato (oltre 40) di quanto aveva fatto Veltroni.
I “BUFFI” VIRTUALI SE NE VANNO, QUELLI VERI RESTANO
Il grimaldello di tutta questa farsa ha un nome preciso: buco di bilancio.
Su questo va fatta un po’ di chiarezza.
Vero è che le passate amministrazioni hanno lasciato uno stock di debito importante (attorno ai 12 miliardi di Euro secondo la relazione di Leo). Per 8 miliardi di questi 12 si tratta di un debito che ogni amministrazione contrae per realizzare infrastrutture (metropolitane, edifici pubblici, strade, case popolari, etc.), e che dovrà essere restituito in un tempo piuttosto lungo, anche se è evidente che i limiti di indebitamento possibili sono stati certamente superati.
E’ anche vero che – come sottolinea la Corte dei Conti nel suo referto sui conti del comune di Roma tra il 2004 e il 2007 – il comportamento sistematico (e che ancora prosegue) è stato quello di sovrastimare le entrate e di sottostimare le spese.
Ma anche la Corte dei Conti si è limitata alla superficie in quanto, nelle oltre 370 pagine del suo referto, pur cogliendo sbavature vistose nella gestione contabile dell’ente, non ne fa conseguire alcuna azione correttiva o sanzionatoria. Questo accade persino sugli onerosi interessi dei cd. contratti di finanza derivata rispetto a cui è imprecisabile l’esposizione nel lungo periodo.
Anche il restante debito (definito commerciale!) che si aggira attorno ai 4 miliardi di euro risulta tutt’altro che concreto. Infatti allo stato attuale la reale consistenza di questo debito parrebbe aggirarsi attorno ai 400 milioni di euro (data dai creditori che hanno chiesto il pagamento delle loro spettanze).
Tra questi 4 miliardi di euro circa 1,5 è relativo agli espropri delle aree per la realizzazione di opere pubbliche, ma anche in questo caso non ci sono i creditori alla porta e l’effettiva esposizione economica potrebbe essere di gran lunga inferiore rispetto a quella preventivata. Insomma, il “buco” appare come una specie di bilancio alla rovescia in cui si sovrastima la spesa presumibile per giustificare la stretta che si va a compiere.
LA REPRESSIONE ECONOMICA
Per compiere questi passi senza sostanziali contrasti la Giunta Alemanno ha puntato tutto sul rafforzamento del Corpo dei Vigili Urbani. Naturalmente i cittadini onesti sarebbero stati grati nel vedere i Vigili Urbani impegnati a stanare gli evasori e gli elusori che godono impunemente dei servizi comunali senza cacciare un quattrino, ma invece – a colpi di ordinanze – sono stati dirottati a colpire prostitute, commercianti ambulanti e zingari che rovistano nei cassonetti ( tacendo, per carità di patria, sullo stato della viabilità o sulla totale inazione rispetto alle condizioni del traffico).
Per questo crediamo necessario rimettere in fila le cose da fare. In primo luogo si debbono pagare subito tutte le competenze dovute ai dipendenti comunali, poi ripristinando una condotta corretta rispetto alla gestione economica commissariale e a quella ordinaria.
Una condotta corretta, nei fatti, dovrebbe rafforzare tutti i servizi pubblici resi al cittadino (a partire dai nidi e dalle materne), anziché una erogazione di prebende alle amicizie private.
Su questo e su Roma Capitale vi chiediamo conto in un confronto pubblico vero, poiché ci sembra insufficiente la lezioncina proposta all’Auditorium da parte del sindaco e dell’assessore al bilancio.
E se dal pulpito della vostra democrazia non sarete disposti al confronto sarà inevitabile che
VENIAMO A CERCARVI NOI!