In occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, RdB/USB Pubblico Impiego del Comune di Roma ha scritto oggi una lettera al Capo dello Stato per chiedere migliori condizioni per il personale comunale.
“La modifica costituzionale del 2001 ha sancito il carattere speciale del Comune di Roma - dichiara Roberto Betti della RdB/USB P.I. – un nuovo status che vorremmo stabilisse anche un più favorevole trattamento giuridico ed economico del personale capitolino, come avviene per il personale di altri organi di rango costituzionale quali, ad esempio, il Quirinale”.
“Le nuove e più qualificate funzioni di Roma Capitale - continua il rappresentante sindacale - non possono farci dimenticare che tali attività sono svolte da un numero di dipendenti via via minore, con una pesante condizione di precarietà nel settore dei servizi di cura alle persone e con retribuzioni piuttosto modeste, che mal si conciliano con l’elevata professionalità richiesta”.
“Il can-can mediatico su Roma Capitale e sulla trasformazione federalista dello Stato, che non considera chi dovrà concretizzare tali cambiamenti, cioè i dipendenti comunali, ci ha indotto a scrivere al Presidente della Repubblica in occasione della sua visita, a cui peraltro nessuno si è degnato di invitarci”, conclude Betti.
riportiamo il testo della lettera a Napolitano:
Sig. Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
la nostra Organizzazione Sindacale si trova obbligata a scriverle per rappresentarle, in occasione della sua visita ufficiale e del contestuale conferimento della cittadinanza onoraria, la delicata situazione del personale capitolino.
In primo luogo ci sembra doveroso segnalarle che nemmeno una nostra rappresentanza potrà venire a salutarla il prossimo 20 Settembre.
Infatti nella nostra città viene sistematicamente utilizzato un diverso trattamento delle Organizzazioni Sindacali violando sostanzialmente lo spirito dell’art. 39 della Costituzione che non fa riferimento in alcun punto ai criteri di rappresentatività.
La sua visita avviene in un momento in cui la nostra città si avvia a raccogliere nuove e più importanti funzioni e tutti auspichiamo che questo avvenga con il conferimento di nuovi poteri all’istituenda Roma Capitale.
Non possiamo che salutare con soddisfazione l’attenzione che i legislatori pongono ai poteri speciali che dovrebbe conseguire Roma in virtù delle sue nuove attribuzioni, tuttavia ci sembra che nessuno abbia pensato che tali funzioni dovranno essere svolte da quello stesso personale a cui – con altre norme di legge – si impedisce la progressione di carriera, si ritarda il pensionamento, si impone una pesante condizione di precarietà soprattutto nei servizi dedicati alla cura delle persone, si inibisce la formazione e la riqualificazione.
Senza contare la grave situazione economica che ha scaricato i suoi effetti unicamente sul personale attraverso il blocco dei contratti e del turn-over e impedendo, di fatto, di assumere i vincitori dei concorsi, ancora una volta in aperto contrasto con i principi costituzionali.
Riteniamo che lo spirito costituente, che ha sancito il ruolo di Roma quale capitale della Repubblica, fosse del tutto diverso da quello che si sta delineando e per questo ci sembra quanto mai necessario evidenziare che il ruolo e il trattamento che si addice al personale di tutte le capitali (europee o meno, in stati federalisti o centralisti) è di ben altro spessore.
RdB/USB ha idea che il concetto stesso di Roma Capitale dovrebbe attribuire alla nostra città una peculiarità del tutto diversa rispetto a quella di Città Metropolitana e più affine a quella di altri Organi Costituzionali.
Non v’è dubbio che – se così fosse – anche il trattamento giuridico ed economico che ne scaturirebbe, comporterebbe un sensibile miglioramento delle condizioni materiali di migliaia di famiglie romane.
Per questo auspichiamo il suo autorevole intervento in tal senso e ci sarebbe gradito se, anche successivamente alle celebrazioni, potesse ricevere una nostra rappresentanza.
Al tempo stesso gradisca il nostro saluto per la celebrazione a cui non siamo stati invitati.