Straordinario. Non ci sono altre parole per descrivere la manifestazione andata in scena oggi a San Basilio. Almeno duemila persone hanno sfilato in un lungo e rumoroso corteo che si è snodato per le vie del quartiere. Ancora una volta la borgata romana che più di tutte rappresenta e incarna la lotta per la casa, si è distinta per combattività e solidarietà, nel nome e nel ricordo di Fabrizio Ceruso, giovane militante ucciso dalla polizia durante i durissimi scontri del settembre 1974. A nulla sono valsi i tentativi di disturbo condotti dall'esterno. Ancora oggi San Basilio è la lotta per la casa e la lotta per la casa è lotta di classe. Lotta di classe vera, quella degli ultimi che alzano la testa cercando riscatto, rivendicando diritti, sfidando i padroni.
La manifestazione convocata da una rete di realtà cittadine, da Asia e dal Movimento per il Diritto all'Abitare romano ha ribadito che sgomberi e sfratti in questa città non possono essere tollerati. Ancor meno può essere tollerato il racconto che quotidianamente si tesse attorno alle periferie ed ai poveri in generale. I bisogni ed i diritti degli ultimi non possono essere strumentalizzati dalle forze politiche che si alternano al governo del paese o della città. Che sia la sinistra che ha determinato ciò che sta accadendo, con una regolarizzazione incompleta ed iniqua, o la destra reazionaria e securitaria che si fa sempre più forte nei confronti dei deboli, continuando comunque ad essere inconsistente quando si tratta di contrastare gli interessi speculativi di palazzinari e affini, poco cambia. La pazienza è finita. Il giochetto di scaricare i fallimenti della classe dirigente presente e passata su chi quotidianamente lotta per mettere insieme il pranzo con la cena, si è rotto.
Contemporneamente le realtà intervenute hanno chiarito la propria posizione sul il Piano Casa comunale, al vaglio della Giunta e da approvare nei prossimi mesi. La posizione è netta: o il Piano Casa garantisce il Diritto all'Abitare di tutti e tutte, svuotando quindi di significato la politica degli sgomberi e degli sfratti senza soluzione fin qui condotta, o è carta straccia. Perché questa città ha bisogno di case pubbliche ad affitti popolari, case che già ci sono e sono detenute da speculatori capaci di tenerle vuote in enorme quantità, pur di continuare a dopare il mercato degli affitti e delle vendite. Non servono dunque nuove cubature ed ulteriore consumo di suolo. Le case vanno prese a chi fino ad oggi le ha usate come arma per speculare e fare profitti (e che profitti), infischiandosene della sofferenza della citta. Questi soggetti hanno sempre avuto la piena collaborazione da parte della politica, pilotandone le scelte e condizionando la vita di milioni di persone, costrette a pagare affitti spropositati o ad indebitarsi con un mutuo.
Sia chiaro, la stagione di lotta che oggi si è ufficialmente aperta e che ha fra i suoi obiettivi quello prioritario di ottenere una regolarizzazione per gli occupanti, senza limiti di data o ulteriori sanzioni, sarà una stagione lunga e difficoltosa. Ne siamo consapevoli e non abbiamo intenzione di nasconderlo a chi intende aggregarsi a noi. Siamo convinti che sia urgente un passaggio in Prefettura, con una mobilitazione capace di presentare tutto il movimento di lotta al nuovo incaricato del Governo. Siamo al contempo convinti di dover al più presto "conoscere" il nuovo assessore regionale ed il nuovo presidente della regione. Quest'ultimo, nelle sue dichiarazioni di insediamento, non ha avuto delle buone parole nei confronti delle case popolari e del Diritto alla Casa.
Asia-Usb, pienamente soddisfatta della mobilitazione odierna, fiera del ruolo storicamente svolto nei quartieri e nelle borgate romane, in primis a San Basilio, rilancia la sfida per il Diritto alla Casa ed alla Città, alla Salute, all'Istruzione, al Reddito.
Contro la guerra ai poveri, ci vediamo nelle piazze.
Asia USB Roma