Provengono, oltre che dal capoluogo, dall'Etiopia e dall'Eritrea. L'anziana donna, invalida all'80 per cento, sarebbe stata "sfrattata dalla sua abitazione lo scorso aprile". Spera: "Governo Renzi criminalizza le occupazioni a scopo abitativo"
Venticinque famiglie senzatetto di origine palermitana, etiope ed eritrea hanno occupato l'istituto religioso femminile Figlie di San Giuseppe con il supporto del comitato "Prendocasa Palermo". Si tratta di uno stabile di via Oberdan inutilizzato e in buone condizioni. Prima di oggi le famiglie vivevano in condizioni di assoluta precarietà: quelle palermitane erano sotto sfratto e quelle di origine etiope e eritrea vivevano in condizioni disagiate, ospiti temporanei in un dormitorio. "Tra gli occupanti vi è anche un'anziana donna con invalidità pari al 80% - si legge in una nota - che sarebbe stata sfrattata dalla sua abitazione di via Messina Marine nei primi di aprile". Sfratto che invece è stato evitato già a febbraio dal comitato.
All'occupazione sono accorse in solidarietà le famiglie delle abitazioni occupate di via Alloro e di piazzetta del Parlatoio le quali, a loro tempo, hanno direttamente sperimentato come, davanti al disinteresse delle istituzioni e i tempi sin troppo dilatati della macchina burocratica, "l'unica soluzione al problema abitativo sia stata l'autorganizzazione e l'occupazione di stabili inutilizzati ma in perfette condizioni". "Di fronte a un'emergenza abitativa che a Palermo si traduce in dati assolutamente allarmanti - afferma Emiliano Spera portavoce del comitato Prendocasa Palermo - negli ultimi quattro mesi la città ha assistito a continue occupazioni a scopo abitativo di stabili inutilizzati. Le famiglie senza un tetto hanno più volte fatto presente alle amministrazioni la situazione in cui versavano, il diritto fondamentale che veniva loro negato, ma non hanno mai ricevuto alcuna risposta direttamente risolutiva ma solo - conclude - soluzioni tampone e continui rimandi. Era previsto un tavolo tecnico sul tema ottenuto lo scorso mese e previsto il 6 marzo ma poi rinviato con motivazioni non giustificanti a una data incerta".
"Proprio ieri è stato approvato dal consiglio dei ministri il decreto relativo al 'piano casa' - continua Spera - contenente nell'articolo 5 misure per contrastare il fenomeno delle occupazioni abusive di alloggi pubblici che si traducono in un'assurda criminalizzazione da parte del governo Renzi di quei cittadini che in tutta Italia hanno riaffermato il diritto all'abitare occupando centinaia di abitazioni. Oltre alla cancellazione dell’articolo 5 per noi è necessario ribaltare completamente l’impianto del decreto e sostenere la necessità che le risorse non vadano alle grandi opere inutili e ai grandi eventi ma vengano utilizzate per garantire casa, reddito e dignità perché chi rivendica il diritto fondamentale alla casa non è un pericolo sociale come lo intendono gli organi di potere e gli enti amministrativi".