Nel 2011 il governo Monti liberalizza l’apertura dei negozi come misura anti-crisi ma che in realtà è stato l’inizio della degenerazione sempre più evidente del lavoro nel settore del commercio.
Una degenerazione di cui Serravale, dove la McArthurGlen ha deciso l’apertura per le festività pasquali, è solo la punta dell’iceberg
Giustamente i lavoratori sono scesi in sciopero su indicazione di CgilCislUil ma a noi, sorge spontanea una domanda. I lavoratori possono continuare a fidarsi di questi sindacati confederali che sono gli stessi che in passato non solo non hanno contrastato il decreto Salva Italia di Monti, non hanno contrastato la diffusione del lavoro precario e che nei Contratti Nazionali hanno sottoscritto l’obbligo del lavoro domenicale??
Questa situazione rende difficile anche lo sciopero perché la grande presenza di lavoratori precari, a termine, interinali, tirocinanti, stagisti, in compartecipazione, ecc.. rischia di annullare l’effetto stesso dello sciopero e quindi permettere all’azienda di mantenere aperto l’outlet.
I confederali con questo sciopero non puntano alla cancellazione della legge e quindi ripristinare, per il commercio, la domenica come giorno di riposo ma introdurre “forme di contrattazione aziendale e territoriale”, in modo da riprendere le solite pratiche concertative che sono complici di quella degenerazione del settore commercio sopra denunciata.
Hanno sdoganato la “flessibilità” e le nuove forme di precarietà che hanno permesso al capitale di svalorizzare il lavoratore rendendolo merce senza diritti per essere funzionale alla produzione e i cittadini in semplici consumatori.
Si è iniziato con le domeniche precedenti le festività natalizie (domeniche d’oro) e con il salva Italia sono state liberalizzate tutte le domeniche e le festività non religiose ed ora si apre anche Pasqua e forse domani anche a Natale e i Capodanno.
I favorevoli alle liberalizzazioni del commercio sostengono che dopotutto medici e infermieri fanno le guardie, i tassisti fanno i turni e quindi dove sarebbe il problema di aprire i negozi alla domenica?
Questi signori dimenticano un piccolo dettaglio che questi settori sono servizi pubblici indispensabili non forme di shopping. Chi paragone l’urgenza di chi si reca all’ospedale con chi vuole togliersi lo sfizio di acquistare fuori porta un paio di jenas penso abbia una grande confusione in testa.
La vicenda di Serravalle dimostra che in questi ultimi 5 anni dal decreto salva Italia di Monti i consumi non sono cresciuti ma in compenso sono scesi i salari reali de peggiorate le condizioni di lavoro per gli addetti al commercio, sia per i lavoratori che per i piccoli commercianti.
Con chi mette al centro il profitto dell’impresa anziché il pieno sviluppo della persona umana di cui parla l’articolo 3 della Costituzione promettendo così che il tempo delle nostre vite sia a disposizione del padrone difficilmente si può trovare un punto di mediazione.
Sono due modelli sociali alternativi e per questo non servono trattative aziendale e territoriale finalizzare ad un accordo che tenga conto delle esigenze particolari dei lavoratori ma una lotta generalizzata per cancellare il decreto Monti e adeguare la nostra legislazione sul commercio s quelle del Nord Europa dove i negozi chiudono la domenica e in alcuni casi anche il sabato pomeriggio.
USB Trentino infine fa presente che la Provincia di Trento porrebbe far valere la sua autonomia e quindi “non recepire il decreto salva Italia” ridando così dignità ai lavoratori ed alle lavoratrici del settore commerciale oltre che salvaguardare quei piccoli negozi di vicinato messi in pericolo dalle politiche aggressive delle multinazionali attraverso le aperture dominicali e festive.
Ma su questo sia Olivi che cgilcisluil sono latitanti. Sarà un caso o una scelta?
P USB Lavoro Privato
Ezio Casagranda
Aderente
alla FSM