Ci giunge voce che, a seguito della contrattazione locale del budget di sede UD Palermo per l’anno 2021 e conseguente comunicazione da parte dell’Ufficio delle singole spettanze per dipendente, un collega abbia pensato di chiedere lumi sull’individuazione delle attività indennizzate e relative aliquote.
Una richiesta sacrosanta e legittima, anzi spesso ai tavoli noi stessi sollecitiamo l’invio preventivo al personale del dettaglio delle attività prestate nell’anno di
riferimento: l’Ufficio individua delle spettanze ed invia un prospetto personale, chiedendo al lavoratore di verificarne l’esattezza e la rispondenza ai servizi prestati nell’anno di riferimento. Il lavoratore che voglia effettivamente riscontrare l’esattezza di quanto comunicato non può che chiedere quali siano le attività destinatarie di indennità e le aliquote. E così succede: il collega chiede, con estrema pacatezza, anche una semplice informativa, non per forza il verbale di riunione, che in ogni caso riteniamo per trasparenza vada sempre mandato al personale e pubblicato sulla intranet. Tuttavia, a legittima domanda, l’Ufficio oppone una contro-richiesta di formalizzazione di istanza di accesso agli atti, ai sensi della legge n. 241/90, con precisazione, ex art. 22 della stessa, di quale situazione giuridica necessiti di tutela e quale sia l’interesse diretto, concreto ed attuale da cui scaturisce l’esigenza di prendere visione del documento.
Abbacinati da tanto rigore procedurale, in un contesto di certo non svizzero come può essere quello di una Pubblica Amministrazione dove ogni giorno vediamo prevalere dinamiche riconducibili al binomio informazione = potere, decidiamo di portare avanti la nostra quotidiana battaglia per la trasparenza e pubblicare, in allegato alla presente, il verbale sindacale e le tabelle di ripartizione del budget di sede 2021 concordata dalle parti sindacali per l’UD Palermo. Del resto, ci sembra con ciò di esercitare semplicemente il diritto/dovere di informare tutti i dipendenti, anche quelli non sindacalizzati, sull’andamento delle trattative, utilizzando le legittime forme di comunicazione.
Troviamo che sia interesse di tutti, dei lavoratori e dell’Amministrazione, favorire la massima diffusione delle informazioni. Ma non crediamo di essere gli unici a pensarlo, anche la stessa Agenzia si dota di un Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Quindi, in un’ottica di promozione dell’Amministrazione trasparente, troviamo corretto che i lavoratori sappiano, senza le insidie di un telefono senza fili, come vengono amministrati i fondi a loro destinati. L’argomento è sensibile e qualsiasi tentativo di strumentalizzazione, da qualsiasi parte sindacale proveniente, va stroncato sul nascere. E si sa più occhi vedono, meglio è fosse solo per diversa prospettiva o ricostruzione degli anni passati, visto che si discute sempre con almeno 2-3 anni di ritardo rispetto all’anno di riferimento.
Occhi attenti si sono, per esempio, accorti della mancata diramazione di un certo numero di ordini di servizio emanati dall’UD Palermo dall’inizio del corrente anno.
Gli ordini di servizio vanno diramati ai dipendenti, perché sappiano “chi fa cosa” nel proprio Ufficio. Vanno ad ogni buon fine partecipati alle OO.SS. a tutela dei lavoratori.
Tra gli ordini di servizio diramati, altri attenti osservatori hanno notato che vengono attribuiti incarichi/mansioni senza che lo stesso ordine di servizio contestualmente revochi le medesime attribuzioni precedentemente conferite ad altri dipendenti. E così ci si trova a ripartire indennità ad incarichi sdoppiati.
Gli ordini di servizio costituiscono titolo abilitativo alla percezione di quote di budget di sede. Non vorremmo che l’ordine di servizio divenisse strumento di controllo del personale da parte datoriale per il tramite di una promessa retribuzione, ove, d’altro canto, si tenga ingiustificatamente non assegnato da oltre 2 anni un IdR - e neanche tra i meno rilevanti per l’UD, quello di capo sezione di supporto – mandando persa la relativa retribuzione e tenendo l’ufficio sguarnito di un capo.
Per i principi che ci animano e che sosteniamo quotidianamente, ci piacerebbe in primo luogo vedere gli ordini di servizio, per poter riscontrare, insieme ai lavoratori tutti, che l’attribuzione di incarichi e mansioni segua principi di necessità, di equità e, perché no, di sacrosanta rotazione.
Non dimentichiamo, infatti, che la rotazione del personale, primo su tutti quello apicale, addetto alle aree a più elevato rischio è, sempre per il famoso PTPCT, tra le misure anti-corruzione più fondanti. A dispetto di ciò, in UD Palermo, vediamo responsabili “incrostati” su certe sedie da ben oltre i 6 anni proposti dal Piano come criterio.
Non solo. Sempre seguendo i principi a carattere generale “il dirigente assume atteggiamenti leali e trasparenti, adotta un comportamento esemplare, in termini di integrità, imparzialità, buona fede e correttezza, parità di trattamento, equità, inclusione e ragionevolezza e imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell'azione amministrativa (...) Cura la crescita professionale dei collaboratori, favorendo le occasioni di formazione e promuovendo opportunità di sviluppo interne ed esterne alla struttura di cui è responsabile”.
Queste, naturalmente, sono petizioni di principio che potrebbero essere ampiamente corroborate se solo si avviasse una rilevazione dei fabbisogni attraverso l’avvio di una mobilità funzionale e di un massiccio piano di formazione.
Per noi la trasparenza è sempre bussola dell’agire e per questo pubblichiamo e alleghiamo il verbale della riunione sindacale e le tabelle di riparto del budget di sede 2021 UD Palermo.
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia