CHE FARE? O della necessità di reagire
Le elezioni del Rettore sono passate, ma la situazione non si è meglio definita. Il sostanziale immobilismo che abbiamo vissuto in questi due mesi passati rischia di riproporsi ancora.
Il DA si è dimesso senza riflettere, con una reazione istintiva, ma ha gettato, senza un minimo ripensamento, 1200 persone (unità di personale tecnico amministrativo) dalla padella nella brace. In questa situazione, quando si ha la responsabilità della vita lavorativa di così tante persone, quando si ha ben presente cosa vuole dire, dal 2011, lavorare nella pubblica amministrazione (vedi finanziaria che ci usa come bancomat per prelevare soldi), quando si sa che molte questioni aperte sul tavolo della contrattazione hanno i mesi contati: si pensa, prima di agire. Dal lato umano possiamo comprendere il gesto, ma questa è una cosa privata che non deve influenzare il ruolo pubblico, la responsabilità.
Dopo queste elezioni, c’è chi si rammarica per non essere andato a votare, c’è chi si sente forte del suo non voto, c’è chi è sempre stato un convinto assertore della necessità del nostro voto ponderatamente zoppo (1/10). La verità però è che il personale tecnico amministrativo di base non ha votato, e non perché la RdB ha avanzato la posizione dell’astensione, ma perché c’è una grande disaffezione, molti sono schifati da due anni di crisi. Noi, come RdB, abbiamo intercettato questa posizione cercando di renderla ufficiale in modo che qualcuno uscisse con idee vere sul nostro futuro. Così non è stato, a parte mezze frasi sulla necessità di regionalizzarci, che più che tranquillizzare generano pensieri torvi viste le conseguenze che ci saranno.
La nostra astensione è stata costante e netta, ma anche il voto del personale tecnico amministrativo è stato chiaro per tutti e due i candidati.
Chi ha appoggiato l’uno e chi l’altro, la verità è che nessuno ha avuto il coraggio di dire pubblicamente chi appoggiasse.
Noi siamo stati accusati nei giorni scorsi, sul Corriere di Siena del 21.07.2010, di esserci venduti. La RdB in questi due anni non si è mai venduta, né fatta comprare, e chi ci conosce da vicino, conosce i nostri iscritti, lo sa. Non solo non ci siamo venduti, ma soprattutto non abbiamo venduto mai il personale tutto per i nostri fini privati.
La cosa interessante è che le accuse vengono fatte in forma anonima, anche se è facile capire da dove vengono essendo ricche di alcuni particolari che solo chi siede al tavolo della contrattazione o vi gira vicino sa. il problema è che vengono fatte in forma anonima e questo puzza, sa molto di tentativo maldestro di disinformazione, tant’è che si viene accusati di esserci venduti accettando chissà quali scambi.
La verità è che noi da due anni portiamo avanti una battaglia di denuncia e opposizione, anche da soli, contro le nefandezze che avvengono quando la barca affonda. Come sul Titanic alcuni uomini provarono a salire sulle scialuppe prima di donne e bambini, qui qualcuno in questi due anni, e anche in campagna elettorale, ha provato a ritagliarsi spazi e privilegi. Abbiamo poi fatto insieme alle altre sigle sindacali uno strenuo tentativo di difendere il diritto alle PEO e al consolidamento di una parte dello stipendio, di gestire i trasferimenti interni e la mobilità esterna, e lo straordinario. Lo abbiamo fatto con tutti i mezzi, dal giudice del lavoro, per le PEO, finanche con incontri chiarificatori di cui tutte le sigle sono sempre state informate, sia nelle intenzioni che negli esiti.
Ora, visto che non c’è più un DA, visto che il Rettore uscente sta in carica al massimo fino a novembre e quello entrante non è ancora in carica, proponiamo di fare un referendum in cui, con una testa un voto, il personale dica chiaramente che vuole le PEO entro il 2010. Lo proponiamo pubblicamente a tutte le lavoratrici ed i lavoratori e a tutte le OO.SS. . In questo modo chiunque farà il DA o qualsiasi Rettore avremo al momento in carica, questi signori sapranno che 1200 lavoratori vogliono le PEO. Vi terremo informati sulla sua organizzazione.
REFERENDUM SUBITO, UNA TESTA UN VOTO!
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2 settembre 2010 - La Nazione
Un milione e 600mila per le «Peo»Intesa fra Università e sindacati. La Cgil aspetta però il referendum. BARRETTA Dal 15 è in Regione
Siena - RICORDATE LE PEO?
UNA strana sigla che significa progressioni economiche orizzontali dei tecnici-amministrativi. Nei mesi scorsi c'è stata una battaglia durissima fra sindacati e Ateneo sul fondo a disposizione per garantire quello che i rappresentanti del personale rivendicavano come un sacrosanto diritto. Nessun aumento di stipendio, in questo momento di crisi profonda delle casse dell'Università sarebbe stato un suicidio, piuttosto un'indennità temporanea, già adesso percepita, che viene in pratica resa stabile.
Ieri mattina alla fine è stata trovata la quadratura del cerchio, anche se la Cgil, per voce di Marco Iacoboni, ha ribadito che si riserva di sottoscrivere l'ipotesi di contratto integrativo in materia di progressioni economiche all'interno della categoria alla luce dell'esito della consultazione referendaria che si terrà a breve. Gli altri sindacati hanno detto sì, ossia Cisl, Uil, Cisapuni, Cisal, Rdb.
E' finita con una pizza al taglio e qualche bibita fra sindacati e rettore Silvano Focardi, che ha offerto il rinfreschino stante l'ora avanzata.
E poi scritto una lettera ai dipendenti per informarli della novità e delle prossime tappe. «L'ipotesi verrà presentata al collegio dei revisori dei conti al fine di sottoporla alla certificazione di compatibilità economica-finanziaria osserva, quindi passerà al cda cui spetterà di deliberare l'autorizzazione alla firma del contratto definitivo». Inizia quindi il conto alla rovescia per partecipare al bando (997 gli aventi diritto, in ipotesi) che sarà fatto, previo aggiornamento del curriculum mediante il «Thesaurus».
Bisognerà affrettarsi, entro il 30 settembre, perché solo così si potrà avere la liquidazione a fine dicembre. Focardi si dice «soddisfatto per l'accordo raggiunto che garantisce diritti acquisiti».
La cifra? Nelle sette pagine dell'intesa il fondo per Peo e produttività del 2010 è fissato definitivamente in 1.647.457 euro per un costo totale, a carico dell'Ateneo, considerati gli oneri del datore di lavoro, di 2.186.176 euro. «Le risorse destinate al finanziamento delle progressioni recita l'accordo vengono ripartite tra la categoria B,C, D ed EP proporzionalmente al numero degli aventi diritto all'interno di ciascuna al 31 dicembre 2009».