Mercoledì 28 si è tenuto a Roma presso la sede centrale CRI il richiesto incontro con il Commissario Rocca con tutte le OO.SS. nel quale il Commissario ha avanzata la proposta di tavoli tecnici allargati al volontariato per affrontare la riorganizzazione dei servizi del Lazio. Noi avevamo chiesto l’incontro per discutere del futuro di CRI, considerando i tagli in finanziaria e il perdurare e aggravarsi dello stato di incertezza per la prosecuzione dei contratti a termine, viste le numerose difficoltà – in tutta Italia – legate al rinnovo delle convenzioni e ai nuovi tagli.
Abbiamo ritenuto di non aderire immediatamente alla proposta di tavoli tecnici, perdippiù allargati al volontariato, in assenza di garanzie sulla reale volontà dell’Amministrazione di rilanciare e difendere il ruolo di CRI come ente pubblico e rafforzare e stabilizzare le sue funzioni e in una situazione di assoluta incertezza e sottovalutazione da parte del Commissario della gravità della situazione rispetto al futuro dei lavoratori e precari in CRI.
Di fatto il commissario straordinario della CRI Rocca non solo non ha voluto affrontare nel merito le questioni poste da RdB/USB ma ha invece profilato un futuro non certo roseo per i lavoratori ribadendo l’intenzione di voler chiudere i servizi in perdita (vedi cosp e cem ma anche molti 118), il trasferimento dei lavoratori da una regione all’altra, e di riorganizzare ma affidando al volontariato la copertura dei servizi e riducendo drasticamente i lavoratori effettivi, cosa che vorrà dire colpire i precari, con il concreto rischio di non rinnovo dei contratti (vedi quanto sta accadendo in Piemonte) e di pesanti ripercussioni anche sul personale di ruolo.
Inoltre i massimi dirigenti CRI, di fronte alle giuste rivendicazioni del personale precario che continuano a sfruttare, fanno il “gioco delle tre carte” nascondendo le proprie responsabilità e quelle di questo Governo e a chiamare in causa le Regioni per la stabilizzazione, proprio oggi che l’ultima manovra finanziaria in via di approvazione taglia le spese per il personale precario e pesantemente i trasferimenti di risorse e i fondi regionali per la sanità. Ci prendono per fessi??!!!
A tutto ciò i sindacati concertativi continuano a fare la “’mmoina”: accettano tavoli tecnici forse utili solo a giochi di nomine, accettano di prestare le loro “intelligenze” per cercare soluzioni impossibili se non si promuove una protesta forte contro i tagli ai servizi pubblici, voluti da chi ci governa a tutti i livelli solo per salvare banche e imprese facendo pagare lavoratori e cittadini. Gli altri sindacati continuano a concertare e a cincischiare, alzando le spalle di fronte ai lavoratori senza però farsi promotori di una protesta forte e decisa che metta fine all’attuale gestione di CRI, e permettendo così che Rocca vada dritto spedito sulla sua strada che va nella direzione dello smantellamento della CRI come ente pubblico non economico e della perdita dei posti di lavoro per i precari a favore, forse, del solo volontariato.
Di fronte a questa situazione la USB/RdB-CRI ritiene che l’unico tavolo tecnico possibile sia quello che passa prima per l’immediato rinnovo dei contratti in scadenza e che l’unica cosa seria da fare sia riprendere forte la mobilitazione e la lotta di tutti i dipendenti CRI per ottenere un tavolo interistituzionale serio che produca più risorse e una vera riorganizzazione che, tagliando sprechi e privilegi, abbia come prioritaria la salvaguardia del lavoro e dei servizi, stabilizzando i precari e valorizzando i dipendenti civili che soli consentono a CRI di farsi apprezzare.
Noi non abbiamo altri interessi da difendere che quelli dei lavoratori e precari
e quelli dell’utenza che rischia di finire in mani rapaci e inesperte
Dobbiamo ostacolare chi cerca solo di fare cassa e mantenere i soliti privilegi….
Quanti sindacati faranno altrettanto?
Lanciamo da subito lo stato di agitazione del personale e costruiamo un forte appuntamento di mobilitazione in autunno
per dire forte e chiaro anche in CRI: noi la crisi non la paghiamo!