IN & OUT
LA VERITA' SUL CONTRATTO
DI SOLIDARIETA'
Il giorno 24 giugno 2010 si è consumata presso la sede del Ministero del Lavoro a Roma l’ennesima “svendita” dei diritti dei lavoratori sia sotto l’aspetto del peggioramento delle condizioni contrattuali e sia per lo svilimento del ruolo delle RSU che rappresentano realmente e direttamente tutti i lavoratori.
Infatti, la trattativa vera si è svolta in stanze separate tra l’azienda e i vertici dei sindacati concertativi estromettendo di fatto i delegati RSU di Taranto e Roma.
Il momento più basso si è toccato allorquando i rappresentanti RSU del SI.G.LA-USB hanno presentato e fatto protocollare presso il Ministero un documento sottoscritto da oltre 500 lavoratori tarantini e romani, in soli 2 giorni, in cui erano contenute alcune proposte migliorative alla bozza di accordo sul contratto di solidarietà.
Per tutta risposta si è registrata una ingiustificabile reazione da parte delle segreterie sindacali e della azienda con la minaccia di abbandonare il tavolo qualora fossero state discusse.
Solamente in tarda nottata i vertici dei sindacati concertativi e l’azienda hanno propinato alle RSU presenti un accordo “prendere o lasciare” dimostrando di voler così negare il sacrosanto diritto dei lavoratori a rappresentare le loro esigenze.
Visti i contenuti dell’accordo appare evidente che si è voluto far arretrare ulteriormente la condizione dei lavoratori sia attraverso la riduzione dell’orario di lavoro per 12 mesi sia con “l’imposizione” di turni obbligatori nella sede di Roma con un copia-incolla di quanto già successo nella sede di Taranto. Sempre questo accordo lascia eccessivi margini di discrezionalità all’azienda per “sfruttare” quanto più possibile i lavoratori.
Pertanto di fronte ad un atteggiamento di totale chiusura verso i rappresentanti RSU e di fronte ad un accordo che rischia di spostare solamente nel tempo il problema senza alcuna garanzia di un futuro di stabilità per i lavoratori e le loro legittime aspettative la delegazione SI.G.LA.-USB non ha firmato questo accordo riformatore in pejus delle condizioni e dei diritti del lavoratori e rispedisce al mittente le accuse rivolte da alcuni “sindacalisti” con cui si cercava di far accollare la responsabilità di un eventuale mancato accordo a coloro che in maniera coerente e trasparente hanno cercato in ogni momento di rappresentare e tutelare tutti i lavoratori, dal primo all’ultimo.