Dopo il nostro comunicato del 6 settembre finalmente la macchina dell’Agenzia del Territorio sembra volersi rimettere in moto. Il 15 settembre le organizzazioni sindacali sono state infatti convocate, dopo troppo silenzio, ad un incontro per parlare delle particolari posizioni del 2008 e della costituzione provvisoria del fondo 2009.
Nei pochi incontri avuti precedentemente molti erano stati gli impegni assunti dall'Amministrazione, a partire dalla distribuzione dei 7 milioni e 103 mila euro destinati alle progressioni economiche, alla necessità di stabilire nuovi parametri per la produttività del 2010 prima della conclusione dell’anno al fine di evitare, come accade ormai da anni, di determinare le modalità di calcolo e pagamento della produttività a lavori svolti e terminati, a stabilire una procedura concorsuale, con aumento dei posti, per i passaggi in terza area. Ma fino ad ora solo lunghe ed inutili attese.
Ora la priorità è quella di iniziare a discutere velocemente di un passaggio di fascia economica e mantenere le luci accese sul rischio connesso al decentramento delle funzioni catastali.
Il modello di federalismo di cui sono piene le cronache porta con sé il concreto pericolo che l’Agenzia del Territorio venga sbriciolata in pezzetti molto appetibili per diversi enti pubblici e soggetti privati. Negare il confronto sindacale in questa fase, oltre a non essere di per sé un segnale positivo, sembra essere un assist per indebolire la compattezza dell'Agenzia del Territorio.
Non vorremmo che la mancanza di dialogo sia il segno che il progetto di smantellamento si stia già realizzando e si voglia far trovare i lavoratori di fronte al fatto compiuto.
Vogliamo ricordare all’amministrazione che in un passato non troppo lontano si è cercato di far piovere sulla testa dei lavoratori due decreti attuativi sul decentramento delle funzioni catastali e sul trasferimento del personale agli enti locali e che la mobilitazione dei lavoratori, organizzata da RdB – USB, ha messo in evidenza le profonde contraddizioni connesse a un progetto di decentramento che sembrava più un assalto alla diligenza.
Oggi l'assalto si chiama federalismo catastale, ma la sostanza non cambia.
Ecco, non vorremmo che l'inconsistente silenzio di questi mesi, e quel vago sentore di aria fritta che si respira ai tavoli negoziali da un po' di tempo a questa parte, siano la premessa migliore per ridimensionare il ruolo pubblico, fiscale e catastale, che l'Agenzia del Territorio ha svolto - e deve secondo noi continuare a svolgere - nell'interesse dei lavoratori e del Paese.
Siamo pronti a stupirci per eventuali effetti speciali, ma anche pronti a lottare per difendere e ottenere ciò che ci spetta.
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