Si tratta di un accordo di libero scambio tra i due continenti, accordo che si sta portando avanti nella massima segretezza tra Stati Uniti ed Unione Europea.
Le trattative sono portate avanti a esperti , rappresentanti di settori industriali e il sindacato europeo (Ces?) che avranno accesso ai documenti riservati.
L' obbiettivo dichiarato del Ttip e' quello di costruire la più grande area di libero scambio al mondo attraverso l' eliminazione delle barriere tariffarie che ancora limitano i flussi commerciali tra Usa ed Europa.
In sostanza l’obbiettivo è quello di rimuovere ostacoli esistenti per facilitare acquisto e vendita di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti cioè aprire entrambi i mercati per servizi investimenti e appalti pubblici.
L’accordo prevede l’abbattimento di tutte le barriere non tariffarie al commercio, ossia normative e regolamenti a protezione di beni comuni e servizi pubblici che le grandi compagnie multinazionali ambiscono a gestire con criteri mercantili.
In cambio di un abbassamento degli standard qualitativi, gli studi più ottimistici prevedono nel caso improbabile in cui tutte le condizioni fossero soddisfatte un aumento del Pil europeo appena dello 0,5% a partire dal 2027. Quelli meno ottimistici prevedono una perdita dei posti di lavoro di circa 600 mila unità.
L’approvazione del trattato è un cambio di sistema economico con evidenti gravissime conseguenze sociali ed ambientali. In Italia sono coinvolti il settore agricolo, industriale ei servizi pubblici. Si tratta insomma di un abbattimento dei regolamenti che portano al degrado dei livelli di salute dell’ambiente, alla cancellazione del diritto alla salute e del sistema sanitario, quello all’istruzione e al lavoro buono.
Si tratta, in estrema sintesi, di cancellare norme europee di salvaguardia dell’ambiente, della salute, dei diritti del lavoro a favore di quelle degli stati Uniti.
L’intenzione dei due blocchi imperialisti è quella di arrivare alla chiusura dell’accordo entro il 2015 ma le divergenze tra i due e una crescente opposizione sociale stanno rallentando le decisioni.
In realtà i negoziati avrebbero dovuto chiudersi entro dicembre 2014 ma qualcosa continua a non quadrare . Permangono divergenze profonde sui servizi finanziari che gli Usa intendono lasciare fuori dal trattato. Non è un dettaglio visto che il 70% degli investimenti usa in Europa sono proprio i servizi finanziari.
Una parte del Parlamento Europeo si è detta contraria a un’armonizzazione delle normative con quelle degli Stati Uniti, perché i rischi sono troppo alti e il processo irreversibile. Inoltre, oltre un milione e 700 mila cittadini europei hanno sottoscritto la petizione per chiedere alla Commissione Europea l’immediato arresto delle trattative sul TTIP. Una raccolta di firme che prosegue intercettando il crescente consenso dell’opinione pubblica sul tema, con l’intento di arrivare ai 2 milioni entro ottobre.
La Commissione Europea – su mandato del Consiglio Europeo, cioè dei governi dell'Unione – è molto attiva sul piano dei trattati commerciali e di investimento e, accanto al negoziato TTIP, sta conducendo altri importanti e pericolosi negoziati bilaterali (come quello sugli investimenti con la Cina) o plurilaterali, come quello TISA sui servizi, mentre ha appena siglato l'accordo CETA con il Canada (“cavallo di troia” per il TTIP) che dovrà essere tra breve posto alla ratifica di Consiglio e Parlamento europei.
Concretamente di cosa si tratta.
L' obbiettivo del negoziato, da parte statunitense, e' quello di far cadere le regole europee in materia di protezione sanitaria,alimentare e lavoro. Insomma eliminare " costi e ritardi non necessari e dannosi per le imprese".
Quindi concretamente si realizzeranno le ambizioni che le imprese hanno ripetutamente manifestato negli anni passati.
Si scivolerebbe verso la deregolamentazione più selvaggia esistente negli Usa a differenza degli standard europei.
Il primo blocco di diritti ad essere minacciato e' quello a protezione del lavoro.
Si tratta di cancellare definitivamente i diritti del lavoro già pesantemente attaccati dai recenti governi in Italia - basta pensare al jobsact - adeguando il nostro paese alla normativa americana " rights to works" definito dai sindacati americani Anti Union- Act. La sostanza sarebbe un nuova e più accanita concorrenza a ribasso tra i lavoratori sui loro diritti e retribuzioni.
Ancora si avrebbero gravissime conseguenze e pericoli sulla sostenibilità ambientale
a partire dalla tecnica ( fracking) estrattiva del shale – gas( gas di scisto) che negli usa richiede l' uso di una procedura letale per le falde acquifere ed il suolo sottostante i giacimenti e le zone limitrofe. Si spalancherebbero le porte dell' Europa ( Polonia, Danimarca e Francia regioni ricche di questo gas) alle imprese americane del settore .
Ancora conseguenze si avrebbero riguardo all'importazione e all'uso degli Ogm e delle carni trattate con ormoni o sterilizzate con il cloro. In Europa non consentite. "Limitazioni non in linea con le posizioni della comunità scientifica internazionale " secondo il Presidente della Commissione Finanze del Senato americano.
Rischi notevoli graverebbero sul settore sanitario europeo che si trasformerebbe in terreno di conquista per le imprese americane.
Il Trattato conterebbe inoltre un “ Capitolo orizzontale per la coerenza dei Regolamenti” che prevede l’istituzione di un organismo dove esperti della Commissione e del Ministero Usa competente valuterebbe l’impatto commerciale di ogni marchio, regola, etichetta che si volesse introdurre a a livello nazionale, federale o europeo
Grazie al Ttip nascerebbe per le imprese la possibilità , qualora si volessero opporre ad una regolamentazione statale o comunitaria troppo severa, di rivolgersi ad un organismo arbitrale terzo. Avrebbero così un potente strumento per contrastare politiche e leggi divergenti dalle loro strategie aziendali.
Ultima questione contenuta nel Ttip riguarda la definizione di una disciplina per la regolamentazione della finanza da parte degli stati. Un limitazione alla dimensione e alla pervasività della regolamentazione finanziaria con la facile conseguenza di una nuova diffusione di massa dell' utilizzo di quegli strumenti con cui si è avviata nel 2007 la bolla finanziaria che ha messo in atto la crisi finanziaria mondiale.
E’ evidente, quindi, che è in atto un confronto pesante ma concreto tra i due blocchi . Confronto nel quale alla fine qualcuno vince e qualcuno perde.
Affrontare la questione del Ttip significa evidentemente ancora una volta affrontare il nodo Unione Europea e della sua irriformabilità Da questo non si può sfuggire.
In sostanza possiamo dire che siamo di fronte ad una partita aperta dove la possibilità che il Ttip venga firmato o invece archiviato sono equivalenti. Sullo sfondo pesa indubbiamente l'accresciuta competizione tra Unione Europea e Stati Uniti, di cui la recentissima partecipazione di alcuni paesi europei alla Banca per gli Investimenti Infrastrutturali Asiatica (cinese di fatto) e la rabbiosa reazione statunitense, è l'ulteriore dimostrazione.
Maggio 2015
USB Dipartimento Internazionale