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Comunicati Stampa

Catania antirazzista e USB in solidarietà coi migrant3 davanti alla Questura. Basta al razzismo e alla disumanità delle notti in fila sul marciapiede

Roma,

Catania, a poche centinaia di metri dal porto di S. Giovanni Li Cuti da cui è partita la Madleen della Freedom Flotilla destinazione Gaza, si consuma quasi ogni giorno sotto gli occhi distratti della città etnea una situazione inaccettabile.

Decine di migranti da tutta la provincia di Catania sono obbligati quotidianamente a passare le notti dormendo su un cartone sul marciapiede davanti agli Uffici della Questura di Viale Africa, per non rischiare di perdere i pochi posti disponibili per un appuntamento che dipende da un nome scritto a penna su un foglio attaccato a un muro. 

Senza una copertura dal sole o dalla pioggia, senza servizi igienici, senza niente se non la loro ostinazione e la loro paura di perdere preziosi giorni di permesso dal “padroncino” di turno. 

Un appuntamento che per loro rappresenta lo stesso diritto ad esistere, ad avere un lavoro, una casa, un modo per curarsi.

Dopo il Presidio in Prefettura dello scorso 27 febbraio, in cui chiedevamo il potenziamento strutturale della catena amministrativa per la velocizzazione dei documenti e la regolarizzazione immediata di tutt3,  Catania antirazzista  e USB tornano a porre la questione delle file per i documenti: siano essi permessi di soggiorno, rinnovi, ritiri.

Nella notte tra il 9 e il 10 giugno abbiamo deciso di andare a portare la nostra solidarietà, offrendo cibo e bevande e approfondendo dal vivo quali debbano essere gli interventi concreti per fare cessare questo spettacolo disumanizzante e indegno di un Paese che si definisce civile e democratico.

Nell’era della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è accettabile che non vi sia la possibilità di fissare un appuntamento on line o tramite una semplice app?

Nell’era in cui è lo stesso OCSE a stabilire il ruolo centrale dei migranti negli scenari demografici è ancora accettabile che diritti fondamentali vengano derubricati a problemi di ordine pubblico?

Nell’era in cui avere un conto corrente postale significa la possibilità concreta di ricevere lo stipendio, sempre se così si possa chiamare viste le condizioni sistemiche di sfruttamento e lavoro nero, è ancora accettabile che non basti avere un semplice permesso di soggiorno?

Le politiche migratorie italiane hanno determinato l'invisibilità di decine di migliaia di persone che oggi sono in attesa di una risposta, impossibilitate a ottenere una residenza, un conto bancario o l’accesso ai servizi sanitari.

Contro queste politiche disumanizzanti e razziste, buone solo per tenere viva la campagna elettorale permanente dei vari Fascisti di Stato, noi saremo organizzazione, solidarietà e lotta.

In un contesto che vede l’Occidente immerso in una economia di guerra e in un attacco senza precedenti a tutte le classi popolari, chiamiamo tutta la città a essere presente con noi alle prossime iniziative, quando porteremo ai tavoli istituzionali e non solo la voce degli “invisibili” su cui prosperano ricatti, caporalato, mafie e sfruttamento

 

Catania Antirazzista e USB