La Meloni rivendica il forte incremento di posti di lavoro, ma dimentica di precisare che si tratta di lavoratori poveri, condannati a salari da fame. Il lavoro che cresce in Italia è solo quello concentrato nei settori a bassa o bassissima retribuzione che i contratti a tempo indeterminato, ma per lo più part time, non risolvono. Invece di prendere atto che proprio la cancellazione della scala mobile produsse un arretramento dei salari che non ha eguali in Occidente, la Meloni plaude alla scelta infame che la Cisl di allora fece col patto di San Valentino e anzi, si congratula con la Cisl di oggi per la volontà dichiarata di agire nella stessa direzione. Favoleggia degli stanziamenti per i rinnovi dei contratti pubblici ma evita di prendere atto del fatto che le retribuzioni nella P.A. perdono terreno e che i nuovi contratti sono lontanissimi dall’Inflazione reale. Si vanta della riduzione delle aliquote IRPEF, che è l’ennesimo schiaffo alla progressività delle imposte e quindi un ulteriore regalo alle classi agiate.
Il Patto che adombra è un accordo dove solo chi accetta un maggiore sfruttamento può sperare di avere qualche ritorno salariale magari in termini di welfare aziendale. Ma ha fatto male I conti: questo paese sta diventando una polveriera e non solo per le armi che sembrano essere diventate le uniche merci che vogliamo continuare a produrre.
Unione Sindacale di Base