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Comunicati Stampa

USB CS: Alitalia Sai AS e Cityliner. Aperta la procedura di licenziamento collettivo: tempismo perfetto e accanimento contro 2000 lavoratori

Roma,

Per i lavoratori del gruppo Alitalia non sono finite le cattive notizie. Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che ha rinviato ai giudizi di merito le valutazioni sui ricorsi precisando i riferimenti normativi, la ex compagnia aerea ha inviato oggi 10 luglio, l’ennesima procedura di licenziamento collettivo che riguarda 1927 dipendenti di Alitalia e 36 di Cityliner. Quindi se non ci saranno provvedimenti di tutela il 31 ottobre prossimo i lavoratori riceveranno le lettere. Sono ancora esorbitanti i numeri di dipendenti che si avvicinano alla fine degli ammortizzatori conservativi senza reali prospettive di ricollocazione ed è per questo che USB chiederà ulteriore proroga di Cigs. Pochissimi tra questi lavoratori raggiungeranno la pensione nei prossimi anni. Tutto questo accade mentre Ita Airways continua ad assumere a tempo determinato dal mercato trasformando poi questi contratti, mentre chi aveva il posto viene scartato. La stessa mancanza di garanzie viene da Atitech e da Airport Handling che potrebbero acquisire dal bacino cigs Alitalia. Troviamo questa comunicazione tempestiva e coerente con quanto il sistema ha predisposto e anche con la decisione presa dalla Corte Costituzionale, la quale con grandissimo ritardo e senza un minimo di empatia, ha affermato l’8 luglio scorso che il decreto Meloni non era neppure necessario. Ha ritenuto, infatti, ancora valida ed applicabile la legge del 1999 art. 56 comma 3 bis nei casi di fallimento liquidatorio nonostante una sentenza della Corte di Giustizia europea avesse chiesto all’Italia di separare con norme chiare le procedure liquidatorie da quelle di aziende in stato di crisi. Proprio il tema considerato essenziale per dirimere la questione. Sarebbe quindi sufficiente questa condizione per concludere in base alle norme che regolano le procedure concorsuali, come la cessione degli asset non fosse una messa in liquidazione. Tutto questo ricadrà su migliaia di famiglie e sarà pagato a caro prezzo dalle persone secondo logiche da tritacarne. Nei prossimi giorni sarà indetta un’assemblea anche con le sigle che da sempre hanno cercato di resistere a questo disastro e con i lavoratori che non si arrenderanno.

USB LAVORO PRIVATO