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UNA VOLTA ERAVAMO POMPIERI, OGGI CHI SIAMO? ….. PERSI TRA UNA NASSA DI ACRONIMI.

Nazionale,

 

 

Una volta eravamo Pompieri: a Capannelle quasi trenta anni fa, quindi non da oggi, ci riempivano la testa con - non siete pompieri, siete Vigili del Fuoco, professionisti del soccorso!

Pagati però da operai nemmeno specializzati. Ci hanno fottuto con la storia dei professionisti, facendo leva sulla passione personale, a volte sull’ambizione, sono nate dal basso tante specialità, mentre si assisteva al declino delle poche specializzazioni riconosciute: TLC, nautici, sommozzatori ed elicotteristi. Il SAF è stato l’apripista, il primo settore a strutturarsi con un percorso articolato, che andava dall’1A al 2B poi futuro elisoccorritore. Un percorso ben articolato e veramente professionalizzante, così ben costruito che l’amministrazione ha sentito il bisogno di smontarlo e peggiorarlo. Così un’idea partita dalla truppa e presa in mano dalla dirigenza del Corpo Nazionale è andata ad arenarsi.

USB da anni denuncia l’ingegnerizzazione del soccorso, ovvero la volontà di chiudere il soccorso dentro degli schemi che mal si accordano con lo scenario reale degli interventi, con la necessità del Pompiere, scusate… Vigile del Fuoco, di portare soccorso. La volontà dell’amministrazione, della sua dirigenza, è quella di mettersi in sicurezza, di tutelarsi legalmente, più che di far funzionare il soccorso. Non è vuota polemica, sono i fatti a confermare questa triste parabola alla quale stiamo assistendo. Non aiuta la natura prefettizia che ha ammorbato la nostra struttura, ci mancavano loro, i perfetti prefetti così prolifici di circolari e norme, a ricordarci in quale buco ci siamo ficcati con la riforma, con la legge 252 del 2004. Così oggi ci troviamo in questa nassa di acronimi, con decine di manuali operativi, POS e circolari, totem di centinaia di pagine, che anche se ignorate da gran parte dei lavoratori, sono lì come una spada di Damocle sul capo del lavoratore, soprattutto del capo squadra, che in caso di incidente risponde per tutti e la legge non ammette l’ignoranza e non perdona neppure la buona fede.

Ci hanno fottutto il cervello con gli acronimi, con le patacche sulle giacche, non vogliamo essere chiamati operai, ma professionisti del soccorso? Pretendiamo una paga da professionisti o rimarremo operai. La maggioranza di noi è entrato con la terza media, titolo operaio. Non dobbiamo vergognarsi di questo titolo, anche se tra noi ci sono tanti laureati, tenuti in nessun conto dall’amministrazione, siamo sempre pagati da operai. Siamo SAPR, USAR, TAS, SAF, NIAT, GOS, SA, NBCR, ecc… ma sempre operai, pagati da operai! Operai illusi di essere quello che non siamo, ovvero professionisti, pagati da operai, nemmeno specializzati.

Svegliamoci, apriamo gli occhi, i dirigenti stanno prendendo il grosso della torta, con i loro CUD a cinque zeri, solo la retribuzione di rischio di un dirigente generale è il doppio del nostro stipendio annuo. Quale il loro rischio! Il ferimento con una penna stilografica mentre firmano l’ennesima circolare? Qualcuno indignato ci dirà che è facile ironia, financo becera. Ci scusino i nostri detrattori se ci permettiamo l’ardire, ma quando ti accorgi che vieni pagato all’ora meno di una badante, è facile che fai dei confronti.

Ci trattano da fessi, ci fanno credere che la formazione è per noi fondamentale perché è la garanzia della nostra sopravvivenza, perché altrimenti solo i cassonetti ci farebbero fare. Ma è una cagata pazzesca, la verità è che grazie alla nostra professionalità di operai che sanno lavorare, che hanno passione, coraggio, spirito di squadra, abnegazione, i gaglioffi in cravatta si sono fatti belli con la politica e con le istituzioni, prendendo premi e riconoscimenti, aumenti salariali veri, non elemosina come noi operai, non misere croci di latta dopo quindici anni di onorato servizio.

Una volta eravamo pompieri: oggi abbiamo tante competenze, tante conoscenze, tante responsabilità in più, tanti acronimi, alcuni anche tanta boria e uno stipendio che vale meno di venti anni fa.

Buon Natale e auguri per un nuovo anno di risveglio dal torpore che ci ha colto.