Questa O.S. invia le proprie osservazioni in virtù del recente esame preliminare del DPCM di riorganizzazione del Ministero della Salute, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta n.49 del 6/9/2023, nonostante non siano state richieste.
È da sottolineare che anche questa volta sono stati i giornali che “on line” hanno diramato in anteprima la bozza del DPCM, mentre le organizzazioni sindacali tutte hanno ricevuto l’informativa in oggetto, poche ore prima della riunione di Palazzo Chigi, con gli schemi già formalmente approvati dal Consiglio dei ministri.
Eppure nell’incontro con il Ministro del 5 luglio 2023, con il Capo di Gabinetto ed il Capo della Segreteria Tecnica, e con l’Amministrazione, USB aveva chiesto “un maggior coinvolgimento delle OO.SS. nella stesura del prossimo schema di DPCM o DPR di riorganizzazione del Ministero della Salute. Nel corso dell’ultimo decennio l’evoluzione normativa ha modificato e aumentato le competenze del Ministero della Salute (Covid19, Norme emergenziali, Regolamenti comunitari, Uffici periferici, ecc.) che richiederebbe, in tempi brevi, una riorganizzazione ministeriale condivisa ed un incremento considerevole ed appropriato del personale del comparto, con una visione più ampia di ogni attività, in stretta correlazione con tutte le professionalità della dirigenza che sono maggiormente diversificate”.
Tralasciando nei dettagli l’intero articolato, questa organizzazione sindacale USB esprime
enormi perplessità circa l’abolizione, nell’era digitale, della Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica (DGSISS) le cui competenze sono state suddivise tra l’Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza e la Direzione generale delle risorse umane e del bilancio inclusi nello stesso nuovo Dipartimento. L’Unità di Missione svolge attualmente le attività di monitoraggio sull’attuazione degli interventi e delle riforme PNRR di competenza del Ministero della salute e che comprende tutti i progetti DGSISS. Il DPCM di riorganizzazione attribuendo all’Unità di Missione e alla Direzione generale delle risorse umane e del bilancio le competenze, svolte finora dalla DGSISS, determinerebbe un netto conflitto di interessi. Inoltre, verrebbero ad innescarsi forti difficoltà nella gestione dei software.
Tale modifica sancisce la definitiva e completa privatizzazione in esternalizzazione dell’informatica al R.T.I., appalto dei servizi generali informatici del Ministero.
A tal proposito USB conferma la contrarietà a questa politica di privatizzazione dei servizi e Ministero della Salute.
Si evidenzia, da una prima lettura del DPCM di organizzazione, che non si comprendono se preventivamente da diversi mesi.
Per quanto riguarda le sedi periferiche del Ministero della Salute, non si comprende come mai vengano omesse o dimenticate nel preambolo del DPCM le sopracitate norme di trasferimento di competenze. Nello specifico l’entrata in vigore del decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 24, ha trasferito le competenze degli ex Posti di ispezione frontaliera (PIF) e le competenze ex PED degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF) ai Posti di controllo frontalieri del Ministero della salute (PCF) riconosciuti dalla Commissione Europea. Tale disposizione normativa, dal marzo del 2021, ha modificato di fatto l’assetto organizzativo degli ex uffici PIF, i quali hanno assunto la denominazione di Posti di Controllo Frontaliero del Ministero della Salute. Dal momento che le nuove competenze istituzionali di questi uffici PCF sarebbero riconducibili, maggiormente, alla sicurezza alimentare e considerevolmente superiori, rispetto ad altre attività, sarebbe stato logico trasferire le funzioni svolte dall’attuale DGSAF alla Direzione generale dell’igiene e della sicurezza alimentare o almeno accorpare ad un’unica nuova direzione generale tali funzioni trasversali. Per cui, nello svolgimento delle proprie funzioni, la Direzione generale dell’igiene e della sicurezza alimentare, in raccordo con la Direzione generale della salute animale, dovrebbe avvalersi degli uffici periferici (UVAC-PCF). In tal modo le difficoltà operative degli uffici periferici nell’interfacciarsi con gli uffici parallelamente competenti presso la sede centrale verrebbero meno. D'altronde il DPCM prevede che tale Direzione generale svolge le proprie funzioni in raccordo con gli uffici periferici di sanità (USMAF-SASN), omettendo o dimenticando gli uffici periferici veterinari (UVAC-PCF), già in essere nell’attuale organizzazione ministeriale.
L’esperienza della gestione pandemica che ha coinvolto sin dall’inizio, prima ancora della dichiarazione dello stato di Emergenza, tutte le sedi degli uffici periferici USMAF-SASN, come primo filtro nel contrastare la diffusione e la trasmissione del virus SARS-CoV-2 (Covid19), in una situazione di emergenza internazionale, non si riflette, relativamente alle sedi periferiche, sul DPCM di riorganizzazione, nella nuova Direzione generale delle emergenze sanitarie, che nelle funzioni dovrebbe proprio avvalersi anche degli USMAF-SASN, in raccordo con la Direzione generale della prevenzione. È da ricordare che gli USMAF sono tutt’ora impegnati nelle operazioni emergenziali di sbarco delle popolazioni migranti e sono già formati in caso di future possibili emergenze sanitarie. Inoltre è da ricordare che con l’uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, e di conseguenza con
l’introduzione effettiva della cosiddetta “BREXIT”, le sedi USMAF hanno visto intensificarsi le proprie attività soprattutto nelle sedi periferiche degli scali aeroportuali.
Oltre alla situazione, ormai non più sostenibile, dei SASN sui quali non sussiste la programmazione e il controllo centrale diretto dell’uniformità del trattamento dell’utenza aeronavigante, della gestione del personale nonché la garanzia del benessere psico-fisico dei dipendenti.
Appare evidente che occorrerebbe, oggettivamente, individuare le relative Direzioni generali di afferenza in base all’effettiva attività svolta dagli uffici periferici, essendo (UVAC, PCF, USMAF, SASN) diversificate, tra esse, sia logisticamente che per compiti istituzionali, evitando così conflitti di competenze e criticità operative non indifferenti. Ciò è dimostrabile anche dalle relazioni delle numerose attività svolte dagli uffici periferici, pubblicate sul sito web istituzionale, nelle rispettive sezioni, che confermano che le sedi periferiche del Ministero della Salute si occupano principalmente di sanità animale (UVAC), sicurezza alimentare (PCF), profilassi internazionale (USMAF), assistenza sanitaria (SASN).
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le gravi carenze di personale presso tutte le sedi del Ministero (centrali e periferiche);
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la gestione informatica e dei vari servizi affidati dal Ministero ai privati;
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l’immissione nei ruoli dell’Amministrazione dei circa 90 lavoratori delle professioni sanitarie non mediche in servizio negli ambulatori SASN;
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le difficoltà operative e gestionali dei SASN destinati in pochi anni, inevitabilmente, all’azzeramento degli organici;
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la stabilizzazione dei 18 Tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, a tempo determinato, in scadenza contrattuale il 30 del corrente mese;
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la questione contorta e complessa degli Assistenti di Prevenzione e Sanità;
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l'ammodernamento delle strutture (edifici) della rete territoriale e periferica del Ministero;
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il riconoscimento delle sedi disagiate e isolate degli uffici periferici di nuova ubicazione;
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il lavoro da remoto a regime;
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la gestione dei compensi accessori (Art. 7 e FRD);
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le procedure delle progressioni verticali con i passaggi all’Area superiore.
Quest’ultima tematica richiede l’immediata attuazione, nonostante poteva già essere implementata con la norma di prima applicazione del CCNL-FC per tutti i lavoratori (anche in possesso del solo di diploma), ma che invece il CCNI 2023/2025 (non siglato da USB) ha previsto solo il passaggio di appena 43 unità, dall’Area degli Assistenti all’Area dei Funzionari, entro il 31/12/2024.
Tanto si rappresenta perché il Ministro e l’Amministrazione vogliano approfondire sulle specifiche competenze di ciascuna Direzione generale, accrescere l’efficacia organizzativa degli Uffici centrali e periferici del Ministero della Salute, facilitare la conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro, a tutela della maternità e della paternità, e come più volte annunciato “investire sul capitale umano”, che necessita di essere sensibilmente potenziato.
USB PI Ministero SALUTE