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Città metropolitane

USB Roma aderisce al presidio per il consiglio comunale aperto, contro il modello della speculazione della giunta Gualtieri. Ore 11:00 Piazza del Campidoglio

Roma,

La federazione romana dell’USB aderisce al presidio per un consiglio comunale aperto lanciato insieme a comitati ambientalisti e civici, con altre realtà sociali e politiche della città, per un consiglio comunale aperto. Vogliamo discutere i problemi di Roma pubblicamente, cui rispondere con un modello radicalmente differente da quello della speculazione, della turistificazione e del modello giubileo portato avanti dalla Giunta Gualtieri.

Di seguito il comunicato congiunto.

Reclamiamo insieme un consiglio comunale aperto. Giovedì 4 dicembre, ore 11 Piazza del Campidoglio. Appello delle realtà organizzate sui territori contro speculazione, cementificazione e nocività, per la città pubblica

Siamo lavoratori e lavoratrici di Roma, abitanti dei quartieri popolari, organizzazioni, realtà di lotta e comitati attivi sul territorio, impegnati nella difesa dei diritti e dell’interesse pubblico, dei beni collettivi e degli spazi di democrazia. Viviamo quotidianamente la città, i suoi quartieri, le sue contraddizioni e le sue potenzialità. Da questa esperienza nasce la nostra richiesta: restituire centralità alla voce e alle necessità di chi vive la città, tramite la partecipazione e il confronto pubblico, oggi gravemente compressi.

Roma sta attraversando una fase di trasformazione profonda, accelerata dai fondi PNRR e dall’Anno Giubilare. Risorse che avrebbero potuto rafforzare diritti, servizi e coesione sociale stanno invece consolidando un modello decisionale accentrato, opaco e finalizzato agli interessi di privati e speculatori. Di fronte a una città in ginocchio, con l’esplodere di contraddizioni enormi sul piano sociale e di lavoro, democratico e ambientale, l’amministrazione governa sempre più attraverso procedure straordinarie anche in assenza di emergenza, con tempi e percorsi che impediscono un reale confronto pubblico.

Pressata da scadenze fissate a livello nazionale ed europeo, e spesso in ritardo strutturale, la macchina amministrativa accelera: appalti accelerati, progettazione a tappe forzate, processi di condivisione con la cittadinanza ridotti al minimo. Si chiede a chi opera nei territori, nei servizi, nelle reti sociali e nei cantieri una disponibilità incondizionata, a realizzare senza discutere, a eseguire senza poter contribuire realmente alla definizione delle priorità.