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Entrate Veneto

Veneto - Entrate, opportunità NON colte

Verona,

23 MAGGIO  2019 – 23 AGOSTO 2019

LA STAGIONE DELLE OPPORTUNITÀ NON COLTE

Proprio oggi fanno tre mesi da quando si è svolto lo sciopero alla D.P. di Verona, il 23 maggio scorso.

Uno sciopero, indetto da CGIL UIL USB e FLP, che sfidando paure e minacce diffuse in quantità nei giorni precedenti, aveva mostrato la determinazione del personale contro la limitazione del diritto alle ferie, l’assoluta disattenzione alle esigenze e agli obblighi in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro, la qualità della gestione delle relazioni sindacali, il degradare (fino addirittura al facchinaggio) delle mansioni da svolgere.

Uno sciopero che doveva prevedere, come ovvio e naturale seguito, l’interruzione delle relazioni sindacali presso la DP di Verona e la riapertura della trattativa presso la sede negoziale superiore (la Direzione Regionale) in attesa che gli organi di controllo interno dell’Agenzia facessero piena luce sui gravi atteggiamenti antisindacali contestati al Direttore Provinciale.

Un ricorso al tavolo di trattativa regionale del tutto diverso dai soliti, spesso rivelatisi inconcludenti: perché diverso nelle premesse (vi approdava sull’onda di uno sciopero e scaturiva dalla rottura delle relazioni sindacali in sede locale per sospetti atteggiamenti intimidatori del dirigente); perché con la fondata possibilità di raccogliere la solidarietà delle RSU delle altre Direzioni Provinciali del Veneto, alcune delle quali avevano già manifestato interesse e simpatia verso i contenuti e le iniziative sindacali di Verona; perché con l’alternativa di ricorrere, se del caso, anche al tavolo di trattativa nazionale già formalmente messo al corrente delle vicende veronesi.

Tutto questo, invece, non è avvenuto perché una delle sigle sindacali promotrici dello sciopero (la UIL) ha fatto improvvisamente marcia indietro e abbandonato il campo con la scusa dell’imminente e importante trattativa locale sul Fondo di produttività 2016 – 2017 che sconsigliava la rottura delle relazioni sindacali.

Come previsto già all’epoca, la trattativa sul Fondo non aveva in realtà nessuna imminenza: il primo dei due soli incontri che si sono finora svolti è stato fatto il 2 agosto. Inoltre, la trattativa è ancora piuttosto in alto mare e non sono previsti altri incontri prima del prossimo 12 settembre. Di più: i soldi da contrattare sono 0,00 (zero) euro per l’Ufficio Provinciale del Territorio; circa 15/16.000 euro, per ciascuno dei due anni in questione, per gli altri Uffici e strutture della D.P., ossia, riguardante una platea di circa 350 dipendenti quali potenziali fruitori (pari a 45 euro lordi pro-capite).  

In compenso, le questioni che erano alla base della vertenza e dello sciopero restano ancora tutte aperte ed irrisolte: l’atto dispositivo sui piani ferie, la valutazione delle condizioni di stress ambientale e lavorativo all’interno degli uffici, l’attività di facchinaggio per il personale di 2^ Area, la gestione delle relazioni sindacali per tutto ciò che non è materia di contrattazione o confronto strettamente contemplata dal CCNL (ultimo esempio: la questione, di cui non si può discutere, dell’incremento del carico di lavoro del personale degli uffici territoriali per ovviare ai vuoti in organico lasciati da coloro che sono andati in pensione o che sono transitati al nuovo ufficio istituto o che hanno vinto il concorso da POER). Al contempo, si è persa ogni traccia riguardo all’accertamento delle eventuali responsabilità del Direttore per i contestati atteggiamenti intimidatori in occasione dello sciopero.

Alla luce di tutte queste circostanze, la scusa della trattativa sul Fondo di produttività per interrompere il proseguo della vertenza non ci ha mai persuasi, mentre ci pare più plausibile immaginare che sia intervenuto un richiamo all’ordine da parte dei vertici sindacali nazionali per ripristinare a livello locale quel rapporto tra sodali che vige da tempo sul piano nazionale tra CISL UIL UNSA CGIL e FLP e anche perché non sta bene maltrattare oltremodo un dirigente specie se di probabili simpatie sindacali verso la medesima area. E pazienza, immaginiamo ancora sia il pensiero di quei vertici, per quegli “insubordinati” dei rappresentanti locali di CGIL e FLP che si ostinano a non avere pregiudizi verso USB la quale andrebbe invece isolata e non soltanto esclusa da ogni tavolo di trattativa.    

Ma in tale contesto, la tutela degli interessi dei lavoratori? ... Niente di più di una variabile dipendente, come tante altre.