1 marzo 2010 - Redattore Sociale
IMMIGRAZIONE
A Napoli anche gli immigrati di San Nicola Varco
Oltre 5 mila persone in corteo. Chiedono strutture di accoglienza contro la politica degli sgomberi, mercati per il lavoro ambulante e pari dignità di trattamento tra le attività commerciali di italiani e immigrati
di Maria Nocerino
NAPOLI - Anche Napoli si mobilita per il primo marzo. Oltre 5 mila persone hanno sfilato stamattina nel corteo partito da piazza Garibaldi e conclusosi a piazza del Plebiscito per la manifestazione "Nessun essere umano è illegale!", aperta dallo spezzone dei migranti con simboli gialli contro la discriminazione. Gli immigrati sono arrivati numerosi da ogni parte della Campania, alcuni sono giunti in pullman da Caserta e Salerno, tra loro anche gli sgombrati di S. Nicola a Varco. I manifestanti, in attesa di incontrare il prefetto di Napoli, hanno occupato la piazza e sono pronti a rimanervi fino a notte fonda se non avranno risposte. I primi gruppi di italiani e migranti sono partiti stamattina dalla stazione di Napoli e si sono riuniti agli studenti provenienti da piazza del Gesù e al corteo di disoccupati giunto da piazza Mancini. "Siamo in piazza - spiega l'ucraina Svetlana, referente del sindacato di rappresentanza di base, uno dei promotori dell'iniziativa - per informare la gente sulle pericolose conseguenze di una legge che criminalizza gli immigrati: oggi tutti noi ci troviamo a vivere in un clima di paura anche per la minima cosa. Oltre a Napoli, siamo riusciti a mobilitare altre città campane, come Caserta e Salerno da cui sono arrivati moltissimi rappresentanti delle comunità immigrate, compresi gli sgombrati di S. Nicola a Varco". Tra le persone che sono scese in piazza stamattina ci sono anche gli operatori sociali e i mediatori culturali che hanno scioperato in blocco. In programma per tutta la giornata anche dibattiti, come quello all'università L'Orientale sugli effetti delle politiche del governo italiano con interventi dei docenti Ian Chambers e Silvana Carotenuto e di migranti delle comunità napoletane. La rete antirazzista di Quarto ha affisso striscioni nei luoghi del caporalato. Previsti anche un'estemporanea di disegnatori contro il razzismo, e, insieme agli interventi dei migranti e degli antirazzisti dal palco, i contributi di artisti e musicisti, installazioni, tammurriate, percussioni e rappresentazioni teatrali. "Noi immigrati che viviamo e lavoriamo in questo paese si legge nel documento siglato dalle associazioni campane - che siamo una parte del suo presente e del suo futuro, subiamo un clima di crescente razzismo. Ogni giorno si ripetono soprusi, forme di discriminazione giuridica, violenze e condizioni di sfruttamento al limite dello schiavismo, che calpestano la stessa dignità umana!". Queste alcune delle richieste che riguardano, in particolare, la situazione campana: risoluzione dei problemi che ostacolano la regolarizzazione; strutture di accoglienza contro la politica degli sgomberi senza alternative; mercati per il lavoro ambulante e pari dignità di trattamento tra le attività commerciali di italiani e immigrati; più diritti e sicurezza per i lavoratori impegnati nell'edilizia, nell'industria tessile, nell'agricoltura e nel
1 marzo 2010 - Dire
1 marzo 2010 - Dire
Lo sciopero degli immigrati: "Nessun essere umano è illegale"
Roma, Napoli, Milano, Bologna... Nelle città italiane gli stranieri scendono in piazza a migliaia contro il razzismo e per i loro diritti. Colf, badanti, manovali, tecnici: ce la farebbe il nostro Paese senza di loro?
NAPOLI - Anche Napoli si mobilita per il primo marzo. Oltre 5 mila persone hanno sfilato stamattina nel corteo partito da piazza Garibaldi e conclusosi a piazza del Plebiscito per la manifestazione 'Nessun essere umano è illegale!', aperta dallo spezzone dei migranticon simboli gialli contro la discriminazione. Gli immigrati sono arrivati numerosi da ogni parte della Campania, alcuni sono giunti in pullman da Caserta e Salerno, tra loro anche gli sgombrati di S. Nicola a Varco. I manifestanti, in attesa di incontrare il prefetto di Napoli, hanno occupato la piazza e sono pronti a rimanervi fino a notte fonda se non avranno risposte. I primi gruppi di italiani e migranti sono partiti stamattina dalla stazione di Napoli e si sono riuniti agli studenti provenienti da piazza del Gesù e al corteo di disoccupati giunto da piazza Mancini. 'Siamo in piazza- spiega l'ucraina Svetlana, referente del sindacato di rappresentanza di base, uno dei promotori dell'iniziativa- per informare la gente sulle pericolose conseguenze di una legge che criminalizza gli immigrati: oggi tutti noi ci troviamo a vivere in un clima di paura anche per la minima cosa. Oltre a Napoli, siamo riusciti a mobilitare altre città campane, come Caserta e Salerno da cui sono arrivati moltissimi rappresentanti delle comunita' immigrate, compresi gli sgombrati di S. Nicola a Varco'.
Straordinaria riuscita della giornata
per i diritti degli immigrati
Migliaia e migliaia di immigrati e immigrate sono scesi in piazza ieri, insieme a lavoratori italiani, giovani, movimenti di lotta, per rivendicare tutti quei diritti che nel nostro paese vengono negati da un Governo che si rifiuta di riconoscere una realtà che è sotto gli occhi di tutti: gli immigrati fanno parte a tutti gli effetti della nostra società.
Si continua con scelte politiche razziste, acuite ultimamente dall’applicazione delle norme contenute nel cosiddetto ‘pacchetto sicurezza’, si declamano come risultati eccellenti la diminuzione degli sbarchi senza dire che sono dovuti alla barbara pratica dei respingimenti in mare da dove gli immigrati vengono mandati a morire nei deserti libici, ma si tace sui richiami che persino l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati rivolge all’Italia per non avere nessuna legge sul diritto d’asilo.
Si tace soprattutto sulla mancanza di diritti per chi da anni risiede e lavora sul nostra paese, sul fatto che se il permesso di soggiorno è strettamente legato al contratto di lavoro e se ti licenziano, e oggi con la crisi molti immigrati vengono espulsi dai processi produttivi, corri il rischio di essere internato nei Centri di Identificazione e Espulsione, che i figli degli immigrati che regolarmente vivono nel nostro paese, al raggiungimento della maggiore età, pur nati in Italia, dovrebbero essere mandati nei paesi d’origine dei genitori, che magari non hanno mai conosciuto e di cui non parlano la lingua.
In un mondo che si proclama globalizzato, che si vanta di aver liberalizzato la circolazione delle merci e del denaro, solo agli esseri umani viene impedita la possibilità di decidere dove costruire la propria vita!
La giornata di ieri ha inteso portare all’attenzione dei lavoratori e cittadini del nostro paese, alle istituzioni, alle forze politiche che non avendo idee su come uscire dalla crisi, inventano nemici su cui scaricare la frustrazione, la confusione, il disagio di enormi settori popolari con cui ottenere facili consensi elettorali.
Dobbiamo continuare e rafforzare la lotta degli immigrati e delle immigrate perché ogni diritti negato loro porta ad un abbassamento dei nostri diritti .
L’unità dei lavoratori italiani e immigrati nelle lotte è estremamente necessaria per resistere all’attacco padronale e governativo ai diritti dei lavoratori che anche in questi giorni va avanti nelle aule parlamentari, con le privatizzazioni dei servizi pubblici, con licenziamenti, chiusura di aziende.
Per i diritti e per il lavoro nessuno è straniero
Roma, 2.3.2010