In un tavolo come quello di ieri, presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza dei ministri Giorgetti ed Orlando, a cui hanno preso parte anche gli enti locali, l’azienda ha dipinto una realtà che semplicemente non esiste.
Va riconosciuto sicuramente il valore dell’intervento di Franco Bernabè che ha chiarito che il progetto per portare lo stabilimento verso la transizione ecologica e quindi verso un futuro fatto di maggior produzione, ma con più rispetto per l’ambiente, è lungo e complesso. Si parla di quasi un decennio per quanto riguarda le prospettive di completamento.
E nel frattempo cosa pensa di fare il Governo? Diventa infatti complicato fare un ragionamento serio in un contesto nel quale si cerca di dipingere un quadro della situazione che non esiste, senza avere nemmeno uno straccio di documento, di piano, di crono-programma.
Cosa facciamo in questi dieci anni, in attesa che si risolvano i problemi soprattutto di carattere finanziario e di liquidità di cui si sta parlando molto in questa sede?
È impensabile stare ad aspettare e tenere metà del personale in cassa integrazione con una retribuzione mensile di 900 euro; è necessario poi occuparsi dei 1.600 lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria, di cui ci si occupa troppo poco.
Per USB sarebbe inaccettabile che la crisi di liquidità dichiarata dall’azienda sia gestita dal Governo con un’ulteriore iniezione di denaro pubblico senza alcuna condizionalità in merito al piano, alla gestione finora unilaterale dell’organizzazione del lavoro e degli ammortizzatori sociali e senza una chiarezza sul quadro occupazionale, nonché una verifica dell'effettiva effettuazione delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti e degli interventi previsti.
Oggi la nostra organizzazione, di fronte ad una ricostruzione dei fatti totalmente slegata dalla realtà, non può che insistere col chiedere la verità sulle intenzioni. Non ha senso continuare a discutere senza mettere sul tavolo le questioni reali. Per l’Unione Sindacale di Base senza questi presupposti l’alternativa non può che essere la mobilitazione.
Al termine dell’incontro la delegazione di USB ha richiamato l’attenzione sulla situazione di Genova, dove a differenza di Taranto, l’accordo di programma esiste dal 2005, è stato sottoscritto nel 2018 dagli attuali gestori, ma viene ancora disatteso. I lavoratori di Acciaierie D’Italia sono in cassa integrazione senza una vera garanzia di mantenimento del reddito, e senza poter usufruire di un diritto, come quello che gli permetterebbe di essere impiegati nei lavori di pubblica utilità.
Abbiamo richiesto quindi al Ministero di verificare la corretta applicazione dell'accordo di programma che deve tenere dentro anche i lavoratori di Acciaierie D'Italia collocati in cigs, non dimenticando di tutelare i lavoratori di Ilva in AS.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, al termine dell’incontro ha preannunciato la convocazione di un nuovo confronto nel mese di luglio, prima della pausa estiva.
USB Lavoro Privato – Industria
Coordinamento nazionale USB Acciaierie d’Italia