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Logistica

Amazon e appalti drivers: basta vessazioni e sfruttamento! USB in conferenza stampa davanti all’Hub di Pisa

Pisa,

Dal 2017 il corriere Amazon in Italia è assunto in appalto in qualità di “operaio G1” del settore “Logistica e Trasporti – spedizione merci” presso una sede territoriale denominata Delivery Station. L'aspetto pratico prevede che il lavoro sia gestito dalla committente sia in termini di generazione delle rotte sia in termini operativi per l'esecuzione della consegna mediante una applicazione chiamata “Amazon Flex”, a cui si accede con un account fornito dall'appalto. L'appalto si occupa prevalentemente della gestione del personale e dell'andamento delle rotte.
Le rotte vengono elaborate su un nastro giornaliero di 8 ore e 50 minuti e l'operaio G1 opera in regime di discontinuità: ossia per l'inquadramento della figura professionale viene definito che nell'arco di una tipica giornata lavorativa hanno modo di presentarsi degli intervalli di inattività che sia legittimo non retribuire. Di conseguenza l'orario di attività di questo specifico personale viaggiante può estendersi oltre l'orario stabilito dal contratto di assunzione, sino ad un tetto massimo di 5 ore settimanali (da riparametrare nel caso dei part-time) senza che tale estensione sia retribuita in alcuna forma. I carichi di lavoro non si misurano né in numero di colli né in numero di clienti, bensì in stop. Uno stop racchiude tutti i clienti nel raggio di duecento metri da quello che viene preso come riferimento dal sistema di generazione delle rotte. Una rotta generica localizzata fuori da aree urbane prevede un andamento medio di 20 stop all'ora una volta sottratti il viaggio di andata e di ritorno e 30 minuti di pausa.
Le settimane vengono organizzate regolando una turnazione che si muove su tutti e sette i giorni. Generalmente i turni vengono ponderati dall'azienda appaltatrice senza accordarsi con i lavoratori e senza rispettare i giorni della settimana stipulati dal contratto di assunzione, contravvenendo in questo modo alla clausola detta “elastica e flessibile” qualora non fossero riconosciuti la maggiorazione corrispondente ed i vincoli di usufrutto che vi sono determinati. Inoltre la maggior parte dei driver sono assunti con part-time al 60% a cui si richiedono costantemente prestazioni supplementari. Il lavoro supplementare viene sfruttato anche per tagliare delle rotte all'ultimo minuto e dunque per cancellare e non retribuire del lavoro preannunciato, mantenendo intatti gli accordi contrattuali nei termini di un “Contratto a tempo”.
Nell'accordo di Secondo livello sottoscritto nell'ultimo rinnovo del 2022 nel quale si dichiara che, in caso di tagli rotta notificati la mattina stessa della giornata in cui il lavoratore è convocato, tale giornata deve essere retribuita normalmente escludendo l'indennità di trasferta. Sebbene l'articolo 9 dell'accordo di Secondo livello non denunci l'abuso del lavoro supplementare pur riconoscendo quantomeno un rimborso per l'impegno profuso sino all'ultimo momento dal soggetto operatore, tuttavia le aziende appaltatrici usano dimenticarlo ed i sindacati confederali ‘dimenticano’ di rivendicare. Tantomeno l'articolo 16 inerente all'anzianità di appalto per le stabilizzazioni.
Il personale viaggiante dell'ultimo miglio della filiera Amazon è il prototipo dell'industria 4.0 e la rappresentazione pragmatica dell'andamento del settore della Logistica tutto. E' un operaio cui i diritti vengono smantellati accordo dopo accordo, rinnovo dopo rinnovo: lo si obbliga a lavorare gratuitamente definendolo discontinuo; lo si obbliga a lavorare per retribuzioni di base al di sotto della soglia di povertà assumendolo al 60 %; lo si monitora attraverso strumenti di controllo; non lo si stabilizza mai; lo si affossa ogni giorno sotto centinaia di pacchi riducendoli ad un cumulo di stop, per tempi calcolati da macchine per le macchine, riducendolo ad un ingranaggio meccanico con obsolescenza programmata. Il corriere Amazon è un operaio che non solo necessita il rispetto delle tutele legali, bensì che venga riconosciuto l'abuso che subdolamente gli viene inflitto in un settore già deregolamentato e che vede in Amazon l'alfiere di una nuova forma di sfruttamento.
Spesso i lavoratori che movimentano le merci si trovano inquadrati con, paghe base e livelli più bassi previsti dal CCNL,  USB pretende che il lavoro sia retribuito in modo giusto e sufficiente equiparando al rialzo gli stipendi dei lavoratori che svolgono identiche mansioni. A uguale lavoro, uguale paga.
Quando le lavoratrici ed i lavoratori si organizzano con USB per risolvere i problemi specifici del loro posto di lavoro (sfruttamento economico, ritmi di lavoro elevati, turni massacranti, capi autoritari, discriminazioni ecc.) l’azione sindacale non si limiterà a risolvere quei problemi ma anche ad ottenere condizioni generali migliori per garantire il rispetto della dignità e dei diritti umani.

UNIONE SINDACALE DI BASE FEDERAZIONE DI PISA