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Comunicati generali

Assemblea CUB di ottobre. Noi non ci saremo


In allegato la lettera

A tutte le compagne e i compagni della CUB




La RdB non parteciperà all’Assemblea nazionale indetta a Milano per il 9/10/11 ottobre prossimo.



Questa decisione scaturisce dalla presa d’atto dell’impossibilità di avere, nella CUB, un confronto sereno, non viziato da volontà escludenti.



Tale impossibilità è testimoniata dagli atti che si sono succeduti nel tempo e che, in dispregio dello Statuto, ma ancor di più delle relazioni intercorse per ben 17 anni – cosa che ci interessa molto di più delle scartoffie –, hanno prodotto una rottura profonda all’interno della CUB.



Riteniamo non sia più utile ripercorrere momento per momento questa vicenda, chi l’ha seguita sa cosa è accaduto, chi non sa è perché non ha voluto sapere e vedere o perché gli è stato negato sapere e vedere.



Riteniamo però utile ricordare a tutti che l’Assemblea di Riccione, cui hanno partecipato oltre 500 delegati, molti dei quali non di estrazione RdB, si è guardata bene dall’approntare modifiche dell’assetto della CUB, di programmare la modifica degli organismi in carica, di escludere chicchessia, di inventarsi numeri di delegati che non stanno né in cielo né in terra senza alcuna verifica degli iscritti.



L’Assemblea di Riccione si è dedicata al confronto - aperto e a tutto campo - con tutti coloro che hanno sentito l’esigenza di condividerlo, sul futuro del sindacalismo di base, sui suoi limiti e le sue potenzialità, sulla presunta autosufficienza di tutti noi, sull’esigenza, che si è rivelata condivisa da tutti i presenti, di dare vita ad un soggetto nuovo, includente, democratico e partecipato, aperto a tutti i soggetti interessati.



Per questo l’assemblea di Milano ci sembra vecchia prima di essere stata celebrata, inutile ad affrontare i grandi spazi politici che la crisi sta ulteriormente aprendo al sindacato generale conflittuale, chiusa nella vecchia concezione per cui il sindacato nasce e muore nelle aziende, senza capire le novità che la frammentazione del tessuto produttivo ha generato, senza interrogarsi sugli strumenti utili ad affrontarle. C’è un mondo fuori della CUB, la CUB non è il mondo.



Non ci saremo quindi, non vi aiuteremo nelle pratiche suicide che trapelano dal documento preparatorio, ci sottraiamo e sottraiamo ciò che fino ad ora abbiamo costruito e consolidato - attraverso un modello di lavoro e di organizzazione che ha dimostrato di funzionare a dispetto delle rappresentazioni caricaturali che se ne fanno per esorcizzarlo – perché vogliamo mettere tutte le nostre energie, donne e uomini, decine di migliaia di iscritti, sedi, relazioni, peso politico e sindacale al servizio di un’ipotesi che guardi al futuro e non al passato.


Roma, 25 settembre 2009

 

p/Esecutivo nazionale RdB - Pierpaolo Leonardi