La tre giorni generale "Reddito contro rendita. Dalla parte del diritto all'abitare" che si è tenuta il mese scorso a Metropoliz ci ha restituito un quadro composito quanto allarmante del modo in cui, in diversi territori, da nord a sud, la defezione del governo e delle sue articolazioni locali nei confronti del diritto all'abitare sta determinando una crisi abitativa profonda che richiede risposte urgenti e collettive.
Mentre si pensa a realizzare grandi opere inutile e dannose, ad ampliare le servitù militari ed alimentare l'economia di guerra, poco o nulla viene fatto per arginare le migliaia di sfratti, sgomberi e pignoramenti che quotidianamente avvengono in tutti i territori, se non mettendo in campo soluzioni raccogliticce ed emergenziali, basate esclusivamente sulla (finta) tutela delle cosiddette fragilità sociali. Vengono di fatto osteggiati gli strumenti necessari per contenere e regolamentare canoni di locazioni sempre più esosi che riguardano tutte le persone escluse dall'accesso alla proprietà immobiliare o che non riescono ad ottenere un alloggio popolare pur avendone i requisiti, come ben esemplifica la vicenda di chi studia nelle università.
Le tendate in atto di fronte a tutti gli atenei italiani, infatti, ci parlano di come tutte le promesse fatte dal governo e dalle regioni per risolvere la piaga del caroaffitti siano rimaste sostanzialmente parole al vento, rendendo sostanzialmente impossibile trovare un alloggio accessibile per migliaia di student*, specialmente nelle città in cui trovare una casa è già difficilissimo a causa del dilagare incontrollato di affitti brevi turistici e del deliberato abbandono del patrimonio pubblico e privato in disuso. O meglio, si pensa a utilizzare il patrimonio pubblico vuoto per costruire nuove galere e centri di rimpatrio in cui detenere le persone migranti, anziché rifunzionalizzarlo per rispondere alla crisi abitativa dilagante!
Sul piano poi delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico e alla generale messa in sicurezza dei territori di fronte alla crisi climatica, la risposta governativa è sprecare risorse per alimentare la progettazione di grandi opere inutili e dannose come TAV, Ponte sullo Stretto e inceneritori vari. A chiudere il cerchio vi è infine il totale smantellamento degli strumenti di protezione sociale che sono necessari per avere una vita degna, dalla cancellazione del reddito di cittadinanza al disinvestimento totale sulla sanità pubblica e il diritto allo studio. A fronte di questa totale defezione dal diritto all'abitare, il governo si sta ampiamente spendendo per imporre una pace sociale 'armata' che passa per la prevenzione e criminalizzazione della solidarietà, delle pratiche di riappropriazione e delle lotte sociali (come dimostrano le manganellate sugl* student* che volevano contestare la Meloni al Festival delle Regioni a Torino), mentre si mettono in atto spettacolari operazioni mediatiche nei quartieri popolari.
Per tutte queste ragioni, è emersa con forza la necessità di ri-costruire un tessuto di mobilitazione comune che sappia porre con forza le istanze necessarie per un abitare degno, sicuro e accessibile attraverso il conflitto dentro ai territori. Questo è lo scopo della settimana di mobilitazione generale nei territori che inizierà il 16 ottobre, e che passerà per il corteo del 19 ottobre a Roma e per la mobilitazione a carattere nazionale e generale di Pisa -Coltano "Fermare l'escalation" del 21 ottobre. A dieci anni dal grande momento di mobilitazione nella città di Roma, proprio il 19 ottobre partiremo insieme dal piazzale della Sapienza per muoverci verso il Ministero delle Infrastrutture di Salvini, che tutto sta facendo meno che occuparsi del diritto all'abitare.
Per costruire insieme questo importante momento di lotta proponiamo a tutte le realtà e le persone attive dentro il territorio romano di sottoscrivere l'appello e incontrarci per una assemblea cittadina l'11 ottobre dentro l'occupazione di via del Casale de Merode 6/A. Per noi, uno dei luoghi simbolo dei percorsi di riappropriazione e rigenerazione dal basso del patrimonio inutilizzato, e che ad oggi è a rischio a causa delle impuntature ideologiche della regione Lazio. Una assemblea che dialogherà con gli appuntamenti nazionali, e le iniziative di lotta locali dei giorni seguenti (la presentazione delle liste di lotta degl* studenti il 12 ottobre a San Lorenzo, e la manifestazione sotto la Regione Lazio contro l'inceneritore di Santa Palomba del 13 ottobre), e per chiedere ancora una volta con forza che il Piano Strategico per l'Abitare del Comune di Roma esca dai cassetti e venga attuato quanto prima dentro la città, perché la crisi abitativa non può più aspettare.
Contro defezione e repressione, dalla parte del diritto all'abitare!
Prime firme:
Movimento per il Diritto all'Abitare
ASIA-USB
Cambiare Rotta