Dopo il balletto dei giorni scorsi tra rappresentanti del Governo e le organizzazioni datoriali - Lega delle Cooperative compresa - il Decreto sulla sicurezza viene modificato cedendo ancora una volta alle richieste di una classe imprenditoriale che intende continuare a rischiare il meno possibile per le proprie continue inadempienze in materia di sicurezza.
Rispetto al precedente testo, che per una serie di inadempienze gravissime prevedeva l’arresto da sei mesi a due anni, con questo Decreto il Governo uscente “regala” una diminuzione a 18 mesi commutabile in un’ammenda da 8 a 24 mila euro: ancora una volta, di fatto, la vita del lavoratore vale qualche euro, e questo non può rappresentare un deterrente serio e credibile.
Il continuo massacro quotidiano sul lavoro imporrebbe inoltre un maggior controllo, e dovrebbe prevedere a questo fine l’assunzione di migliaia di ispettori. Così come sarebbe necessario che gli ispettori del lavoro non fossero distolti dalla propria attività con gli impegni in commissioni, arbitrati e consulenze; oppure trasferiti, come è avvenuto per circa cento ispettori del lavoro della Direzione Provinciale di Roma, passati invece alla sede centrale del Ministero del Lavoro, che potrebbero essere utilizzati sul territorio a tutela dei diritti dei lavoratori e a salvaguardia della sicurezza dei luoghi di lavoro.
Per le RdB-CUB è indispensabile che il movimento dei lavoratori risponda con fermezza a chi, come Confindustria e Governi di riferimento, vuole imporre ulteriori arretramenti in termini di diritti, di dignità, di sicurezza e di salario, così come è indispensabile abrogare l’insieme delle leggi liberiste che hanno determinato flessibilità e precarietà.
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