Si è tenuta ieri, su richiesta sindacale, una riunione con i vertici dell’Inail sulle condizioni del Centro protesi di Vigorso di Budrio a seguito dell’alluvione che lo ha devastato. Presenti all’incontro, oltre alle OOSS nazionali, le RSU dei Centri protesi e la RSU del personale metalmeccanico.
Abbiamo ascoltato con grande attenzione le testimonianze portate dagli RSU e RLS del Centro Protesi sulle ore drammatiche vissute tra il 16 ed il 17 maggio, che hanno fatto emergere un quadro preoccupante in merito all’adeguatezza della risposta messa in atto dalla dirigenza del Centro protesi nelle prime fasi dell’emergenza.
Se è pur vero che la portata dell’alluvione è stata di per sé eccezionale, è altrettanto vero che i segnali di allarme, anche in assenza di una specifica ordinanza prefettizia, c’erano tutti: dai bollettini pubblicati puntualmente fin dai giorni precedenti sul sito dell’ARPAE sull’elevato rischio meteo/esondamenti/frane, ai precedenti gravi avvenuti nel 1994 e nel 2019, a seguito del quale sarebbe dovuta partire una messa in sicurezza del Centro protesi che però non è stata attuata e, apprendiamo dai Vertici, non sarebbe comunque servita ad arginare il fenomeno odierno.
Se sei responsabile di una sede di lavoro ubicata sull’argine di un torrente, peraltro non nuovo a fenomeni di straripamento, in presenza di autorevoli allarmi da parte delle istituzioni, non serve attendere le ordinanze ma assumersi appieno la responsabilità del proprio ruolo e funzione, anziché sottovalutare il rischio, minimizzare ed attendere.
Nessuna informazione né coinvolgimento, nonostante la presenza in sede, delle RSU e, ancor più grave, degli RLS durante l’emergenza, tranne un susseguirsi di mail sempre più allarmanti che hanno lasciato il personale presente e i pazienti (poi spostati al secondo piano in attesa dell’evacuazione dell’esercito) in uno stato di crescente preoccupazione. Almeno quelli che le mail le hanno ricevute, vista la dimenticanza del personale in appalto delle cucine evacuato quando l’acqua era arrivata loro alle ginocchia e con i frigoriferi che galleggiavano nell’acqua.
Inoltre gli RLS non sono stati messi nella condizione di esercitare il loro ruolo non avendo avuto accesso al documento di valutazione del rischio (DVR) più volte richiesto, se non dopo gli eventi e solo parzialmente, visto che a tutt’oggi non hanno ancora potuto prendere visione degli allegati del DVR tra i quali dovrebbe essere presente il piano di evacuazione in caso di alluvione, così come ci riferisce l’Amministrazione durante la riunione dopo essersi scusati della dimenticanza!
Il fatto che riconosciamo ai vertici dell’Inail la determinazione con la quale stanno intervenendo per il rispristino e la messa in sicurezza, il più tempestivamente possibile, del Centro Protesi, non cancella l’assunzione di responsabilità, per la sottovalutazione iniziale, che da tale evento deve scaturire.
Non è un processo ai vertici il nostro, ma la necessità che, una volta per tutte, si attui un cambio di passo e che, partendo dalla consapevolezza della sempre maggiore frequenza con la quale eventi estremi si presentano nel nostro Paese, metta in sicurezza le sedi dell’Inail – a partire da quelle maggiormente a rischio – i suoi lavoratori e lavoratrici e i pazienti/utenti. Anziché l’ingente impiego di denaro in investimenti immobiliari privi di alcuna finalità sociale (dalla Nuvola a Palazzo Marini!) i soldi vengano investiti nella messa in sicurezza delle strutture INAIL.
Ma il cambio di passo serve anche nelle relazioni sindacali; le RSU e RLS vanno rispettate, ascoltate e messe in condizioni di esercitare il ruolo attribuito loro dai lavoratori e dalle lavoratrici.
Infine, ma non per ultimo, abbiamo richiesto all’amministrazione che le lavoratrici ed i lavoratori del Centro Protesi non subiscano alcuna perdita salariale da questa emergenza, gli strumenti per farlo ci sono e al più presto concorderemo il modo di applicarli.
USB P.I. INAIL