Solo nel quartiere di Cinecittà centinaia di famiglia rischiano di cadere vittime della speculazione e delle dismimisioni degli alloggi da parte dei vari Enti previdenziali, dell'Enasarco e dei Fondi immobiliari, nonostante la funzione pubblica con cui furono realizzati. Un processo che potrebbe interessare tutto il patrimonio invenduto nei precedenti piani perché inaccessibili a molte famiglie impossibilitate all'acquisto. Solo l'intervento del Comune, attraverso il nuovo Piano Casa, può mettere fine alla deriva del patrimonio degli Enti, impedendone il completo asservimento alle logiche speculative della rendita.
A Roma la dismissione a fini speculativi del Patrimonio degli enti previdenziali, nato nei decenni passati per svolgere una funzione pubblica di calmierazione del mercato della casa, rischia di creare una nuova grande emergenza che interessa le migliaia di famiglie che abitano negli alloggi dell’Enasarco (e non solo) o dei fondi in cui parte del Patrimonio della Fondazione degli Agenti di Commercio, già oggetto di pareri e sentenze per quanto concerne il suo assetto societario ed immobiliare, in particolar modo sulla sua natura e/o funzione pubblica, è stato trasferito. Parliamo in questo caso degli alloggi finiti nella BNP Paribas Real Estate, fondo immobiliare che ha affidato a fine luglio scorso la gestione della vendita di numerosi alloggi, siti nel quartiere Don Bosco (Cinecittà), alla società Gabetti.
Non è la prima volta che viene tentata la dismissione, di fatto già circa 10 anni fa gli stessi alloggi subivano lo stesso tentativo di vendita e proprio coloro i quali non acquistarono, oggi ricevono per la seconda volta l’avviso. La lettera ricevuta dagli abitanti però solleva alcune questioni. Ad esempio l’intermediazione stessa da parte di una società terza ci sembra quantomeno un elemento fuori luogo vista l’origine pubblica del patrimonio in questione, nonostante il tentativo di mascherarlo col passaggio ad un Fondo Immobiliare. In secondo luogo, essendo i contratti scaduti, si riaffaccia lo spettro della vendita a terzi in caso di mancata opzione di acquisto da parte dei locatari. Questi ultimi infatti negli anni hanno subito processi di impoverimento e, ancor più rispetto al 2014, sono in condizioni non idonee all’accensione di strumenti finanziari per l’acquisto. Insomma una vicenda che rischia di aprire un’altra emergenza legata al tema abitativo in una città che di emergenze ne ha già troppe. La finanziarizzazione del bene Casa, ancor più odiosa quando attuata su beni sottratti al pubblico, continua a condizionare la vita di migliaia di famiglie che di punto in bianco, se impossibilitate all’acquisto, rischiano di ritrovarsi in mezzo alla strada.
Il sindacato Asia denuncia da anni la gestione speculativa del grande patrimonio previdenziale nel paese e continua a battersi per una ri-pubblicizzazione integrale delle migliaia e migliaia di alloggi affidati ai Fondi, i quali li usano per i propri affari.
Asia-Usb nel corso della discussione e dell’elaborazione del cosiddetto Piano Casa di Roma, ha sostenuto con forza la necessità che questo contenesse norme in grado di intervenire direttamente nei processi di dismissione degli enti al fine di sottrarre alloggi alla speculazione della rendita e riportarli nell’orbita dell’offerta pubblica.
Per questa particolare vicenda, infine, denunciamo pubblicamente quanto sta accadendo ed i meccanismi che potrebbero mettersi in moto se non si interverrà subito con decisione.
Molte di queste famiglie sono composte da anziani che stanno vivendo nell'incertezza con la prospettiva di dover lasciare, in molti casi dopo 50 anni, la propria casa o il quartiere nel quale hanno contribuito a costituirne il tessuto sociale.
Basta con la speculazione e la rendita che rende ostaggi gli abitanti della nostra città!
Asia-Usb Roma