È trascorso un mese dalla richiesta unitaria sul II semestre Poletti e sul fondo di € 20 milioni annui e dal Ministero del Lavoro nessun segnale.
La mancata risposta ad istanze che riguardano il salario accessorio di tutto il personale è un atteggiamento di grave disattenzione e rappresenta drammaticamente quanto valiamo per il Ministero del Lavoro. La sperequazione dei trattamenti accessori dell’INL rispetto agli enti previdenziali è una questione tutta da risolvere e non abbiamo ancora capito in che termini s’intenda distribuire questo fondo per l’efficientamento…di sicuro di tempo se n’è già perso troppo!
Ed è un silenzio che assomiglia molto al silenzio del Governo rispetto alle reiterate richieste di aumentare le risorse economiche per il rinnovo del CCNL Funzioni Centrali. Un silenzio che è già una risposta: la nostra sarà la mobilitazione nelle piazze il 31 ottobre con lo SCIOPERO generale della categoria di Pubblico Impiego, con manifestazione a Roma.
Oltre a ciò, sono in campo questioni serie: il rispetto degli accordi sulle famiglie professionali, l’impostazione cottimista della vigilanza (incentrata sui numeri) con gravi ripercussioni sulla valutazione dei dipendenti, un piano straordinario per l’assunzione e la valorizzazione del personale amministrativo, visto che se si ha la presunzione di proseguire senza l’immissione di personale che gestisca i servizi al pubblico si determinerà il fallimento di ogni progetto di potenziamento della funzione ispettiva.
Da parte di INL si continua come se nulla fosse dopo aver scaricato la responsabilità degli obiettivi sui dipendenti (le pagelline sono e saranno fondate sui numeri), ampliato le competenze degli ispettori ordinari e tecnici e sovraccaricato di incombenze il personale amministrativo ridotto ormai all’osso negli uffici periferici.
Nella riunione del 10 settembre avevamo chiesto al dott. Diana che si aprisse un confronto anche con la DC Vigilanza per discutere delle ripercussioni negli uffici, dove restano irrisolte le problematiche relative alla vigilanza tecnica regionale e dove si registra una diffusa tendenza da parte della dirigenza a considerare solo i numeri prodotti come base per ogni valutazione del personale ispettivo. Su questo non abbiamo avuto alcun riscontro, non ci è stato fornito alcun aggiornamento da parte della DC Vigilanza, né pare ci sia interesse a cambiare rotta sulla vigilanza a COTTIMO. E’ evidente che il prezzo di questo scelte lo pagheranno ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori di questa finta Agenzia! Altro che funzione ispettiva e garanzia dei servizi a tutela dei lavoratori…esistiamo perché siamo funzionali agli obiettivi del PNRR.
Insomma, una gestione miope e approssimativa, che ha determinato un peggioramento delle condizioni del personale dell’INL, il quale assomiglia sempre di più ad un esercito al servizio delle imprese e dei loro consulenti, indebolito dalle continue lotte corporative al suo interno. Poi ci spiegheranno quali effetti miracolosi abbia prodotto la famosa Riorganizzazione, se non la moltiplicazione di un paio di poltrone dirigenziali e l’aumento esponenziale del numero di capi e capetti (909 tra processi, unità di raccordo e teams su 5.000 dipendenti). È abbastanza evidente che i “necessari cambiamenti” servano solo a giustificare l’esistenza di un Ente e delle innumerevoli posizioni dirigenziali che altrimenti non avrebbero motivo di esistere.
Dalle assemblee sui territori emerge poi un dato sconcertante, ovvero la creazione dell’ispettore tuttologo (l’ordinario che fa il tecnico e viceversa) grazie a circolari emanate in spregio al vigente accordo sulle famiglie professionali…una volta creato l’ispettore onniscente il passo è breve: potremmo esercitare le competenze dei vigili urbani o del reparto sommozzatori dei Vigili del Fuoco o magari, chi lo sa, il personale amministrativo dell’INL sarà chiamato ad amministrare i sacramenti o ad occuparsi della raccolta differenziata, chi lo può escludere a questo punto?!?
Assieme alle altre OO.SS. abbiamo proclamato lo stato d’agitazione presso l’IAM di Roma dove sulla reperibilità, sui carichi di lavoro e sull’orario di lavoro si continua a forzare la mano, violando spesso garanzie contrattuali. Insomma, il personale comincia a prendere coscienza, a reagire scegliendo la strada della mobilitazione e noi staremo come sempre al fianco di chi si assume la responsabilità del conflitto anziché brigare per accordi al ribasso e sulla pelle dei lavoratori.
Al di là delle belle parole e dei proclami “pubblicitari” contano i fatti che dimostrano quale interesse ci riserva la nostra dirigenza amministrativa e politica…quasi vicino allo zero!
Finchè staremo zitti e buoni faremo il loro gioco!
USB P.I. - Coordinamento Nazionale INL - MLPS