Mentre il Governo decide un ulteriore taglio del 10% degli organici delle PP.AA., e l’Istituto continua imperterrito ad assorbire nuove competenze, sottovalutandone le ricadute sulla tenuta delle strutture e sullo stress del personale, ci pensa niente meno che la Corte dei Conti a lanciare l’allarme sulla funzionalità dell’INPS.
Leggiamo infatti nella relazione sul bilancio dell’INPS, resa nota qualche giorno fa e disponibile sul sito della Corte dei Conti (www.corteconti.it - ultimi documenti pubblicati), accenti preoccupati sulla rilevante scopertura di personale pari all’8%, registrata nell’anno 2008 a cui si riferisce la relazione. Riportiamo la seguente tabella, che fotografa la situazione a partire dall’anno 2002.
Anno | Dotazione organica | Consistenza | % scopertura |
2002 | 36.478 | 34.174 | - 6,3 % |
2003 | 36.478 | 33.372 | - 8,5 % |
2004 | 36.478 | 32.971 | - 9,6 % |
2005 | 34.914 | 32.773 | - 6,1 % |
2006 | 34.914 | 31.562 | - 9,6 % |
2007 | 34.914 | 31.172 | - 10,7 % |
2008 | 32.074 | 29.498 | - 8,0 % |
Leggiamo inoltre che a fronte di un sostanziale dimezzamento del personale negli ultimi 15 anni, da 45.000 a 27.000 dipendenti, si è pressoché triplicato l’incremento del prodotto lordo dei servizi. “L’aumento delle attribuzioni assegnate all’Ente e il progressivo sviluppo delle attività ordinarie accresce i rischi di possibili sovraccarichi di lavoro”: come dire, anche la Corte dei Conti teme che la corda si stia per spezzare!
Ovviamente il taglio della relazione è puramente tecnico, ma non mancano osservazioni di natura più “politica”, come la critica netta e inequivocabile al ricorso al lavoro interinale, che riportiamo testualmente: “Per fronteggiare le permanenti scoperture organiche, ….., non appare strumento adeguato il crescente ricorso al lavoro interinale, impiegato per il caricamento dei dati nel sistema informatico e quindi per l’ordinaria attività istituzionale, con possibili rischi di una necessitata “ripulitura” dei corrispondenti archivi e sulla loro piena affidabilità”. Più chiaro di così! Sembra di rileggere i nostri comunicati sul lavoro interinale.
Per quanto voluminosa e zeppa di cifre e tabelle, questa relazione merita una lettura attenta ed integrale, anche se noi per ovvie ragioni ci stiamo soffermando sulle parti relative agli organici e alle risorse umane.
Non mancano, ad esempio, serie riserve sulla riorganizzazione delle strutture delineata dalla delibera 140 del 29 dicembre 2008, in primo luogo per lo scarso grado di condivisione di un progetto sostanzialmente calato dall’alto su iniziativa del vertice commissariale, per il nodo cruciale delle quattro aree metropolitane, per il preminente apporto esterno di una società specializzata, mentre la relazione auspica “una progressiva riappropriazione dei compiti di governo da parte dell’Istituto”.
La relazione critica senza riserve lo stesso “decreto Brunetta”, per quanto riguarda il nuovo sistema delle fasce di merito, osservando che le riduzioni rigide e generalizzate del salario accessorio rischiano di incidere in maniera negativa sia sulle politiche retributive che sullo stesso livello di funzionalità dell’Istituto.
Per quanto riguarda specificamente l’attività istituzionale dell’INPS, accanto ad una riduzione delle entrate come effetto della crisi economica, la relazione segnala un aumento delle uscite in termini di prestazioni previdenziali, auspicando pertanto un nuovo intervento correttivo (leggi: nuova controriforma pensionistica).
Su questo tema è nota la nostra posizione: i conti sono falsati innanzi tutto dall’utilizzo degli importi lordi delle pensioni, con l’inclusione della tassazione, che non è un’uscita per il bilancio dello Stato, ma ovviamente un’entrata. Un bilancio calcolato al netto della tassazione racconterebbe un’altra storia e non giustificherebbe l’ennesimo intervento, come l’allungamento dell’età pensionabile o la riduzione degli importi attraverso l’estensione del metodo contributivo.
Una chiara separazione tra le voci riconducibili alla previdenza e quelle all’assistenza dimostrerebbe, altresì, che a gravare sul bilancio dell’INPS sono soprattutto le prestazioni assistenziali, da finanziare attraverso la fiscalità generale, e non con i contributi dei lavoratori, piuttosto che le pensioni derivanti dalla contribuzione versata; tant’è che il fondo pensioni dei lavoratori dipendenti chiude l’anno 2008 con un avanzo complessivo netto di 2.447 milioni di euro.
Condivisibile appare il giudizio negativo sulla parte di bilancio denominata “gestione delle prestazioni temporanee”, che si configura come un sistema complesso e frazionato, dal quale non risulta agevole identificare le singole componenti, la corretta rappresentazione, la loro allocazione contabile e, ancora una volta, la distinzione tra funzione assistenziale e previdenziale.
Naturalmente i media (in primis il Sole 24 ore) commentano la relazione a partire da quelli che definiscono i rischi di tenuta del sistema, per invocare un ulteriore intervento restrittivo sulle pensioni, come l’allungamento dell’età pensionabile, e un rilancio dei fondi pensione, come risposta alle pensioni da fame che riceveranno i giovani.
Niente di nuovo sotto il sole: ci ripropongono le solite ricette neo-liberiste, che hanno fatto collassare le economie dei paesi industrializzati, aumentato in maniera esponenziale la disoccupazione, accentuato le disuguaglianze sociali ed impoverito lavoratori e pensionati.
Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lombardia