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Trasporto aereo

La corte costituzionale umilia 2000 dipendenti Alitalia ancora in CIGS a zero ore che rivendicano il posto di lavoro

Nazionale,

È di queste ore la notizia della sentenza emessa dalla Corte Costituzionale e pubblicata l’8 luglio, dove è stato dichiarato inammissibile la valutazione di costituzionalità del decreto d’interpretazione autentica varato dal governo Meloni per coprire e rafforzare giuridicamente l’operazione di cessione di tutto il ramo Aviation di Alitalia ad Ita Airways avvenuta nel 2021, senza includere i lavoratori. A questa contestazione si era giunti quando nel percorso ordinario di primo grado per un gruppo di dipendenti, la giudice Orru del Tribunale di Roma aveva girato il quesito sulla legittimità di tale decreto alla Corte.

La Corte Costituzionale, con grandissimo ritardo e senza un minimo di empatia, ha affermato che il decreto Meloni non era neppure necessario, essendo ancora valida ed applicabile la legge del 1999 art. 56 comma 3 bis nei casi di fallimento liquidatorio. Quella legge sarebbe quindi ancora in vigore e rappresenterebbe il riferimento normativo, nonostante una sentenza della Corte di Giustizia europea avesse chiesto all’Italia di separare con norme chiare le procedure liquidatorie da quelle di aziende in stato di crisi. Proprio il tema da noi considerato essenziale. Sarebbe quindi stata sufficiente questa condizione per concludere in base alle norme che regolano le procedure concorsuali, come la cessione degli asset non fosse una vendita vera e propria ma una messa in liquidazione.

La sentenza, a nostro. avviso è l’ultimo tassello di un quadro dove l’intero sistema sin dall’inizio ha scaricato i lavoratori per presunti interessi generali “più alti”, eliminando ogni spazio per il diritto e l'equità.

Faremo a breve un approfondimento con la rete dei legali per valutare i passi successivi al processo.

*Per quanto sopra scritto non c’è stato rigetto della domanda per incostituzionalità ma per la Corte il quesito è inammissibile per le ragioni che abbiamo spiegato. Detto ciò, i giudici del lavoro non saranno obbligati ad applicare le raccomandazioni della Suprema Corte: vedremo come si comporteranno.*

Per quello che attiene alla cessione dei rami d’azienda della ex Compagnia, una condizione di liquidazione avrebbe dovuto svincolare l’Amministrazione Straordinaria dal mantenimento della vendita unitaria dei cespiti; a quel punto sarebbe stato necessario vendere al miglior prezzo ogni singolo pezzo di Alitalia. Peccato però che l’Amministrazione Straordinaria abbia venduto alla cifra simbolica di un euro tutto ciò che aveva un valore ben maggiore. Anche per queste ragioni restano tutti i dubbi sulla coerenza e tenuta di tutta l’operazione che sta lasciando oltre 2000 lavoratori senza prospettive.

USB è stata al fianco dei dipendenti che hanno voluto una battaglia di giustizia, non può che rivendicarla con orgoglio.
Sarà necessario ogni approfondimento tecnico e sarà organizzata un’assemblea pubblica per la prossima settimana, anche con la partecipazione di altre organizzazioni sindacali che si sono spese in questi anni per tenere accesa la luce dei diritti, per esaminare le possibili soluzioni.

USB Lavoro Privato