Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB
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12 aprile 2009 - Corriere del Veneto
Vaporetti L’azienda: coinvolti solo tre sportelli. Rdb Cub: al lavoro lavoratori a tempo determinato
Biglietterie chiuse, pochi disagi. Oggi il bis
La protesta. Il sindacato chiede più personale. «Oggi l’adesione sarà più alta». I turisti in coda alla biglietteria di piazzale Roma. Secondo Vela solo in tre fermate non c’è stato il personale per soddisfare i viaggiatori
VENEZIA — Un flop secondo Vela, un successo secondo Rdb Cub: ieri lo sciopero delle biglietterie e del call center (oggi si replica) non avrebbe secondo l’azienda messo ko il funzionamento del servizio, ma il sindacato si dice assolutamente soddisfatto dei numeri auspicando per la giornata di oggi un ulteriore incremento delle adesioni.
Code in realtà ce ne sono state là dove i turisti del ponte pasquale si sono trovati gli sportelli chiusi o a personale ridotto al momento di acquistare il biglietto, ma stando ai dati di Vela solo tre biglietterie considerate minori (Zattere, Rialto Imob, San Tomà) sono rimaste chiuse. Vale a dire che trentuno punti vendita hanno lavorato regolarmente.
Diversa, invece, l’interpretazione del sindacato che snocciola i suoi i dati: «Per quanto ci riguarda siamo più che soddisfatti — spiega — hanno aderito trenta persone su un totale di 80 turni. Ci risulta, inoltre, che anche le biglietterie al pontile della Ferrovia e all’Arsenale non fossero operative o comunque in maniera sensibilmente ridotta. Così anche per il pontile di Punta Sabbioni. E' chiaro che l’azienda ha supplito allo sciopero con i dipendenti a tempo determinato che sono comprensibilmente più facilmente ricattabili.
A Pasqua si continua, probabilmente con qualche altra adesione in più, quella di chi entra in turno ». La giornata di oggi si prospetta dunque faticosa per le centinaia di turisti in visita alla città, fra code agli sportelli e vaporetti sovraffollati. L’azienda non ha digerito per niente lo sciopero di Rdb Cub accusando il sindacato di aver messo in piedi un’azione strumentale e ingiustificata, trovandosi di fronte ad una emergenza cui porre rimedio. C’è chi giura di aver visto anche i verificatori Actv (preposti esclusivamente al controllo) vendere biglietti, riforniti in tutta fretta dall’azienda per rimediare alle difficoltà.
In ogni caso la conta dei disagi, secono Vela, non avrebbe riservato nessuna spiacevole sorpresa: «Siamo particolatmente soddisfatti — dicono dall’azienda — che abbia prevalso il senso di responsabilità dei dipendenti e che ci siano stati pochissimi disagi per i cittadini e i turisti in visita a Venezia». Oggi scatta il secondo round, Rdb Cub ribadisce di non voler creare nessun danno economico all’azienda ma rimane ferma sulle sue posizioni: «La metà dei dipendenti a tempo indeterminato ha scelto di scioperare - conclude il sindacato —, per noi è un ottimo risultato. Segnale che la situazione è ormai insostenibile di fronte ai ripetuti no rispetto alle nostre richieste».(P.V.)
12 aprile 2009 - La Nuova Venezia
HANNO ADERITO 30 DIPENDENTI
Agitazione Vela, chiusi tre sportelli
E Piazzetta dei Leoncini diventa un’area di sosta
Venezia - Ieri, primo dei due giorni di sciopero pasquale del personale delle biglietterie di Vela, chiamato all’agitazione da Rdb-Cub, dopo la rottura del tentativo di conciliazione davanti al prefetto, in particolare sul puntod ella regolarizzazione del personale precario. Come spesso accade, doppia lettura dei risultati. Actv-Vela si compiacciono per il fatto che solo 3 delle 34 biglietterie (Zattere, San Tomà, Rialto imob) siano rimaste serrate e plaudono «al buon senso del personale». Rdb-Cub rilancia ricordando che, complessivamente, hanno aderito allo sciopero 30 degli 80 dipendenti Vela e che questo ha fatto sì in molte biglietterie il servizio sia rimasto parzialmente scoperto. Infinite, ieri, le code alla stazione o a San Marco. Per molti lavoratori con contratto a termine - sottolinea ancora la segreteria del sindacato Cobas - poi molto difficile trovare la forza di aderire ad uno sciopero. In ogni caso, oggi, proseguirà l’agitazione per chiedere anche l’aumento del buono pasto a 7 euro.
12 aprile 2009 - Il Tirreno
La sentenza nei giorni scorsi in tribunale
In tre vincono il ricorso dovrà essere rifatto l’elenco dei tecnici della prevenzione
Il giudice ha stabilito che, pur non avendo il master specifico, l’aver ricoperto l’incarico è sufficiente per avere la funzione
GROSSETO - Dovrà essere rifatto, dall’Asl, l’elenco degli idonei a fare i tecnici della prevenzione. Una recente sentenza del tribunale ha infatti dato ragione a tre persone che, rimaste escluse, avevano fatto ricorso. A darne notizia è Stefano Corsini, sindacalista della Rdb (Rappresentanze di base), con un lungo comunicato: «Infermieri, tecnici della prevenzione, tecnici di laboratorio - scrive Corsini - per l’Asl 9 pari sono. Infatti per non fare torto a nessuna di queste figure professionali, l’iter per l’assegnazione delle funzioni di coordinamento è il medesimo: gestione arruffata delle procedure, bandi emessi e ritirati e ripresentati, ricorsi su ricorsi, avvocati ed infine sentenza sfavorevole alla Asl. Infatti il 2 aprile scorso si è conclusa, con una ordinanza del tribunale di Grosseto emessa a seguito di ricorso presentato da tre dipendenti che si erano visti escludere dall’albo degli idonei alle funzioni di coordinamento per mancanza di "titolo specifico" (master di primo livello) pur essendo già inquadrati contrattualmente con tali funzioni, l’ennesimo episodio dell’"affaire" coordinamenti, nello specifico quelli dei tecnici della prevenzione».
La sentenza stabilisce che, in base agli accordi sindacali (anno 2006 ed integrativo del 2008), non vi è differenza fra il coordinamento infermieristico e quello tecnico-sanitario, equiparati dunque nella disciplina del conferimento degli incarichi. «Altro punto importante della sentenza - prosegue Corsini -, è la considerazione che il contratto in vigore, richiede il master di primo livello per l’ assegnazione di nuove funzioni di coordinamento, ma non ha alcuna incidenza sugli incarichi già assegnati. Confutando quanto sostenuto dalla Asl i tre ricorrenti sono stati riconosciuti non titolari di una mera rendita di posizione, ma titolari a pieno titolo degli incarichi di coordinamento loro precedentemente attribuiti. La Asl, si sarebbe trovata comunque in un vicolo cieco, anche se per caso la sentenza fosse stata favorevole; infatti avrebbe dovuto spiegare alla Corte dei Conti come mai abbia corrisposto per nove anni l’indennità di coordinamento (1.500 euro annui) a otto tecnici della prevenzione per una funzione non svolta».
Intanto però la Asl ha già completato l’iter per l’assegnazione degli incarichi, effettuando il 23 marzo scorso, il colloquio valutativo ai tecnici della prevenzione idonei. Ma l’elenco che dovrà essere integrato dai nominativi dei ricorrenti. «Per garantire una valutazione ed una comparazione immediate delle capacità individuali e professionali dei tecnici della prevenzione, Rdb chiede che i colloqui effettuati vengano ritenuti nulli e siano ripetuti per tutti gli idonei in maniera contestuale. Non ci dimentichiamo che questa sentenza apre le porte a tutti quei dipendenti che, pur non avendo ancora ricorso, hanno i titoli per essere ritenuti idonei».
«Non sembra vero - conclude Corsini - ma sono 4 anni che dell’assegnazione dei vari coordinamenti non se ne viene a capo. Ci auguriamo che il nuovo Dg, dottor Mariotti, porti con sé una ventata di aria nuova e faccia in modo che, con il controllo sugli atti dei propri dirigenti, simili vicissitudini non si ripetano più e la Asl 9 diventi sinonimo di dialogo, trasparenza ed imparzialità».
12 aprile 2009 - Il Gazzettino
S. Bortolo, è guerra sulla riorganizzazione di Medicina
RdbCub: «Decisioni che mettono a rischio la qualità del servizio».
Asl 6: «Scelte approvate dalla direzione strategica»
di Matteo Crestani
Vicenza - La battaglia sindacati-amministrazione dell’Asl 6 di Vicenza non si placa neppure in questi giorni di festività pasquali. L’Rdb Cub passa in rassegna le più recenti decisioni assunte dalla direzione strategica del San Bortolo ed esprime forti perplessità sulla convenienza economica degli interventi e, soprattutto, sul fatto che gli stessi possano contribuire al mantenimento della qualità del servizio offerto. L’esternalizzazione della sterilizzazione e la riorganizzazione funzionale dei reparti di Medicina generale, Medicina riabilitativa ed Ostetricia rappresentano i punti dolenti. Alle parole dei sindacalisti, però, ribatte con forza il direttore generale dell’Asl 6 di Vicenza, Antonio Alessandri, che non intende fare passi indietro, ma conferma gli interventi da tempo illustrati e sui quali la direzione strategica si è espressa favorevolmente.
STERILIZZAZIONE
«Abbiamo attivato una procedura di conciliazione in Prefettura», spiega il sindacalista Rdb Cub, Bonifacio Dal Bianco, «e l’Asl 6 aveva dichiarato che il servizio di sterilizzazione doveva essere esternalizzato, in quanto non esistevano altri spazi in cui l’attività potesse essere svolta, mentre quell’area risultava indispensabile per l’ampliamento del Gruppo operatorio. Abbiamo presentato delle proposte alternative, ma la direzione strategica non ha voluto sentire ragioni ed ha chiuso il discorso dicendo che si trattava di soluzioni troppo onerose». Sui costi, però, non è trapelato nulla, quindi l’Rdb Cub promette di tornare dal Prefetto per ottenere un’informazione chiara e completa.
Il direttore generale Antonio Alessandri risponde seccamente: «Il tavolo che abbiamo istituito era un tavolo tecnico, con la presenza dei sindacati, ma aveva quale scopo l’individuazione di soluzioni differenti all’esternalizzazione della sterilizzazione. Le proposte fatte risultavano palesemente antieconomiche, ma la responsabilità del governo dell’Azienda non compete certo ai sindacati. C’è chi risponde di questo ed è preposto a prendere le decisioni più opportune». I dubbi dell’Rdb Cub, però, partono dall’esperienza di esternalizzazione di Padova, dove il servizio sta costando una fortuna: «L’appalto della sterilizzazione non azzera i costi all’interno dell’Asl e neppure la necessità di spazi e personale. Occorrono stanze grandi per lo stoccaggio del materiale e personale per la preparazione dello sporco ed il ricevimento del pulito».
RIORGANIZZAZIONE REPARTI DI MEDICINA ED OSTETRICIA
L’Rdb Cub denuncia la confusione in atto tra le figure professionali ed il maggior rischio a carico dei dipendenti adibiti a mansioni non confacenti al loro ruolo. «Nei reparti di Medicina del San Bortolo», prosegue il sindacalista Bonifacio Dal Bianco, «è in atto un vero e proprio sconvolgimento professionale: i dipendenti si trovano a fare i conti con una turnistica ed a svolgere attività non confacenti al loro profilo, sia dal punto di vista delle mansioni che del rischio. Una situazione grave, dunque, che non può non preoccuparci. Così al San Bortolo troviamo ostetriche che fanno le infermiere in Ostetricia ed i Medicina riabilitativa fisioterapisti adibiti ad una pluralità di mansioni».
Chiara la risposta del direttore generale Antonio Alessandri: «Tutte queste misure organizzative adottate, come più volte spiegato ai sindacati, vanno nella direzione del reimpiego del personale infermieristico. Le scelte adottate, tuttavia, vanno nella direzione dell’appropriatezza e del miglioramento del servizio. Non possiamo negare, comunque, che ci troviamo a fare i conti con una forte carenza infermieristica e questa soluzione appare l’unica immediatamente applicabile».
11 aprile 2009 - Spoleto on line
Terremoto Abruzzo: subito un piano straordinario post emergenza
Prime proposte RdB-CUB per un rapido ritorno alla normalità
di Ettore Magrini
La Federazione Nazionale RdB-CUB, unitamente alla Federazione RdB-CUB Abruzzo, ha inviato in data odierna una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente della Regione Abruzzo, al Presidente del Consiglio Regionale abruzzese e all'Assessore regionale alla Sanità, in cui richiede un piano straordinario post-emergenza che sia capace di dare risposte concrete alle esigenze reali della collettività colpita dal sisma. La RdB-CUB ritiene necessario che dopo la conta dei morti, l'accoglienza dei feriti nelle strutture sanitarie regionali e quella degli sfollati negli alloggi provvisori, si intervenga urgentemente per la più veloce ripresa di una quotidianità che si avvicini ad una qualche forma di normalità. A questo fine ha elaborato alcune prime proposte su cui sollecita una seria discussione:
*L'azzeramento dell'intero deficit regionale: tale provvedimento permetterebbe al governo regionale di intraprendere le azioni necessarie alla ripresa economica (molte sono le industrie che hanno chiuso e altre che chiedono aiuto per non farlo), di ricostruzione delle abitazioni e degli edifici pubblici distrutti, il monitoraggio e la messa in sicurezza di tutti gli edifici della regione stanziando il 3% del bilancio regionale;
*L'immediata stabilizzazione di tutti i precari del pubblico impiego: in particolare quelli della sanità impegnati, come tutti, nell'emergenza sanitaria regionale dettata dagli oltre mille feriti del sisma e dalla scomparsa dell'ospedale S. Salvatore dell'Aquila;
*Immediato ripristino delle funzionalità primarie: risposta immediata alla crisi abitativa con l'utilizzo, anche attraverso la requisizione temporanea, di case private sfitte e/o non abitate come prima casa per evitare il fenomeno "deportazione" verso il territorio rivierasco;
*Mantenimento prioritario del sistema sanitario e assistenziale che non può essere delegato a ospedali da campo male attrezzati e male organizzati così come non può essere "scaricato" sulle altre Asl che vivono il dramma storico della carenza di personale e che hanno il problema della non assicurazione dei LEA per i loro stessi assistiti;
*Attenzione particolare alla ripresa delle attività didattiche nelle scuole e della università (anche per le sue specialità ed eccellenze di rilevanza nazionale);
*Immediata assistenza economica: con sostegno al reddito per tutti coloro che ne erano in possesso e reddito minimo garantito a disoccupati e studenti fino al loro reinserimento lavorativo produttivo e/o sociale.
Su tali proposte, ispirate da quella solidarietà che sta caratterizzando la risposta all'emergenza, la RdB-CUB si rende disponibile ad incontri con le istituzioni tutte al fine di definirle nel dettaglio e conferma la massima disponibilità delle proprie strutture sindacali nel definire e risolvere eventuali altre problematiche che dovessero emergere.
11 aprile 2009 - Corriere della Sera
Biglietterie Vela, oggi sciopero improvviso
Il personale denuncia carichi di lavoro esagerati.
Rinviata invece la protesta dei dipendenti dei Musei civici
di Paola Vescovi
VENEZIA – Non basteranno le code, i parcheggi presi d'assalto, i vaporetti pieni e Piazzale Roma intasata a fare del weekend pasquale un fine settimana di fuoco. A complicare il tutto ci si mette anche lo sciopero del call center e delle biglietterie di Vela indetto da Rdb Cub per tutta la giornata di oggi e quella di domani. Per i turisti alle prese con la visita della città, potrebbero esserci vari disagi. La decisione del sindacato è arrivata inaspettatamente ieri mattina al termine di un vertice in prefettura che non è riuscito a scongiurare la protesta. Col vivo disappunto di Actv che giudica del tutto sconsiderata l'iniziativa, durante le giornate pasquali: «L’azienda si rammarica — fa sapere — e si dissocia dell’atteggiamento di questa sigla sindacale che ha deciso di proclamare uno sciopero che otterrà, come unico risultato, quello di arrecare un grave disagio alla città di Venezia e ai turisti che, speranza di tutti, si attendono numerosi in questo primo vero weekend di primavera». I tempi del resto non sono dei migliori, nel pieno di una crisi economica che non risparmia niente e nessuno, flussi turistici in testa. Visto il quadro, inutile dire che il ponte pasquale è attesissimo. Lo sciopero, insomma, proprio non ci voleva. Il sindacato promotore, dal canto suo risponde che a volerlo a furor di popolo sono stati proprio i lavoratori: «Abbiamo cercato di far capire che il fine settimana di Pasqua forse non era il momento più opportuno— spiega Rdb Cub — ma i dipendenti sono stanchi di una situazione che va avanti da mesi. L'organizzazione del lavoro con le biglietterie in condizioni precarie e un carico di lavoro in continuo aumento e una schiera di lavoratori a tempo determinato che non vengono assunti». Sul tavolo delle trattative anche le richieste del sindacato di adeguare l'indennità domenicale e dei buoni pasto. Un colpo che Actv non incassa affatto bene accusando l'iniziativa di essere strumentale: «Preoccupati della situazione economica di crisi generalizzata e dalle pessime previsioni per i prossimi anni – spiega - avevamo fissato un incontro con tutte le organizzazioni sindacali per il 21 aprile al fine di condividere le proprie linee di sviluppo economico e di sostegno finanziario. Si tratta pertanto di uno sciopero ingiustificato e strumentale. Ricordiamo tuttavia che sono operative 24 ore su 24 le biglietterie automatiche ai pontili principali». Ma i grattacapi per Actv non finiscono qui: le società di Gran turismo autorizzate dal Comune, accusano l’azienda di «concorrenza sleale» e proclamano lo stato di agitazione: «Le istituzioni hanno fatto poco o nulla per contrastare l’illegalità e tutelare i titolari di autorizzazione comunale al trasporto di persone non di linea. Ora Actv ha costituito la società Venice by Boat Srl armatrice di numerosi motoscafi Gran Turismo pur possedendo una sola autorizzazione comunale, Un trattamento di favore che ci penalizza». Tutto tranquillo (almeno per il momento) sul fronte museale. Scongiurato infatti lo sciopero a cavallo del weekend pasquale annunciato nei giorni scorsi dalla Cgil. «E’ stato convocato un tavolo tra l’azienda e il sindacato per la prossima settimana — dice Andrea Brignoli, segretario Filcams —, fino ad allora abbiamo sospeso qualsiasi iniziativa». Sul piatto verranno messe le questioni irrisolte: «Gli orari estivi devono tornare ad essere quelli degli anni scorsi. Se non sarà così sciopereremo nel ponte del 25 aprile ».
11 aprile 2009 - La Nuova Venezia
Biglietterie, ponte di Pasqua con lo sciopero
Oggi e domani sono previste difficoltà soprattutto per i visitatori
I DISAGI. L’astensione voluta da Rdb-Cub
Venezia - Si profilano due giorni di disagi per l’acquisto dei biglietti per i mezzi Actv, in particolare quelli del servizio di Navigazione lagunare. Vigilia e domenica di Pasqua con difficoltà, quindi, soprattutto per i turisti. Rdb-Cub ha confermato ieri lo sciopero di quarantotto ore del personale di Vela, scattato questa notte, e che si protrarrà fino alla mezzanotte di domani. La decisione è stata presa dopo il fallimento dell’incontro organizzato dalla Prefettura per tentare di trovare un accordo tra sindacato e azienda. A eccezione degli uffici Vela di Mestre, chiusi comunque nel fine settimana, per le biglietterie del centro storico si potrebbero avere situazioni difficili. Su 120 dipendenti Vela, un terzo aderiscono a Rdb-Cub, ma anche in passato c’è stata parecchia solidarietà da parte degli iscritti ad altre sigle. Il rischio sarà quello di non trovare aperte le biglietterie, in primis quelle più decentrate o dove gli approdi sono secondari. Se per oggi ad attenuare i disagi ci sarà comunque l’apertura delle tabaccherie e delle altre rivendite autorizzate aperte, per domani ai passeggeri che non hanno biglietti caricati sulle tessere Imob le possibilità potrebbero rimanere due: l’acquisto presso una biglietteria automatica a piazzale Roma, Santa Chiara, ferrovia, Lido Santa Maria Elisabetta, Burano; oppure l’acquisto a bordo con la sovrattassa prevista dal regolamento.
«Lo sciopero è stato votato a maggioranza nell’assemblea di martedì e abbiamo rispettato i tempi di legge - fa sapere Donato Roidi dalla segreteria Rdb-Cub - Ci siamo scontrati con le risposte negative da parte dell’azienda. Abbiamo chiesto di trasformare i contratti di molti precari da tempo determinato a indeterminato, dal momento che, a partire dal 2006, abbiamo visto che il volume di lavoro non è diminuito, anzi. Quindi c’è il tema dei buoni pasto. Attualmente sono fermi a quota 6,66 euro e con i quali ci si prende a malapena una bibita e un panino». Vela, in una nota, esprime «disappunto» per la decisione del sindacato. «L’azienda - si legge - ritenendo che la scelta del week-end pasquale da parte dell’organizzazione sindacale sia strumentale per avere una maggiore adesione dei lavoratori, si rammarica dei disagi che tale sciopero potrebbe causare a cittadini e turisti».(s.b.)
11 aprile 2009 - L'Unione Sarda
Mentre la Regione aiuta gli insegnanti della Formazione professionale
Nei Centri servizi si smantella
A rischio 220 impiegati negli ex uffici del lavoro
di NICOLA PERROTTI
Cagliari - I soldi ci sono, la legge consente pure di tenere in vita quei posti di lavoro, ma non basta. E così, entro giugno, 220 impiegati che lavorano nei Centri dei servizi per il lavoro delle province sarde rischiano di ritrovarsi disoccupati.
Il problema, in realtà, nasce perché si sta cercando di risolverne un altro: quello degli insegnanti disoccupati della Formazione professionale. La Regione, infatti, intende favorire il loro inserimento negli uffici delle otto Province che svolgono le funzioni degli ex uffici di collocamento, dove già lavorano le 220 persone assunte sulla base di un concorso pubblico che si era svolto nell'ambito del Programma operativo regionale (Por) 2000-2006, misura 3.1.
IL PROBLEMA Il provvedimento che apre le porte dei Centri servizi lavoro al personale della Formazione professionale inquadrato nella legge 42/'89 è contenuto nel disegno di legge sulla manovra finanziaria 2009 varato dalla giunta regionale. Secondo l'Rdb Cub, se da una parte la norma conferma lo stanziamento di 2 milioni all'anno a favore delle Province per l'erogazione dei servizi per l'impiego, dall'altra rischia di mettere sulla strada dei dipendenti che, invece, potrebbero continuare a lavorare nell'ambito del nuovo Por 2007-2013. In caso contrario quei lavoratori che, oltre ad avere vinto un concorso pubblico, hanno già acquisito esperienza e professionalità si ritroverebbero disoccupati, e nascerebbe una nuova emergenza sociale.
LA VERTENZA Tanto che il coordinatore regionale Enrico Rubiu parla del «pericolo di una nuova ondata di disoccupazione che va ad aggiungersi a quelle che si sono generate dai casi Eurallumina, Legler e Queen capace di deteriorare ulteriormente la situazione già molto grave del mondo del lavoro in Sardegna». Per questo il sindacato chiede alla giunta di modificare l'articolo 3 comma 9 della finanziaria 2009, con una nuova norma che autorizzi le Province a prorogare gli attuali contratti anche dopo la conclusione, a giugno, del progetto Por 2000-2006, ma anche a predisporre un apposito disegno di legge che garantisca ai lavoratori già impiegati di restare in servizio. Porte aperte anche agli insegnanti della Formazione professionale: anche loro, secondo l'Rdb, devono trovare spazi nei Centri servizi lavoro, ma solo fino a quando non ottengano un impiego definitivo, magari nei settori di loro competenza.
11 aprile 2009 - La Repubblica
L´iniziativa
Vertenze di lavoro e consulenza legale le Rdb aprono uno sportello immigrati
Torino - Apre nella sede regionale del sindacato di base RdB, in corso Marconi, uno sportello assistenza immigrati. Il lunedì e il giovedì negli uffici delle federazioni verranno organizzati incontri informativi sulla legislazione italiana in materia di immigrazione e si offrirà assistenza sulle vertenze di lavoro, consulenza legale e fiscale. Ideatore del progetto è Aboubakar Soumahoro, responsabile nazionale per l´immigrazione dell´RdB: «Vista la situazione politica e sociale non facile – dichiara Soumahoro - in materia di immigrazione pensiamo come sindacato che la risposta migliore in questo momento sia proporre iniziative reali. Attivarci e realizzare concretamente idee che possano aiutare e tutelare l´immigrato e che permettano di combattere pregiudizi e insensate prese di posizione in materia di immigrazione».(a.pu.)
11 aprile 2009 - Corriere del Mezzogiorno
Sanità Estesa provvisoriamente la copertura della Salerno 1
L’Asl Sa 3 è rimasta senza assicurazione
Di Munzio: «Bandita una nuova gara». Ospedale di Agropoli: ok l’incontro tra De Angelis e i sindacati. Si va verso l’assunzione di quattordici infermieri
di Angela Cappetta
SALERNO — È rimasta senza copertura assicurativa l’ex Asl Sa3. Rischiando di non poter erogare i premi per eventuali defaillance professionali, qualora, malauguratamente, si fossero verificate. Nel senso che, se fosse deceduto un paziente durante un intervento chirurgico, i familiari del defunto, qualora avessero intentato causa contro la struttura sanitaria, non avrebbero ottenuto il risarcimento dall’azienda sanitaria. Il rischio è stato talmente alto da costringere, qualche settimana fa, il subcommissario straordinario delegato alla gestione amministrativa delle tre aziende sanitarie salernitane, Bruno Rosati, a precipitarsi immediatamente a Napoli per risolvere il caso.
La conferma è arrivata ieri dal subcommissario delegato alla gestione sanitaria, Walter Di Munzio. «Abbiamo rischiato di restare senza copertura assicurativa - ammette il subcommissario - perché era scaduta. Ma abbiamo provveduto ricorrendo a quella dell’Asl Sa1». È accaduto, quindi, che la prima azienda commissariata dalla Regione Campania per aver sforato i tetti di spesa, è dovuta correre in soccorso di quella da sempre considerata la più virtuosa, nonostante sia stata travolta anch’essa dalle pesanti decisioni di palazzo Santa Lucia. L’assicurazione della Sa1 è stata estesa alla Sa3, e sarà così fino a quando non sarà aggiudicata la nuova gara bandita dal commissario Fernando De Angelis. «Stiamo cercando di allinearle tutte e tre - conclude Di Munzio - tanto è vero che è in corso una regolare gara per il rinnovo della copertura assicurativa che riguarderà la futura Asl unica».
Intanto, le rappresentanze di base hanno vinto la loro battaglia contro la carenza di personale dell’ospedale civile di Agropoli. L’incontro dell’altrieri, presso la direzione sanitaria del presidio ospedaliero cilentano, con il delegato di De Angelis, Mario Minervini, ha portato alla sottoscrizione di un verbale in cui la struttura commissariale si impegna a verificare l’esistenza delle condizioni per l’assunzione di 14 infermieri. Anche il sindaco di Agropoli, Franco Alfieri, si è fatto garante, dal suo canto, di accelerare la procedura. Le assunzioni, per le quali si attingerà dalla scorrimento di una graduatoria ancora attiva e valida, riguarderanno i reparti di medicina d’urgenza, traumatologia, chirurgia e utic. Dal Ruggi, infine, una buona notizia: è stata sciolta la prognosi per la ragazza che era a bordo del motociclo rimasto coinvolto, lo scorso 23 marzo, nell’incidente stradale in via Salvatore Allende in cui ha perso la vita il conducente Valerio Grosso.
11 aprile 2009 - La Nuova Sardegna
«Il Comune sfrutti più la convenzione»
Il Cub: al Monte possono trovare occupazione oltre cento lavoratori
Criticate le modalità di cessione di 900 ettari all’Ente foreste
NUORO - Precari forestali sul monte Ortobene, riprende la battaglia sindacale. Qualche giorno dopo l’intervento della Cisl e della Pastorale diocesana scendono nuovamente in campo quelli della Rappresentanza sindacale di base (i Cub) per chiedere la stabilizzazione dei 37 stagionali nuoresi. Anzi, ora chiedono di andare oltre: cioè di valorizzare insieme ai 900 ettari del monte anche altre aree verdi e urbane di Nuoro, arrivando così a cento lavoratori stabili nei cantieri.
«Il 24 marzo il consiglio comunale - scrive il Cub - ha approvato una convenzione tra Comune e l’Ente Foreste della Sardegna che riguarda la cura, la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione di circa 900 ettari di terreni comunali, tra i quali il Monte Orthobene». E fin qui tutto bene, afferma. Perché salvaguardare e valorizzare un patrimonio ambientale e paesaggistico quale l’Orthobene «non può che trovarci d’accordo».
Fino ad oggi la salvaguardia e la valorizzazione del Monte ad opera del Comune, ha visto impiegati a vario titolo 36 lavoratori precari, stagionali, per lo più a tempo determinato, quasi sempre assunti dalle liste dei disoccupati del Comune di Nuoro: trentadue buste paga che permettono ad altrettante famiglie di sopravvivere tra le incertezze derivanti dal precariato. «I problemi iniziano - continua la nota - quando si parla di annessi e connessi. Infatti l’amministrazione comunale l’opportunità si è ben guardata da inserire nella convenzione l’impegno da parte dell’Ente Foreste per la stabilizzazione dei 36 lavoratori precari».
La convenzione stipulata stabilisce che sono di pertinenza dell’Ente Foreste tutti i prodotti dei fondi concessi in gestione (ricavo dei tagli, ricavo di prodotti secondari, proventi di fitti o di Fide pascolo, di terreni a coltura, ecc.) con la clausola che riconosce al Comune il diritto a percepire dall’Ente il 50 per cento degli introiti derivanti dalla gestione dei beni (legna da ardere e sughero). Ma l’amministrazione nuorese «invece di cogliere l’opportunità di favorire nuova e sicura occupazione, si libera in un colpo della gestione di questi 900 ettari di terreni e dei precari».
Il Cub ribadisce, dunque, il «dovere del comune» nel perseguire la stabilizzazione dei precari «o per conto proprio o inserendo nella convenzione la condizione che, per la gestione di questi terreni l’Ente Foreste assuma tutti i lavoratori nei suoi organici, considerato il fatto che per la valorizzazione di un così vasto sito non basterebbero neanche 100 lavoratori».
I precari impegnati sino a ieri nella salvaguardia di questi 900 ettari di terreni (compresi quelli che prestano servizio antincendio) non chiedono assistenzialismo, ma di lavorare stabilmente, dignitosamente ed in sicurezza visto che in cima al monte Orthobene (Cuccuru Nigheddu) si registrerebbe un forte inquinamento elettromagnetico legato alla presenza di una cinquantina di antenne radio-tv e telefonia mobile, molte delle quali abusive (come dichiarato sulla stampa dall’assessore all’ambiente) e tutte, comunque, pericolose per la salute e l’ambiente. Il Cub al fine di discutere e presentare la piattaforma per la richiesta di assunzione definitiva a tempo indeterminato dei lavoratori sinora impegnati, convoca un’assemblea di tutti i lavoratori interessati, estendendo l’invito a tutti i precari e non impiegati con l’Ente Foreste della Sardegna.
11 aprile 2009 - La Nazione
Tutto partì da due infermiere: «Febbre alta e problemi cardiaci»
LE REAZIONI IL SINDACATO RDB: «COLPITE CIRCA 20 PERSONE, TUTTE INTERNE». LE INDAGINI DEI CARABINIERI DEL NAS COORDINATE DAL PM MAZZOTTA
Firenze - «RICORDO BENE la vicenda del guano dei piccioni», dice Sergio Scortecci, coordinatore della Rdb della Asl 10. «Risale a cinque-sei anni fa, quando una ventina di dipendenti, infermieri e infermiere, ma anche medici, accusarono malattie respiratorie. Allora si disse che le infezioni erano dovute a un batterio che si trova nel guano essiccato dei piccioni e trasportato nell'impianto di condizionamento. Proprio qui avrebbero trovato l'ambiente ideale. Le bocche del condizionamento aspiravano aria sopra i tetti dell'ospedale dove c'era una numerosa colonia di piccioni. I lavoratori colpiti da infezioni ricorda Sergio Scortecci si rivolsero al sindacato, ma le denunce non potevano essere fatte da noi. Dovevano essere presentate personalmente da coloro che erano stati colpiti dalle infezioni. E così è stato. I carabinieri del Nas sono venuti in ospedale diverse volte. I militari hanno sentito gli infermieri, ma hanno fatto anche sopralluoghi per rendersi conto di questo problema. Nel frattempo il sindacato ha sollevato il problema nell'apposito organismo che sovrintende alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si è mosso anche l'organismo centrale. La questione è stata affrontata nell'unico modo possibile: la pulizia. Si è cominciato a pulire sempre più spesso e anche in modo straordinario. Oggi posso dire che l'ambiente è totalmente sicuro. Lo dico per i dipendenti, per i pazienti e per tutti i visitatori». DEI VENTI dipendenti di Ponte a Niccheri che hanno raccontato di aver avuto problemi con il guano dei piccioni due si sono rivolti agli avvocati Giangualberto e Iacopo Pepi. Si tratta di due infermiere che oggi hanno 40 e 47 anni. Si tratta di una ferrista di chirurgia e di un'operatrice sanitaria di ostetricia. «Le due donne racconta l'avvocato Iacopo Pepi cominciarono ad ammalarsi nel 2002. Febbri altissime, problemi respiratori, mancanza d'aria. Successivamente venne loro diagnosticato il batterio «clamydia psittaci», ma anche pleurite e complicazioni cardiache. Nessuna delle due potrà avere figli e non possono svolgere attività faticose, nè tantomeno sportiva. Iniziarono una casa civile. Il tribunale ha appena affidato a un medico legale l'accertamento per stabilire il nesso di causa ed effetto. L'Inail, a quanto mi risulta perchè io seguo solo l'aspetto penale, ha riconosciuto la causa di servizio». «NEL 2006 le due dipendenti dell'ospedale continua l'avvocato Pepi hanno deciso di presentare un esposto in procura. Da quel momento sono cominciate una serie di attività dei carabineiri del Nas. Le infermiere sono state sentite più volte. Sono stati ascoltati anche altri colleghi. L'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Gabriele Mazzotta. Nel frattempo abbiamo messo al lavoro alcuni nostri consulenti i quali ci hanno confermato il nesso di causa ed effetto fra il guano dei piccioni e le malattie contratte da queste due giovani lavoratrici». Gli avvocati della difesa, in questa circostanza, non hanno ricevuto nessun documento. Lo avranno alla conclusione dell'indagine.
11 aprile 2009 - Il Secolo XIX
E sull'incontro di giovedì scoppia la polemica del cub
Genova. È scontro tra i sindacati confederali e il Cub del Terminal Rinfuse. «Non siamo stati invitati all'incontro con azienda, compagnia e Authority sul Terminal Rinfuse - dicono i rappresentanti di quest'ultima sigla - nonostante il nostro delegato Rsu sia stato legalmente eletto dai lavoratori del terminal Rinfuse e rappresenti il 60 per cento della forza lavoro. I motivi sono legati alla richiesta d'incontro indetto dai sindacati confederali,che in modo antidemocratico, anche in questioni in cui le scelte sono unanimi, (nessun sindacato vuole la chiusura della banchina)ed in un momento delicato per l'economia del paese, si occupano ancora una volta degli interessi di bottega». Ribatte Ettore Torzetti, della Fit Cisl di Genova: «L'elezione dei rappresentanti è stata irregolare, c'è ancora una procedura in atto. Per il resto - conclude Torzetti - io non faccio incontri con loro. Se vogliono, facciano incontri di tipo separato».
11 aprile 2009 - Il Mattino di Padova
Il Centro Riciclo pretende i danni dopo lo sciopero
MONSELICE - Dopo lo sciopero, il Centro Riciclo chiede i danni. Lo fa con una lettera inviata a Team Service, Provincia di Padova, Filt Cgil, Cisl, Fiadel e Uil Trasporti. Insomma a tutte le sigle sindacali tranne l’Adl Cobas, anima della protesta di mercoledì. Ha preso carta e penna Samuel Piazza, titolare del Centro Riciclo, e ha scritto alla Team Service, il consorzio che ha l’appalto per via Umbria. «Il continuo stato di agitazione dei vostri dipendenti - lamenta Piazza - ha comportato la convocazione di un’assemblea sindacale, l’astensione di gran parte dei lavoratori dall’attività presso il Centro Riciclo Monselice e per finire la pubblicazione su varie testate giornalistiche di articoli volti a mettere in cattiva luce la nostra azienda». Con riserva di quantificare i danni nelle sedi opportune.
«Reazione scomposta - secondo Gianni Boetto, dell’Adl -. Si attacca il sacrosanto diritto di sciopero». L’Adl ha chiesto agli assessori provinciali Tosetto e Marcato di convocare subito dopo Pasqua un incontro con tutte le parti interessate. Stessa richiesta è già partita dagli assessori all’Ambiente e alle Attività produttive di Monselice.
I lavoratori del Centro Riciclo protestano contro la riduzione del salario di 1,20 euro l’ora, proposta dalla cooperativa Mylog del consorzio Team Service. Un taglio motivato dalla quasi scomparsa del riciclo della carta. In realtà la carta raccolta a Monselice viene riciclata altrove, perché dal 2 gennaio la De Vizia effettua la selezione al momento della raccolta.(f.se)
11 aprile 2009 - Corriere del Veneto
Biglietterie Vela, oggi sciopero improvviso
Molti lavoratori non sono stati riassunti. Stato di agitazione anche dei Gran turismo. Il personale degli sportelli e del call center denuncia carichi di lavoro esagerati. Rinviata invece la protesta dei dipendenti dei Musei civici
di Paola Vescovi
VENEZIA – Non basteranno le code, i parcheggi presi d'assalto, i vaporetti pieni e Piazzale Roma intasata a fare del weekend pasquale un fine settimana di fuoco. A complicare il tutto ci si mette anche lo sciopero del call center e delle biglietterie di Vela indetto da Rdb Cub per tutta la giornata di oggi e quella di domani. Per i turisti alle prese con la visita della città, potrebbero esserci vari disagi. La decisione del sindacato è arrivata inaspettatamente ieri mattina al termine di un vertice in prefettura che non è riuscito a scongiurare la protesta. Col vivo disappunto di Actv che giudica del tutto sconsiderata l'iniziativa, durante le giornate pasquali: «L’azienda si rammarica — fa sapere — e si dissocia dell’atteggiamento di questa sigla sindacale che ha deciso di proclamare uno sciopero che otterrà, come unico risultato, quello di arrecare un grave disagio alla città di Venezia e ai turisti che, speranza di tutti, si attendono numerosi in questo primo vero weekend di primavera». I tempi del resto non sono dei migliori, nel pieno di una crisi economica che non risparmia niente e nessuno, flussi turistici in testa. Visto il quadro, inutile dire che il ponte pasquale è attesissimo.
Lo sciopero, insomma, proprio non ci voleva. Il sindacato promotore, dal canto suo risponde che a volerlo a furor di popolo sono stati proprio i lavoratori: «Abbiamo cercato di far capire che il fine settimana di Pasqua forse non era il momento più opportuno— spiega Rdb Cub — ma i dipendenti sono stanchi di una situazione che va avanti da mesi. L'organizzazione del lavoro con le biglietterie in condizioni precarie e un carico di lavoro in continuo aumento e una schiera di lavoratori a tempo determinato che non vengono assunti». Sul tavolo delle trattative anche le richieste del sindacato di adeguare l'indennità domenicale e dei buoni pasto. Un colpo che Actv non incassa affatto bene accusando l'iniziativa di essere strumentale: «Preoccupati della situazione economica di crisi generalizzata e dalle pessime previsioni per i prossimi anni – spiega - avevamo fissato un incontro con tutte le organizzazioni sindacali per il 21 aprile al fine di condividere le proprie linee di sviluppo economico e di sostegno finanziario. Si tratta pertanto di uno sciopero ingiustificato e strumentale. Ricordiamo tuttavia che sono operative 24 ore su 24 le biglietterie automatiche ai pontili principali».
Ma i grattacapi per Actv non finiscono qui: le società di Gran turismo autorizzate dal Comune, accusano l’azienda di «concorrenza sleale» e proclamano lo stato di agitazione: «Le istituzioni hanno fatto poco o nulla per contrastare l’illegalità e tutelare i titolari di autorizzazione comunale al trasporto di persone non di linea. Ora Actv ha costituito la società Venice by Boat Srl armatrice di numerosi motoscafi Gran Turismo pur possedendo una sola autorizzazione comunale, Un trattamento di favore che ci penalizza».
Tutto tranquillo (almeno per il momento) sul fronte museale. Scongiurato infatti lo sciopero a cavallo del weekend pasquale annunciato nei giorni scorsi dalla Cgil. «E’ stato convocato un tavolo tra l’azienda e il sindacato per la prossima settimana — dice Andrea Brignoli, segretario Filcams —, fino ad allora abbiamo sospeso qualsiasi iniziativa». Sul piatto verranno messe le questioni irrisolte: «Gli orari estivi devono tornare ad essere quelli degli anni scorsi. Se non sarà così sciopereremo nel ponte del 25 aprile ».
11 aprile 2009 - La Stampa
DOMANI IL LAVORO NON RIPRENDE COM’ERA IN PROGRAMMA
Cartiere Bormida ancora in crisi, cassa prolungata fino al 5 luglio
MURIALDO - La cassa integrazione ordinaria alla cartiera «Bormida» di Murialdo, entrata in vigore nel novembre dello scorso anno e che si sarebbe dovuta concludere domani, è stata invece propagata sino al 5 luglio prossimo.
La decisione, che è stata adottata nel corso di un incontro tra l’azienda e il sindacato che si è svolta all’Unione industriali, è legata al persistere della crisi di mercato che ha ridotto in maniera drastica le commesse.
Ma, per i 45 lavoratori dello stabilimento che rimarranno in cassa integrazione a rotazione per altri tre mesi, tuttavia, sembrano anche esservi notizie piuttosto positive. Entro il 10 maggio, come spiega Giampiero Icardo, dipendente della cartiera e rappresentante dei Cub Informazione, infatti, si concluderà la fase di verifica della portata dei pozzi e successivamente si passerà alla fase operativa del progetto che prevede la realizzazione del depuratore. Impianto che non solamente garantirà la continuità produttiva della fabbrica, ma migliorerà anche l’ambiente e la qualità del prodotto finito.
Ma non è tutto, perchè, come anticipa ancora Icardo, entro il 20 maggio si svolgerà un incontro tra la direzione dell’azienda e i delegati sindacali per «verificare il piano di interventi per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture e degli impianti legata, in particolare, alla tutela della sicurezza dei lavoratori. Interventi che, in base a quanto concordato, dovranno venire effettuati entro la fine di agosto».
11 aprile 2009 - Il Messaggero
La polizia municipale ha dovuto garantire ieri sera il servizio disposto dal Pincio per la processione
Vigili, precettazione e polemiche
Per la Rdb, l’atto del prefetto è «arrogante e errato, perchè include l’assemblea»
Civitavecchia - Cessato allarme. I vigili urbani hanno prestato il proprio servizio ieri sera durante la processione del Cristo Morto e faranno altrettanto anche a Santa Fermina. E’ questo in sostanza quanto stabilito dal Prefetto che ha disposto alle organizzazioni sindacali di differire le iniziative sindacali previste in concomitanza delle due manifestazioni per «evitare i rischi nel settore ordine e pubblica sicurezza» e «di assicurare il dovuto servizio secondo le direttive impartite dall’amministrazione comunale».
«Ed è in base a questa disposizione - ha spiegato ieri mattina il sindaco Gianni Moscherini nel corso di una conferenza convocata insieme all’assessore al Personale Gino Vinaccia - che ho disposto che il personale della polizia municipale presti servizio di viabilità, assistenza e rappresentanza, sia nella fase propedeutica della manifestazione che durante il suo svolgimento e la sua conclusione. Prestazione che andrà anche oltre l’orario di servizio, dal momento che la precettazione riguarda anche l’orario straordinario. Del resto con questo sciopero i sindacati dei vigili urbani non avrebbero creato un danno al sindaco o all’amministrazione, ma alla città ed ai civitavecchiesi. Tanto più che non ne vedo le ragioni dal momento che sulla retribuzione straordinaria sono sempre stato d’accordo con loro e per la carenza di organico avevo chiesto di avere pazienza per attendere i risultati di una indagine commissionata all’ufficio personale e che individuerà la situazione esatta e le unità necessarie per Civitavecchia». E mentre ieri nel pomeriggio è circolata la voce che alcuni vigili avessero intenzione di denunciare il sindaco per «averli costretti a lavorare a straordinario», la notizia della precettazione non sembra aver colto di sorpresa i sindacati. «Ce lo aspettavamo - ha dichiarato Eleonora Gorla del Sulpm - che sarebbe arrivata la precettazione del Prefetto. Ma speravamo che almeno l'assemblea saremmo riusciti a farla. Aspetteremo». Per l'Rdb cub, invece, l'atto della Prefettura, giudicato «imponente e arrogante», sarebbe errato nella procedura per la richiesta di differimento dell'assemblea. «Il Prefetto - si legge nella nota - è intervenuto con un ordine di differire le iniziative programmate, nei confronti del solo Sulpm. Vogliamo precisare che ad indire l'assemblea sono state anche le sigle di categoria di Cgil e Cisl. Perché il provvedimento è indirizzato al solo Sulpm? Inoltre l'ordine del prefetto fa appello all'articolo 8 della legge 146, quella sullo sciopero. Non sono infatti materia di precettazione le assemblee, la competenza è invece del datore di lavoro e in questo caso il sindaco». Nel comunicato poi la sigla stigmatizza l'operato dell'amministrazione che da mesi ormai non paga ai lavoratori le spettanze per le festività infrasettimanali, oltre che gli straordinari. «Come sindacato - si legge - invitiamo tutti i lavoratori che hanno indetto le iniziative di lotta a mantenere ferme le proprie posizioni regolarmente proclamate e legittimate dalla Commissione di garanzia».
11 aprile 2009 - Il Tempo
«Il sindaco di Civitavecchia ha avuto paura di noi, tanto da dover ricorrere all'aiuto del Prefetto che ieri sera ha notificato l'ordine di differire lo sciopero del 28 aprile»
Lo ha dichiarato in una nota Guglielmo Marchetti, segretario provinciale del Sulpm-Ugl
Civitavecchia - «Perché allora se la polizia municipale è tanto importante per Moscherini - ha aggiunto il sindacalista - talmente tanto da determinare, se il Sulpm avesse scioperato, "un pregiudizio grave ed imminente per l'ordine e la sicurezza pubblica", non si impegna come chiediamo a trasformare la polizia municipale in una efficiente ed efficace polizia di prossimità?. Il sindaco Moscherini - ha concluso Marchetti - può anche aver fatto impedire uno sciopero che era, sia chiaro a tutti, non per chiedere soldi ma per far crescere la polizia municipale di Civitavecchia cercando di proiettarla verso la sicurezza urbana come sta facendo ad esempio il sindaco Alemanno, ma purtroppo l'effetto che ha ottenuto non ricadrà sui lavoratori del Corpo, sarà solo un danno permanente all'ordine e alla sicurezza pubblica di questa città e dei suoi cittadini. Ai quali diciamo che noi non molliamo perché il nostro unico interesse è quello di avere in strada Agenti che possano intervenire a 360 gradi per la loro tutela». A rincarare la dose, Flavio Zeppa, responsabile territoriale della Rdb Cub. «I diritti dei lavoratori, sanciti dalla costituzione e dallo statuto, non esistono più; si assiste continuamente e impunemente ad atti impositivi e arroganti da parte dell'Autorità (o meglio Podestà) contro chi rispetta le regole contrattuali e viene legittimato nella lotta dalla stessa Commissione di Garanzia. Il Prefetto – spiega Zeppa - è intervenuto con atto di precettazione e quindi con ordine di differire le iniziative programmate per i giorni 10 e 28 Aprile nei confronti del Sindacato Sulpm/Ugl e quindi sugli Agenti di Polizia Municipale che regolarmente avevano indetto Assemblea per il giorno 10/04 dalle ore 18,30 alle 20,30 e sciopero per l'intera giornata per il giorno 28 Aprile. Ora, premesso che l'assemblea era stata indetta da ben 3 organizzazioni sindacali tra cui la Cisl e la Cgil di categoria e invece l'atto di precettazione è stato ordinato e notificato solo al Sulpm/Ugl, ci domandiamo come sia possibile che un Prefetto ordini il differimento di una assemblea dei lavoratori con l'art. 8 delle Legge 146/90 detta Legge Sciopero che riguarda solo ed esclusivamente la regolamentazione di scioperi».
11 aprile 2009 - Il Giornale di Vicenza
LA CRISI. Dal 20 aprile settanta dipendenti saranno in cassa integrazione a zero ore
"Stefani", futuro incerto per oltre 300 lavoratori
Dopo lo sciopero di ieri è previsto un corteo in municipio
di Marita Dalla Via
Vicenza - Nunzia ha 46 anni e da trenta lavora nell'ufficio amministrativo che tra qualche settimana sarà trasferito a Rimini. Silvia, una sua collega, si è detta disponibile a fare la pendolare, e raggiungerebbe il marito a Thiene solo nel fine settimana, ma altre con bambini piccoli non se la sentono di prendere questa decisione.
Marina e Rosemma erano operaie nel settore tessile, poi qualche anno fa quando sono arrivati i primi segnali di crisi, superati i 40 anni, hanno dovuto imparare un nuovo lavoro, sono diventate dipendenti in un'azienda meltameccanica che ora ha il 25% di personale in esubero. E poi c'è un altro ragazzo, arrivato da Bari con la moglie 7 anni fa perchè nel Vicentino c'era lavoro. Ed il lavoro lo aveva trovato, in una azienda prestigiosa e solida, ma ora sta seriamente pensando di tornare giù. Non perchè abbia trovato un'altra occupazione, ma perchè con 700 euro al mese a Thiene, con un affitto da pagare e due bambini, non si vive.
Queste sono solo alcune storie di lavoratori della "Stefani", azienda storica di Thiene che produce macchine per la lavorazione del legno. 305 dipendenti che dopo Pasqua avranno un futuro incerto. L'azienda ha presentato ai sindacati il piano di ristrutturazione e la conseguenza è stata una mobilitazione di tutti i dipendenti con alcune ore di sciopero ieri e giovedì mattina. A preoccupare maggiormente sono i numeri degli esuberi dichiarati e le ore di cassa integrazione programmate.
«Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro a Rimini, nella seda della Scm proprietaria della ditta Stefani e la direzione ha confermato il piano già annunciato: riduzione di circa 1000 dipendenti complessivamente - dichiara Roberto Galvanin delegato rsu della Cub di Vicenza - noi lavoratori della Stefani siamo già da alcune settimane in cassa integrazione alternata, ma nei prossimi giorni per alcuni ci sarà la cassa integrazione a zero ore».
Il piano aziendale prevede infatti che dal 20 aprile e per 13 settimane una settantina di dipendenti rimarrà a casa, con una cassa integrazione ordinaria. Questo significa ricevere per questi mesi poco più di 700 euro al mese, ma soprattutto con l'ansia, alcuni dicono la certezza, di essere poi lasciati a casa. Infatti il numero dei cassintegrati a zero ore corrisponderebbe agli esuberi che la ditta ha dichiarato. Per il restante personale, ci sarà una cassa integrazione da 8 a 16 ore; il che significa uno o due giorni alla settimana a casa.
«Durante gli incontri con la direzione avevamo chiesto almeno di integrare gli stipendi per supportare economicamente i lavoratori - hanno spiegato Stefano Chemello della Cisl e Verena Reccardini della Cgil - da qui nasce la mobilitazione, che non finisce qui. La settimana prossima saremo in corteo in municipio perchè non è solo un problema della Stefani ma di tutta la comunità».
10 aprile 2009 - TRC Giornale
Zeppa: "L’assemblea non è di competenza del Prefetto"
Civitavecchia - Sulla precettazione dei Vigili Urbani intervengono anche le Rdb Cub. Il rappresentate territoriale, Flavio Zeppa, si chiede come sia possibile che un Prefetto ordini il differimento di un'assemblea con un articolo che riguarda soltanto la regolamentazione degli scioperi. Sempre Zeppa sottolinea che l'assemblea non è materia di competenza del Prefetto, ma del datore di lavoro, in questo caso il sindaco, a cui va semplicemente la comunicazione e non la richiesta di autorizzazione. È un fatto particolare, inoltre, che i vigili siano stati precettati per lavorare il 28 aprile, nonostante da mesi non percepiscono il pagamento delle giornate festive infrasettimanali. Le Rdb/Cub invitano i lavoratori e le lavoratrici della Polizia Municipale e le organizzazioni sindacali che hanno indetto le iniziative di lotta a mantenere ferme le proprie posizioni.
10 aprile 2009 - Audionews
Trasporti: rinviato lo sciopero del 23 aprile
Rinviato dalla Cub Trasporti lo sciopero nazionale del settore già proclamato per il prossimo 23 aprile. La decisione della Cub in considerazione dei tragici eventi determinati dal terremoto in Abruzzo.
10 aprile 2009 - Varese news
Rissa sfiorata all'assemblea sindacale sull'ospedale di Legnano
La ristrutturazione in vista, decisa dall'Azienda Ospedaliera, mette in luce le tensioni tra la Cgil e i sindacati di base. Germani (RdB) provoca e Bursich (Cgil) perde a testa
di Orlando Mastrillo
Legnano - Tensione tra le sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della sanità legnanese. Un’assemblea tenutasi nei giorni scorsi è finita quasi in rissa dopo il diverbio scoppiato tra Riccardo Germani della RdB e Paolo Bursich della Cgil. Il sindacalista della Triplice aveva appena concluso il suo intervento nel quale aveva elencato una serie di forme di protesta da adottare nei confronti della dirigenza e per informare cittadini e istituzioni della pesante ristrutturazione del personale negli ospedale dell’Azienda Ospedaliera legnanese, tra le quali anche lo "sciopero del saluto". Proprio quest’ultima inziativa è stata presa come spunto da Germani della RdB per attaccare la Cgil e far emergere uno scontro che va avanti da tempo in seno alle organizzazioni sindacali. All’azione di Germani è corrisposta la reazione di Bursich che si è scagliato contro l’esponente dei sindacati base come per aggredirlo, subito fermato da alcuni colleghi. Urla, spintoni, confusione e facce costernate per alcuni minuti a sottolineare una situazione piuttosto grave che non favorisce l’unità dei lavoratori e che contrappone due mondi del sindacato che non si sono mai visti di buon occhio. Germani, della RdB, avrebbe definito bizzarro lo "sciopero del saluto" nei confronti dei dirigenti, proprosto tra il serio e il faceto da Bursich, e avrebbe mandato a quel paese (per usare un eufemismo) il collega della Cgil. A questo punto la reazione che lo stesso Bursich definisce così: «Ho ceduto alle continue provocazioni di Germani e ho perso la testa, mi scuso per questo. Come Cgil abbiamo presentato un piano serio di inziative che culmineranno con lo sciopero ma prima abbiamo proposto una serie di appuntamenti che coinvolgano più lavoratori possibile e le istituzioni, per non correre il rischio di fare uno sciopero a cui aderisce solo il 10% dei lavoratori. La situazione è grave a causa di una ristrutturazione imponente nei 4 ospedali di Legnano. Il nuovo ospedale è un business da 156 mln di euro per una cattedrale nel deserto. Abbiamo proposto presidi davanti alla palazzina dell’ospedale di Legnano, una trattativa direttamente con la Regione, saltando la direzione dell’A.O. che è un muro di gomma. Lo sciopero del saluto è solo una delle tante iniziative che vogliamo mettere in atto e serve solo a tenere la dirigenza sul chi va là, per far capire concretamente che siamo arrabbiati. Mentre il nostro sforzo è fare unità vera, Germani cerca pubblicità dalla divisione».
10 aprile 2009 - Il Mattino
Agropoli. Sono ancora in attesa di risposte gli operatori sanitari...
Agropoli - Sono ancora in attesa di risposte gli operatori sanitari dell’ospedale di Agropoli dopo l’incontro che il sindaco Franco Alfieri ha tenuto martedì sera con il commissario dell’Asl unica di Salerna Fernando De Angelis. L’incontro era stato fissato dopo l’annullamento di quello previsto in mattinata al comune e a cui avrebbe dovuto partecipare il sub commissario Di Munzio. Il nuovo appuntamento è per questa mattina, presso la direzione sanitaria dell’ospedale. Un rappresentante dell’Asl unica incontrerà il sindaco Alfieri, gli operatori sanitari e i sindacati. Sul tavolo ci sarà ancora una volta il problema della carenza di personale infermieristico e il futuro dell’ospedale di Agropoli e in particolare, considerato l’approssimarsi dell’estate, le strategie per l’emergenza estiva ora che il presidio agropolese è fuori dalla rete dell’emergenza, ma l’utenza rimarrà la stessa, con un notevole incremento nei mesi caldi per l’afflusso dei turisti sulla costa cilentana. «Sono comunque fiducioso sulla volontà di trovare una soluzione» ha commentato il sindaco Alfieri dopo la convocazione di questa ennesima riunione. La scorsa settimana, dopo l’accordo sull’incontro con il sub-commissario Di Munzio ad Agropoli, i lavoratori aderenti al sindacato Rdb-Cub avevano interrotto il presidio della direzione sanitaria dell’ospedale iniziato alcuni giorni prima in forma di protesta per la carenza di personale infermieristico.
10 aprile 2009 - Il Gazzettino
RdbCub: «Dozzinanti, un flop» Ma l’Asl smentisce
di Matteo Crestani
Vicenza - Il reparto per dozzinanti del San Bortolo rischia il flop. La denuncia arriva dall’Rdb Cub di Vicenza, che da tempo ha chiesto un’analisi precisa dei costi della struttura, ma senza aver ottenuto risposta da parte dell’amministrazione dell’Asl 6 di Vicenza. Una cosa è certa: finora i ricoveri sono stati pochi. I dati non mentono: «Fino a oggi», spiega Bonifacio Dal Bianco dell’Rdb Cub, «ci sono stati soltanto tre ricoveri per l’effettuazione di screening. Oltre a essere stati pochi, dunque, sono avvenuti con un criterio non certo corrispondente all’appropriatezza, necessaria anche per chi è ospite di una struttura per dozzinanti, in quanto il trattamento sanitario resta lo stesso assicurato agli altri pazienti dell’ospedale, per il quale la Regione riconosce una quota di partecipazione».
Accuse ben precise, dunque, alle quali non si sottrae di rispondere, però, il direttore del reparto, il direttore medico Livio Dalla Barba, che evidenzia: «Attualmente nel reparto sono ricoverate tre persone. E finora sono avvenuti ricoveri di persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti. L’appropriatezza dei ricoveri è tra le priorità del San Bortolo, quindi non intendiamo farla venir meno neppure nel reparto dei dozzinanti. I controlli, quindi, saranno fatti in tal senso con la medesima cura assicurata in tutte le altre unità operative».
Ricordiamo che il reparto dei dozzinanti dispone di 12 camere e di un servizio d’eccellenza per quanto concerne il trattamento alberghiero, per il quale si sborsano dai 400 ai 450 euro a notte. Tra gli altri servizi sono a disposizione dei pazienti ospitati cuoco, cameriere e personale infermieristico dedicato. Il tutto in una cornice fatta di arredi di lusso e ogni confort. Quanto alla redditività il direttore Livio Dalla Barba si sente di rasserenare i sindacati: «Dai calcoli che abbiamo effettuato risulta possibile mantenere aperto il reparto e coprire i relativi costi con tre camere occupate, data l’elevata retta alberghiera. Facciamo presente, tra l’altro, che l’amministrazione dell’Asl 6 ha considerato un periodo di start-up del servizio, quindi non c’è ragione, ad un solo mese dall’apertura, di preoccuparsi. Deve spandersi la voce. E soltanto quando le richieste aumenteranno saranno aperte tutte e dodici le camere, mentre ora ne sono attive soltanto la metà. Per ora, quindi, ci dichiariamo soddisfatti».
10 aprile 2009 - Corriere di Viterbo
Il punto di vista delle Rdb
Dopo la polemica della Cgil sull’iscrizione "ritardataria" alle liste di collocamento. Il sindacato difende i lavoratori pubblici del Centro per l’impiego
di Alfredo Parroccini
Civita Castellana - Continua la polemica sulla mancata iscrizione di alcuni lavoratori nelle liste di collocamento. Nei giorni scorsi la Cgil, per bocca del suo rappresentante Roberto Grassetti, aveva ripreso e bacchettato l'amministrazione provinciale sul comportamento assunto dai dirigenti del servizio, sia locale che centrale, "ritenendo che tali lavoratori dovevano comunque essere iscritti dal 1° aprile 2009, data in cui si erano presentati all'Ufficio dell'impiego di Civita Castellana ed avevano chiesto l'iscrizione". Anzi, continuava il sindacalista Roberto Grassetti che "qualora i lavoratori avessero dovuto perdere un solo giorno di prestazione, la Cgil avrebbe provveduto ad attivare un'azione legale per la richiesta del risarcimento del danno subito". Adesso su questo particolare caso dei lavoratori non iscritti nelle liste di collocamento interviene anche il sindacato Rdb Cub con una sua nota nella quale afferma: "Abbiamo seguito con un po' di stupore gli articoli sulla stampa in merito alla presunta ritardata iscrizione di alcuni lavoratori alle ‘liste di collocamento’ presso il Centro per l'impiego di Civita, quasi si volesse mostrare un fastidio verso dei lavoratori pubblici che hanno voluto rispettare in pieno le normative pur mostrando disponibilità a risolvere le problematiche poste. Non vogliamo entrare nel dettaglio tecnico per il quale altri sono demandati e questa volta sono efficacemente intervenuti pubblicamente, piuttosto ci colpisce la asprezza di un attacco fatto dal responsabile della Cgil contro innanzitutto gli operatori del centro e poi non meno acremente contro il suo responsabile". "Premesso che ai lavoratori da iscrivere alle liste non è stato, così ci risulta, arrecato alcun danno - prosegue la nota -, perché prendersela con i lavoratori del centro e con il responsabile, il cui stipendio rientra nella media ordinaria non essendo certo d'oro e neanche d'argento? Perché scaricare sui lavoratori le frequenti, talvolta contrastanti e forse inique, modifiche normative e amministrative? Scriviamo queste poche righe con la libertà di chi non ha alcun timore e quotidianamente lo dimostra, ove necessario, di criticare la cattiva conduzione di un ufficio ma con l'orgoglio di svolgere una funzione pubblica che non dovrebbe essere considerata un intralcio ma anzi una garanzia di equità e legalità". E concludono: "In un periodo in cui la denigrazione dei dipendenti pubblici risulta essere lo sport preferito non potevamo lasciare sotto silenzio quanto sopra descritto"
10 aprile 2009 - Il Giorno
Crespi, presidio contro la cassa e gli esuberi
IN VIA SAN DOMENICO
di CRISTIANA MARIANI
LEGNANO - UN PRESIDIO davanti a Confindustria Altomilanese per esprimere il dissenso e la voglia di modificare una situazione che sembra ormai quasi del tutto compromessa. La richiesta è semplice: ritirare la cassa integrazione straordinaria e accettare come provvedimentoil contratto di solidarietà, proposto da alcuni sindacati, con riduzione dell'orario lavorativo a parità di salario integrato da Inps e Stato. IERI MATTINA, alcuni lavoratori della Giovanni Crespi, l'azienda produttrice di materiali sintetici e poliuretano espanso flessibile che possiede stabilimenti a Legnano e Buscate, e i rappresentanti del sindacato Allca Cub hanno raggiunto la sede di via San Domenico manifestando in maniera pacifica. La Crespi esce da tredici settimane di cassa integrazione e la decisione dei vertici aziendali di avviare la cassa integrazione straordinaria per 89 lavoratori considerati in esubero su 207, 17 dei quali già interessati dalla precedente mobilità, ha suscitato notevole indignazione fra sindacati e lavoratori. Negli ultimi giorni, si sono svolti numerosi incontri fra la proprietà e i rappresentanti sindacali di Cub, Cgil, Cisl e Uil. «La Crespi ha rifiutato ogni forma di trattativa sostenendo, in maniera generica, che il Contratto di solidarietà non ha quelle caratteristiche di flessibilità che, invece, consente la cassa integrazione straordinaria - spiegano alcuni rappresentanti del Cub -. In realtà, la proprietà vuole soltanto continuare a smantellare il settore produttivo di Legnano». L'OBIETTIVO FINALE dei vertici societari probabilmente è quello di chiudere lo stabilimento nella città del Carroccio per trasferire tutto a Buscate, licenziando, però, 89 dipendenti. «Attualmente non conosciamo nessun piano industriale di rilancio - commentno i sindacalisti di Allca Cub -. In 4 anni, l'azienda ha praticamente dimezzato i dipendenti senza mettere in campo alcun progetto concreto per continuare la produzione. Siamo consapevoli del fatto che esiste una crisi strutturale del sistema imprenditoriale, ma la responsabilità non è dei lavorati sui quali, invece, gravano licenziamenti, tagli di salario e precariato».
10 aprile 2009 - Settegiorni
Siglato l'accordo per i duecento lavoratori della Novaceta
ALTRI 12 MESI DI CASSA
E' stata prevista anche la mobilità su base volontaria
MAGENTA - La Novaceta continua la sua agonia rinnovando per un anno la cassa integrazione straordinaria, ma i lavoratori resistono e sperano in una rinascita derivante dall'ingresso di nuovi partner. La luce in fondo al lungo tunnel che in questi anni ha risucchiato il polo produttivo magentino, potrebbe infatti essere irradiata dal Piano industriale presentato dall'azienda in Regione lo scorso 23 marzo, attraverso il quale si faceva riferimento alla volontà di tornare operativi sul filo tinto grazie a partner europei o cinesi. Documento questo che non viene visto in modo del tutto speranzoso da parte di diversi dipendenti, che vorrebbero invece promesse fatte in lingua italiana, ma che tuttavia ha fatto sì che si che sulla base del piano si continuasse a parlare di cassa integrazione. Nel frattempo dalle sfere sindacali emerge anche la notizia che il know how, ovvero sia le abilità tecniche acquisite nel corso degli anni, stiano partendo da Magenta alla volta della Cina. A sedersi al tavolo dell'«Agenzia Regionale per l'Istruzione, la Formazione e il Lavoro della Lombardia» sono stati Ciro Favicchia, Marco Fantoni e Libero Grigis per la Novaceta, nonchè Alfonso De Giuli della Femca Cisl, Rosario Sergi della Filcem Cgil, Daniele Bosotti della Uilcem Uil, Massimo Lettieri e Giovanni Cippo della Allca Cub. Con loro anche Antonia Pellicola, Antonio Grimaldi, Gian Franco Calabria, Damiano Pallavicini e Giuseppina Blando per le Rsu. Per i 204 dipendenti è stato quindi raggiunto e sottoscritto il prolungamento della cassa integrazione straordinaria di un anno con decorrenza a partire da domenica 5 aprile e per i prossimi 12 mesi. La motivazione rimane la profonda crisi in cui da tempo è sprofondata l'azienda magentina. Nell'accordo si prevede anche la possibilità , per chi volesse, di chiedere la mobilità su base volontaria. L'azienda inoltre, anticiperà il Tfr nella misura minima di 700 euro lorde per i soli mesi di aprile e maggio 2009. La Cub, che ha siglato l'accordo del 2 aprile per consentire il mantenimento della cassa, si è invece mostrata critica in riferimento all'accordo del 23 marzo in cui, spiega Mario De Luca , si chiedeva di fatto ai lavoratori di pagare la cassa integrazione con un anticipo del Tfr. «La preoccupazione rimane quella di come è stata gestita la crisi â€" fa saper Massimo Lettieri del sindacato di base Cub-Magenta e del Gruppo dei precari autorganizzati del Magentino - La cassa integrazione è un ammortizzatore sociale necessario, ma il vero problema rimane quello di operare per il reinserimento di queste persone nel mondo del lavoro e per la creazione di occupazione. Per questi motivi si sta portando avanti una battaglia attraverso il "Gruppo dei precari autorganizzati del Magentino". Per chi volesse saperne di più, può scrivere a precariatomagentino@gmail.com». Di questo e dei risultati ottenuti in Regione se ne è parlato nell'assemblea aperta ai lavoratori che si è svolta in Novaceta nella mattinata di lunedì 6 aprile.
9 aprile 2009 - Apcom
Sisma Abruzzo/ Cub sospende sciopero nazionale trasporti 23 aprile
Rinviarlo a data da destinarsi
Roma, 9 apr. (Apcom) - La Cub Trasporti, a fronte dei tragici eventi determinati dal terremoto in Abruzzo, ha deciso di sospendere lo sciopero nazionale del settore, già indetto per l'intera giornata del 23 aprile, e di rinviarlo a data da destinarsi. Ove venisse raggiunto l'accordo contrattuale la Cub Trasporti si riserva di convocare i propri organismi per deliberare in merito allo sciopero.
9 aprile 2009 - Dire
Precari Cri: ''Brunetta non risponde sulle stabilizzazioni''
Roma - "Il 2 aprile scorso la RdB-CUB Croce Rossa ha chiesto al ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, di chiarire la posizione dei precari della Croce Rossa Italiana, in relazione a quanto dichiarato dallo stesso ministro nella conferenza stampa del 31 marzo". E' quanto sottolinea il sindacato di base della Croce Rossa. Brunetta, ricordano, "ha affermato: "i lavoratori precari della Croce Rossa Italiana non sono inseriti tra i regolarizzabili, in quanto non hanno anzianita' direttamente con la Cri (sono circa 2248), bensi' prevalentemente con le Regioni e le Asl di provenienza". Nel frattempo, prosegue il sindacato "per riaffermare il diritto alla stabilizzazione acquisito con le precedenti finanziarie, i lavoratori hanno intasato la posta elettronica del ministero, allegando le copie dei contratti stipulati con la Cri". "Abbiamo inutilmente atteso una settimana, ma da Corso Vittorio Emanuele II solo silenzio- riferisce Massimiliano Gesmini, della RdB-CUB Cri- Dobbiamo dunque concludere che chi tace acconsente? Avevamo ragione nell'affermare che, contrariamente a quanto dichiarato dal ministro, i precari della Cri. hanno un regolare contratto con l'Ente Pubblico Croce Rossa e non con le Regioni e Asl?". Per il rappresentanti dei precari della Croce Rossa, "appare oltremodo strano che il ministro Brunetta, cosi' pignolo e rispettoso delle regole, si sia fatto cogliere in fallo senza replicare alle nostre argomentazioni. Si tratta forse- chiede Gesmini- dell'ennesima dimostrazione che quanto sta accadendo ai lavoratori precari della Cri e' frutto di un piano orchestrato a tavolino tra questo governo e i vertici della Cri, al fine di mettere in strada oltre 2.000 lavoratori precari e le loro rispettive famiglie? Caro ministro- conclude- attendiamo di essere smentiti".
9 aprile 2009 - EPolis Roma
L'assemblea. Esternalizzati di Asl e ospedali chiedono una stabilizzazione urgente.
Nieri: «I soldi ci sono»
Sanità, protestano i precari: «La Regione batta un colpo»
Sindacati di base al l'attacco: «Basta appalti, sono tre anni che aspettiamo i contratti»
di Paolo Anastasio
Roma - Personale precario ed esternalizzato della sanità e delle agenzie regionali ha protestato ieri contro i cronici ritardi da parte della Regione nel percorso di stabilizzazione lavorativa. Alla protesta hanno preso parte lavoratori delle Asl, dell'Ares 118, gli esternalizzati del Sant'Andrea, del Policlinico Umberto I e di Tor Vergata, senza dimenticare quelli di Arpa Lazio. Nel mirino dei lavoratori le lungaggini legislative e il blocco delle assunzioni, che bloccano da tre anni la regolarizzazione delle loro posizioni contrattuali. Tre leggi finanziarie, a partire dal 2006, prevedono già la reinternalizzazione dei servizi in appalto, mentre la delibera 345 dell'8 maggio 2008, approvata in Giunta, non è mai stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. «Ci sono leggi presentate tre anni fa per l'internalizzazione dei servizi - ha detto il consigliere regionale Peppe Mariani - i lavoratori sono stufi». «Chiediamo un provvedimento legislativo d'urgenza che definisca un percorso chiaro di reinternalizzazione dei servizi e stabilizzazione dei lavoratori - hanno detto in coro i sindacati di base Rdb e Cobas - che chiuda definitivamente lo scandalo degli appalti nella sanità del Lazio». Secondo i Cobas sono 1150 gli esternalizzati che lavorano al Policlinico Umberto I, più che raddoppiati rispetto al 2006. Si tratta di infermieri, Ota, ausiliari, aiuto cuochi, operai, amministrativi, lavoratori di cooperative e dipendenti di ditte, con capitolati illegali rinnovati da più di 10 anni senza bandi pubblici, che in media prendono 800 euro al mese. L'assistenza infermieristica e ausiliaria viene fornita da 400 operatori della cooperativa Osa, al Policlinico dal 2000, che percepisce 13 milioni di euro l'anno. «Se questi lavoratori fossero stati assunti dall'azienda, come chiediamo dal 2006 - dice Serena Bastelli dei Cobas - l'azienda avrebbe risparmiato 3 milioni di euro». Situazione analoga al Sant'Andrea, dove la nuova gara d'appalto per l'affidamento dei servizi socio-sanitari, tecnici e amministrativi ha un importo annuo superiore ai 5 milioni di euro, a fronte di un costo complessivo (fisso) di 4.725.310 euro per l'internalizzazione dei famosi "fantasmi" del Sant'Andrea, 200 i lavoratori, esclusi infermieri e tecnici, in attesa di stabilizzazione. «Stiamo valutando un'ipotesi per avviare un processo di reinternalizzazione dei servizi alla persona esternalizzati impropriamente, in linea con il piano di rientro sanitario - ha detto l'assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi - La reinternalizzazione produce un risparmio del 10% delle spese. Un provvedimento è ipotizzabile entro giugno». «I soldi ci sono», chiude l'assessore al Bilancio Luigi Nieri.
9 aprile 2009 - Leggo
Roma. E’ un esercito precario, quello della sanità del Lazio...
di Lorena Loiacono
Roma - E’ un esercito precario, quello della sanità del Lazio, che da anni si batte per l’assunzione dei lavoratori: "serve il via per la proposta di legge - denunciano i sindacati - e l’ok immediato dalla Giunta". Si sono autodefiniti fantasmi, sono in protesta dal 2006 ed hanno ottenuto delibere e provvedimenti in finanziaria regionale finora mai rispettati: si tratta dei circa settemila precari, con contratti di varia natura, che mandano avanti gli ospedali, le asl e gli enti regionali del Lazio. In centinaia ieri mattina, provenienti tra gli altri dall’Umberto I, da Tor Vergata, San Giovanni, San’Andrea, Ares 118, Croce Rossa, Arpa, Consorzio Ri.Rei. ed Lsu, hanno preso parte alla movimentata assemblea pubblica alla Regione, indetta dai sindacati di base:
«I lavoratori sono indignati, serve l’immediato avvio dell’iter per una specifica legge regionale per la stabilizzazione dei precari - spiega Rdb Cub sanità, promotore dell’iniziativa con i Cobas - tra infermieri, ausiliari, addetti alle pulizie, servizi informatici, cup e amministrativi sono in tutto 7000 lavoratori, divisi tra precari interni alle strutture, con contratti a tempo determinato, ed esterni legati a ditte appaltatrici. Di questi, oltre quattromila solo a Roma».
All’assemblea hanno preso parte anche gli assessori al lavoro, Tibaldi, ed al bilancio, Nieri: «Assumendo i lavoratori esterni - ha spiegato Tibaldi - si produce un risparmio del dieci per cento delle spese. Ma la nostra è un’ipotesi che dovrà passare in Giunta, un eventuale provvedimento ipotizzabile entro giugno».(ass.)
9 aprile 2009 - Il Mattino di Padova
La cooperativa tenta la serrata dopo lo sciopero dei lavoratori
Solidarietà degli assessori al personale che manifesta davanti al municipio Tensione invece in via Umbria al momento del rientro in azienda Mamprin assicura: «Non è vero che la carta non viene più riciclata»
di Francesca Segato
MONSELICE - Momenti di tensione ieri mattina al Centro Riciclo. Ottanta lavoratori della cooperativa Mylog hanno scioperato, manifestando davanti al municipio (nella foto) contro la riduzione di stipendio. Al momento del rientro al lavoro, però, hanno trovato i cancelli sbarrati. Sono tutti marocchini, in prevalenza donne. Lavorano in mezzo ai rifiuti, selezionandoli a mano, per 6 euro e 93 centesimi l’ora, lordi. Con un contratto di facchinaggio, senza ammortizzatori, e l’orario già ridotto a 36 ore. Adesso la cooperativa Mylog, che lavora al Centro Riciclo per il consorzio Team Service, ha chiesto un nuovo «sacrificio»: ridursi lo stipendio di 1 euro e 20 l’ora, a parità di lavoro.
Motivo, la crisi che investe anche il settore del riciclo: «I Comuni hanno ridotto, se non stoppato, raccolta e selezione della carta» si legge in una lettera inviata dalla Team Service ai lavoratori. Affermazioni che hanno scatenato la polemica: se fosse vero, Monselice pagherebbe per la raccolta differenziata e poi la carta finirebbe in discarica o bruciata. Dopo varie telefonate alla De Vizia, che gestisce l’asporto dei rifiuti, l’assessore Gianni Mamprin assicura: «La carta raccolta a Monselice viene riciclata» dalla ditta Nalin. Solidarietà ai lavoratori dall’assessore Bruno Cama: «Abbiamo chiesto all’assessore provinciale al Lavoro Roberto Tosetto di convocare un tavolo con tutte le parti». Tornati in via Umbria alla fine dello sciopero di un’ora per turno, i lavoratori hanno trovato i cancelli chiusi. «Oggi non ho bisogno di voi», avrebbe detto il presidente della Mylog. Dopo una prima mediazione dei sindacalisti Adl, che ha permesso di far rientrare le donne, un nuovo momento di tensione. Il presidente della cooperativa, anch’egli marocchino, ha strappato il cartellino di uno degli addetti ai muletti. «Gli ha bloccato l’ingresso e l’ha accusato di aver manomesso i macchinari» racconta Gianni Boetto dell’Adl. Il ragazzo, per protesta, si è sdraiato a terra. Dopo una mezzora tutti sono rientrati al lavoro.
8 aprile 2009 - Dire
TERREMOTO. RDB CUB: SUBITO PIANO STRAORDINARIO POST-EMERGENZA
TRA LE PROPOSTE DELLA FEDERAZIONE AZZERAMENTO DEFICIT REGIONALE
(DIRE) Roma, 8 apr. - La Federazione nazionale Rdb-Cub, unitamente alla Federazione Rdb-Cub Abruzzo, ha inviato oggi una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della Regione Abruzzo, al presidente del Consiglio regionale abruzzese e all'assessore regionale alla Sanita', in cui richiede un piano straordinario post-emergenza che sia capace di dare risposte concrete alle esigenze reali della collettivita' colpita dal sisma. La Rdb-Cub dice di ritenere necessario che dopo la conta dei morti, l'accoglienza dei feriti nelle strutture sanitarie regionali e quella degli sfollati negli alloggi provvisori, si intervenga urgentemente per la piu' veloce ripresa di una quotidianita' che si avvicini a una qualche forma di normalita'. A questo fine rende nota l'elaborazione di alcune prime proposte su cui sollecita una seria discussione. La prima di queste e' l'azzeramento dell'intero deficit regionale: un provvedimento che "permetterebbe al governo regionale di intraprendere le azioni necessarie alla ripresa economica (visto che molte sono le industrie che hanno chiuso e altre che chiedono aiuto per non farlo"), alla ricostruzione delle abitazioni e degli edifici pubblici distrutti, al monitoraggio e alla messa in sicurezza di tutti gli edifici della regione, attraverso lo stanziamento del 3% del bilancio regionale. In secondo luogo e' importante "l'immediata stabilizzazione di tutti i precari del pubblico impiego, in particolare di quelli della sanita' impegnati, come tutti, nell'emergenza sanitaria regionale dettata dagli oltre mille feriti del sisma e dalla scomparsa dell'ospedale S. Salvatore dell'Aquila". L'Rdb-Cub chiede poi l'immediato ripristino delle funzionalita' primarie, in particolare la risposta immediata alla crisi abitativa con l'utilizzo, anche attraverso la requisizione temporanea, di case private sfitte e/o non abitate come prima casa per evitare il fenomeno "deportazione" verso il territorio rivierasco; il mantenimento prioritario del sistema sanitario e assistenziale, che, sottolinea, "non puo' essere delegato a ospedali da campo male attrezzati e male organizzati cosi' come non puo' essere 'scaricato' sulle altre Asl"; e la ripresa delle attivita' didattiche nelle scuole e della universita' ("anche per le sue specialita' ed eccellenze di rilevanza nazionale"). Da non trascurare, infine, l'"immediata assistenza economica: con sostegno al reddito per tutti coloro che ne erano in possesso e reddito minimo garantito a disoccupati e studenti fino al loro reinserimento lavorativo produttivo e/o sociale". Su tali proposte, "ispirate da quella solidarieta' che sta caratterizzando la risposta all'emergenza", la Rdb-Cub fa sapere di essere "disponibile ad incontri con le istituzioni tutte al fine di definirle nel dettaglio" e conferma "la massima disponibilita' delle proprie strutture sindacali nel definire e risolvere eventuali altre problematiche che dovessero emergere".
PROVINCIA BOLOGNA. DRAGHETTI LODA DIPENDENTI, RDB CONTESTANO
"HA LICENZIATO PRECARI E TAGLIATO SALARI, ERA MEGLIO SE TACEVA"
(DIRE) Bologna, 8 apr. - Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna, scrive ai dipendenti dell'amministrazione per ringraziarli, anche a nome della Giunta per la "piena e competente collaborazione, senza la quale nessun risultato sarebbe stato raggiunto". E indica al personale dell'Ente anche l'indirizzo internet in cui e' presentato il rapporto sugli obiettivi raggiunti da Palazzo Malvezzi. Ma il suo intervento va di traverso alle Rdb: "I conti non tornano", dicono in una nota Antonio Dalmasso e Sergio Simoni, esponenti del sindacato di base, ricordando il "licenziamento dei lavoratori precari, il mancato rispetto del patto di stabilita', la diminuzione consistente del salario accessorio, l'aumento dei carichi di lavoro, il blocco delle progressioni di carriera fino al 2011". In ogni caso, i sue sindacalisti con il pensiero rivolto alle elezioni che vedono Draghetti ricandidata alla presidenza della Provincia, "i lavoratori hanno la memoria lunga. Da ultimo ci permettiamo di dare un piccolo consiglio alla presidente Draghetti: in certe occasioni riteniamo sarebbe utile seguire il vecchio adagio: 'Un bel tacer non fu mai scritto'". Accuse identiche a quelle delle Rdb vengono rivolte a Draghetti da Sergio Spina, ex capogruppo in Provincia del Prc e oggi schierato con Terre libere e da Lorenzo Grandi (anche lui ex Prc). Non piace proprio quella mail, indirizzata ieri ai dipendenti in cui afferma "che i risultati raggiunti, compresi- sottolineano i due- i tagli all'edilizia scolastica e il licenziamento di tanti precari che hanno lavorato in Provincia negli anni del suo mandato, non sarebbero stati raggiunti senza la loro piena e competente collaborazione". Ma i "lavoratori sono cittadini che sanno valutare i fatti e non si fanno incantare dalle chiacchiere", avvertono Spina e Grandi.
8 aprile 2009 - Adnkronos
TERREMOTO: RDB-CUB, SUBITO UN PIANO STRAORDINARIO POST-EMERGENZA
Roma, 8 apr. - (Adnkronos/Labitalia) - Un piano straordinario post-emergenza che sia capace di dare risposte concrete alle esigenze reali della collettivita' colpita dal sisma. A chiederlo e' la Federazione nazionale RdB-Cub, unitamente alla Federazione RdB-Cub Abruzzo, che ha inviato oggi una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente della regione Abruzzo, al presidente del consiglio regionale abruzzese e all'assessore regionale alla Sanita'. La RdB-Cub ritiene necessario che, si legge in una nota, ''dopo la conta dei morti, l'accoglienza dei feriti nelle strutture sanitarie regionali e quella degli sfollati negli alloggi provvisori, si intervenga urgentemente per la piu' veloce ripresa di una quotidianita' che si avvicini a una qualche forma di normalita'''. A questo fine ha elaborato alcune prime proposte su cui sollecita una seria discussione: l'azzeramento dell'intero deficit regionale che permetterebbe di intraprendere le azioni necessarie alla ripresa economica; l'immediata stabilizzazione di tutti i precari del pubblico impiego; l'immediato ripristino delle funzionalita' primarie in risposta alla crisi abitativa e per il mantenimento prioritario del sistema sanitario e assistenziale; l'immediata assistenza economica con sostegno al reddito per tutti coloro che ne erano in possesso e reddito minimo garantito a disoccupati e studenti fino al loro reinserimento lavorativo produttivo e sociale. Su tali proposte, la RdB-Cub si rende disponibile a incontri con le istituzioni.
8 aprile 2009 - Ansa
TERREMOTO: RDB-CUB, SERVE PIANO STRAORDINARIO POST-EMERGENZA
(ANSA) - ROMA, 8 APR - I sindacati di base chiedono un ''piano straordinario post-emergenza'' a favore della popolazione colpita dal terremoto in Abruzzo. In una lettera indirizzata alle massime istituzioni dello Stato, la Federazione nazionale Rdb-Cub e la Federazione Rdb-Cub Abruzzo indicano le principali proposte di aiuto su cui avviare un dibattito. Il primo punto e' ''l'azzeramento dell'intero deficit regionale'': i sindacati affermano che ''tale provvedimento permetterebbe al governo regionale di intraprendere le azioni necessarie alla ripresa economica''. E poi ''l'immediata stabilizzazione di tutti i precari del pubblico impiego''; ''il pronto ripristino delle funzionalita' primarie'', come quella abitativa, anche attraverso la ''requisizione temporanea di case sfitte o non abitate''; e ''l'immediata assistenza economica'' con la garanzia di un reddito minimo a disoccupati e studenti.
TERREMOTO: REAZIONI IN CALABRIA
(ANSA) - CATANZARO, 8 APR -...
La Rdb-Cub Medici, in un comunicato a firma del coordinatore nazionale, Ivan Potente, manifesta la disponibilità a partire per l'Abruzzo e precisa di avere «già avviato, in accordo con la segreteria confederale nazionale una raccolta fondi da destinare alla comunità abruzzese, fortemente provata dall'evento sismico del 6 aprile». «La raccolta - prosegue la nota - è aperta anche a soggetti esterni al sindacato, conformemente alla natura sociale e solidaristica dell'organizzazione. Naturalmente la nostra solidarietà è totale e all'uopo, ci siamo resi disponibili ad attivarci per tutte le iniziative, sanitarie e non,che dovessero emergere con l'andare dei giorni, quando,a riflettori spenti, in un paese come il nostro, si tenderà e tenterà di rimuovere il problema».
AMIANTO: ETERNIT, COSTITUITE 736 PERSONE FISICHE E 29 ENTI
(ANSA) - TORINO, 8 APR - Sono 736 le «persone fisiche» che hanno chiesto di costituirsi parte civile - tra lunedì e oggi - all'udienza preliminare per il caso Eternit. Di questi, 290 si sono presentati direttamente nelle maxi-aule del Palazzo di Giustizia; gli altri hanno firmato una delega ai propri avvocati. Al totale vanno aggiunti 29 enti (territoriali e non) da tutta Italia. Si tratta di Regione Piemonte (capofila), Regione Emilia Romagna, Regione Campania, Provincia di Torino, Provincia di Alessandria, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Casale Monferrato, Comune di Cavagnolo (Torino), Comune di Rubiera (Reggio Emilia), Cisl Piemonte, Cisl Torino, Cisl Alessandria, Alca-Cub (lavoratori chimici), Cgil nazionale, Cgil Piemonte, Camera del lavoro di Alessandria, Cgil Campania, Fillea provinciale di Reggio Emilia, Camera del lavoro di Reggio Emilia, Cgil Emilia Romagna, Associazione nazionale vittime dell'amianto, Associazione italiana esposti amianto, Inail, Codacons, Medicina Democratica, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, Osservatorio nazionale amianto, Associazione vittime amianto nazionale italiana, Associazione esposti amianto regione Friuli Venezia Giulia.
8 aprile 2009 - Agi
TERREMOTO: RDB-CUB, PIANO STRAORDINARIO POST-EMERGENZA
(AGI) - Roma, 8 apr. - L'avvio subito di un piano straordinario post emergenza per un rapido ritorno alla normalita', capace di dare cioe' risposte concrete alle esigenze della collettivita' colpita dal sisma. Lo chiede la Federazione Nazionale RdB-CUB, unitamente alla Federazione RdB-CUB Abruzzo, in una lettera di oggi indirizzata al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente della Regione Abruzzo, al Presidente del Consiglio Regionale abruzzese e all'Assessore regionale alla Sanita'. La Rbd/Cub, "ritiene necessario che dopo la conta dei morti - si dice nella lettera - l'accoglienza dei feriti nelle strutture sanitarie regionali e quella degli sfollati negli alloggi provvisori, si intervenga urgentemente per la piu' veloce ripresa di una quotidianita' che si avvicini ad una qualche forma di normalita'. A questo fine ha elaborato alcune prime proposte come l'azzeramento dell'intero deficit regionale che permetterebbe al governo regionale di intraprendere le azioni necessarie alla ripresa economica, di ricostruzione delle abitazioni e degli edifici pubblici distrutti, il monitoraggio e la messa in sicurezza di tutti gli edifici della regione stanziando il 3% del bilancio regionale; l'immediata stabilizzazione di tutti i precari del pubblico impiego ed in particolare quelli della sanita' impegnati nell'emergenza sanitaria dettata dagli oltre mille feriti del sisma e dalla scomparsa dell'ospedale S. Salvatore dell'Aquila ed infine sostegno al reddito per tutti coloro che ne erano in possesso e reddito minimo garantito a disoccupati e studenti fino al loro reinserimento lavorativo produttivo e/o sociale.
8 aprile 2009 - Omniroma
SANITÀ, RDB-CUB: «AVVIARE LEGGE REINTERNALIZZAZIONE SERVIZI»
(OMNIROMA) Roma, 08 apr - «In una partecipata e combattiva assemblea che si è svolta questa mattina a Roma presso la sala Tirreno della Regione Lazio, alla presenza degli assessori al Bilancio e al Lavoro Nieri e Tibaldi, del presidente della commissione Lavoro Mariani e della consigliera Pizzo, i lavoratori precari ed esternalizzati della sanità organizzati con RdB/Cub e Cobas hanno riaffermato il diritto ad un contratto di lavoro vero, impegnando gli assessori presenti all'immediato avvio dell'iter per la realizzazione di una specifica legge regionale». Lo comunica, in una nota, l'Rdb-Cub. «Al dibattito - prosegue la nota - sono intervenuti lavoratori delle ditte in appalto degli ospedali S. Andrea, Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata, S. Giovanni; delle Asl RmB, Asl Latina, Asl Viterbo; dipendenti Ex Anni Verdi, nonché i precari dell'Arpa Lazio, delle convenzioni dell'Ares 118 con Croce Rossa e gli Lsu delle Asl di Rieti e Frosinone, che hanno tutti espresso legittima indignazione per non aver ancora visto risolto il loro problema dopo quattro anni di dichiarazioni d'intenti da parte della Giunta regionale. Nel corso dell'assemblea è emerso un importante passo avanti costituito dalla proposta di disegno di legge per la reinternalizzazione dei servizi che gli Assessori presenti si sono impegnati ad avviare in tempi brevi all'iter legislativo. La reinternalizzazione prevista dal disegno di legge, armonizzandosi col piano di rientro dal deficit, determinerà un risparmio del 10% delle spese sanitarie, e raccoglie le denunce del sindacalismo di base sui costi eccessivi e sull'abbassamento della qualità dell'assistenza prodotti dagli appalti. Cobas e Rdb/Cub hanno richiesto l'impegno allo sblocco di tutte le procedure di stabilizzazione già avviate, alla apertura di un tavolo tecnico permanente per seguire il processo di reinternalizzazione e per garantire il contratto di lavoro di quanti da anni assicurano assistenza e servizi, all'immediata interruzione di nuove esternalizzazioni, alle proroghe e alla continuità del rapporto di lavoro di tutti i precari ed esternalizzati fino alla definitiva stabilizzazione. Le organizzazioni sindacali di base ricordano che è in atto una procedura di sciopero temporaneamente sospesa al fine di non far mancare il prezioso sostegno degli operatori della Sanità alle popolazioni colpite dal terremoto. Qualora la legge regionale non andasse in porto in tempi rapidi Rdb-Cub e Cobas riattiveranno immediatamente le procedure di sciopero».
8 aprile 2009 - Il Manifesto
In AGENDA
Roma - PRECARIATO Presso la Sala Tirreno della Regione Lazio, Cancellare il precariato per affermare diritti e qualità, reinternalizzare i servizi e stabilizzare il personale. Assemblea pubblica convocata dai sindacati di base RdB-Cub e Cobas con tutto il personale precario ed esternalizzato che opera nelle strutture sanitarie e negli enti regionali, sono invitati Marrazzo, Montino, Morlacco, Tibaldi, Nieri, Canali, Mariani, Battaglia, Peduzzi, Pizzo e D'Amato. ? Via R.R. Garibaldi 7, ore 9.30
8 aprile 2009 - Corriere della Sera
il terremoto in abruzzo
Eroi e vecchi camion, le due Italie
Fantastica dedizione e piccoli egoismi, i contrasti (storici) di un Paese in emergenza
di Gian Antonio Stella
Il caposquadra dei pompieri Marco Cavagna ci ha lasciato la pelle, nel tentativo di salvare quella degli altri. Era partito coi colleghi da Bergamo per L'Aquila all'alba. La sera era già al lavoro tra le rovine della città fantasma. Una fitta e si è accasciato. C’è da sperare che almeno l’ambulanza fosse in ordine. Perché, insieme con tanti eroi ricchi di coraggio e generosità come lui, i vigili del fuoco arrivati da tutto il Paese sono stati costretti a portare in Abruzzo anche vecchi camion scassati. Bestioni appesantiti da venti anni di servizio o ancora di più. Che a volte, dopo un rantolo del motore, si sono fermati in autostrada e, come certi muli di una volta, non han voluto saperne di ripartire. Eccole qui, le due facce dello Stato sul fronte di quella che Guido Bertolaso ha chiamato «la tragedia del millennio». Due facce complementari, come tante volte accade. Da una parte l’Italia dei vetusti «Fiat Om 90», «AF Combi» o «APS Eurofaire» in servizio dai tempi lontani in cui il centravanti della nazionale era Paolino Rossi, carrette di lamiera che dopo essere state lasciate «dieci anni nei capannoni » (parole di un comunicato ufficiale del sindacato di base Rdb-Cub) sono finite «fuori uso per problemi di ribaltamento e rotture ai supporti del serbatoio dell’acqua» e abbandonate lungo il percorso.
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8 aprile 2009 - Gazzetta del Sud
Vigile del fuoco stroncato da un infarto. Maroni gli conferisce la medaglia d'oro
ROMA - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha attivato la procedura per il conferimento della medaglia d'oro al merito civile al caposquadra dei vigili del fuoco Marco Cavagna, morto lunedì sera nello svolgimento delle operazioni di soccorso alle popolazioni terremotate dell'Aquila, quale «riconoscimento per l'estremo spirito di abnegazione dimostrato nell'adempimento del proprio dovere». Partito per soccorrere i terremotati, arrivato in Abruzzo è stato stroncato da un infarto un pompiere della squadra di aiuti arrivata da Bergamo. Tra loro anche Marco Cavagna, 49 anni, di Treviolo, padre di due figli. L'uomo era appena arrivato all'Aquila ed era su una campagnola della colonna mobile partita da Bergamo. È sceso dall'auto per chiedere informazioni quando è crollato a terra. Subito soccorso, è morto durante il trasporto in ospedale. I vigili del fuoco si trovano a lavorare con meno di 15.000 unità e il 30% di risorse in meno rispetto a due anni fa; il personale lavora nelle zone terremotate da subito dopo il disastro senza soste e non è stato sottoposto a visite mediche per l'idoneità al soccorso. Lo denunciano le Rdb-Cub dei vigili del fuoco, che hanno reso pubblico il caso del collega Marco Cavagna. A Onna, intanto, lunedì sono arrivati anche otto vigili del fuoco inviati dal Vaticano, con un gesto che ha pochi precedenti nella storia dei rapporti bilaterali. Si tratta del primo drappello internazionale che presta soccorso alla popolazione abruzzese. E i vigili del fuoco, d'altro canto, sono gli "angeli" riconosciuti dagli sfollati. La loro commozione nelle parole di Paolo Gavina, capo convoglio che opera con l'unità Usar. «Si sono accorti che stavano morendo, anche se il terremoto è arrivato nel cuore della notte. Nel corso dei nostri interventi finora purtroppo abbiamo recuperato solo cadaveri e la scena è sempre la stessa: persone che si riparavano la testa con le mani. Nessuno sa dare informazioni certe. Noi cerchiamo, scaviamo e speriamo. Magari riusciamo a scovare qualcuno che in qualche modo è riuscito a trovare un riparo che gli ha salvato la vita».
8 aprile 2009 - Varese news
"La macchina dei soccorsi lasciata senza autista"
Il grido di allarme del sindacato dei vigili del fuoco: "Siamo partiti con poco denaro anticipato dall'amministrazione, denaro già finito che non sarà quindi disponibile per coloro che dovranno avvicendarci"
Varese - Non è una polemica. Né la voglia di "primeggiare" nella gara di solidarietà. E' un grido di aiuto, è il desiderio di far sapere a chi non può sapere né capire stando seduto in poltrona a guardare le immagini dei tiggì, che cosa stia davvero succedendo in Abruzzo. La segnalazione arriva da una voce autorevole: dal vigile del fuoco Ferdidando Mattei che oltre ad essere in servizio alla centrale di Busto Arsizio è anche rappresentante del sindacato di base. Pubblichiamo la sua lettera, in cui denuncia una situazione caotica, in cui spesso l'agire viene lasciato alla buona volontà, o peggio, all'improvvisazione.
Gentile Direttore,
ricevo aggiornamento dai colleghi impegnati a scavare tra le macerie e trasmetto alla Sua testata anche se non tutti gradiscono le polemiche. La macchina dei soccorsi si è mossa imponente sicuramente favorita dalla posizione centrale della regione colpita ma si è subito ammalata di elefantiasi. Solo di Vigili del Fuoco sono sul posto quattrocento squadre più tutte quelle degli altri corpi ed organizzazioni. Migliaia di soccorritori operanti in maniera scoordinata, le notizie che mi giungono sono quelle di una mastodontica disorganizzazione tra i concorrenti. I colleghi operativi varesini hanno potuto trovare riposo dopo quaranta ore di lavoro ininterrotto grazie all'assistenza della Guardia di Finanza che ha offerto loro riparo ed un materassino. E pensare che Varese in ambito di colonna mobile lombardia ha mansioni logistiche! Sono partiti con poco denaro anticipato dall'amministrazione che essendo già finito non sarà disponibile per coloro i quali dovranno a breve avvicendarli. Questi ultimi lo faranno di tasca propria, vedendoseli restituire poi scaglionati in anni. Operare in emergenza con ritmi massacranti si traduce anche in malori mortali ed un collega di Bergamo è deceduto. Perché succede tutto questo? Rinfocoliamo un'antica polemica... cosa servono due organizzazioni di protezione civile avulse l'una all'altra quando non addirittura contrapposte? C'è addirittura una legge che individua il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco come "colonna vertebrale" della protezione civile. Beninteso il problema non è stato creato dall'attuale governo ma dall'alternanza di tutti quelli che si sono succeduti. Ora accettando l'aiuto di altri paesi avremo la cartina al tornasole dell'ennesima dimostrazione di italica disorganizzazione. Ad ulteriore conferma che in questi casi prevenire è meglio che combattere. Perché dirlo ora? Semplicemente perché tra due settimane sarà lettera morta.
Ferdinando Mattei - RdB Vigili del Fuoco Varese
8 aprile 2009 - Il Mattino
Napoli. «Offresi casa ai terremotati». Lo striscione provocatorio...
Napoli - «Offresi casa ai terremotati». Lo striscione provocatorio a pochi metri dall’abitazione di Alfredo Romeo, in via Posillipo 21, insieme alla scritta «Casa, diritti e dignità per tutti». A protestare davanti alla residenza dell’imprenditore sotto inchiesta, sono i collettivi di Onda 2.0, il sindacato Cub, confederazione unitaria di base, la rete dei centri sociali ma soprattutto gli affittuari di Romeo. «Paghiamo per case che non hanno neanche il servizio igienico, mai mantenute e persino terremotate» spiegano alcuni abitanti del Rione Sanità.
8 aprile 2009 - Il Mattino di Padova
Paga ridotta, lavoratori in sciopero
«La carta non viene più riciclata»
di Francesca Segato
MONSELICE - La carta della raccolta differenziata finirebbe in discarica. La denuncia parte dai lavoratori del Centro riciclo di Monselice. Riciclare la carta non conviene più e per questo la cooperativa che gestisce il Centro ha chiesto loro di ridursi la paga di 1 euro e 20 l’ora, a parità di lavoro. Per questo è stato proclamato per oggi uno sciopero con presidio davanti al Muncipio dalle 10 alle 11, ma l’azienda avrebbe minacciato di licenziare chi parteciperà. Al Centro Riciclo di via Umbria lavorano 80 persone, quasi tutte donne marocchine. «La cooperativa Mylog del consorzio Team Service ha chiesto alle lavoratrici e ai lavoratori, che già lavorano a orario ridotto da 40 a 36 ore, di ridursi la paga oraria di 1 euro e 20 - dichiara Gianni Boetto, Adl Cobas - Il Consorzio sostiene che è calato il valore della plastica riciclata, mentre per la carta non vi è più mercato e quindi quella raccolta in modo differenziato non viene più portata al Centro Riciclo, ma va a finire in discarica o all’inceneritore». Insomma i Comuni pagano per una raccolta differenziata che, almeno per la carta, non si farebbe più. E i lavoratori dovrebbero accollarsi i costi della crisi. Di qui la protesta di oggi, con richiesta di un incontro con il sindaco. Sulla questione interviene anche Francesco Miazzi: «Se confermati, sono fatti di gravità inaudita: vanno ricercate le responsabilità di quanti hanno omesso i controlli sulla destinazione finale dei rifiuti differenziati». Paolo De Marchi e Gianfranco Bettin chiedono a Provincia e Regione (enti di cui sono consiglieri) di chiarire che fine faccia la carta raccolta e di sostenere i lavoratori.
8 aprile 2009 - Liberazione
Crema (Cr). Verso la manifestazione nazionale di Taranto del 18 aprile...
Crema (Cr) - Verso la manifestazione nazionale di Taranto del 18 aprile per la sicurezza sui luoghi di lavoro , contro la salute negata e la precarietà, contro i morti sul lavoro, da lavoro e da inquinamento, contro la distruzione e per il rafforzamento del Testo Unico sulla Sicurezza, contro l'attacco alla contrattazione nazionale e al diritto di sciopero, per l'estensione di tutti i diritti e le tutele minime dei lavoratori precari e a tutta la categoria degli appalti e delle esternalizzazioni. Assemblea domani alle 21 Cub di via Rampazzini 12d con la presentazione di un video sulla situazione a Taranto , città simbolo con più infortuni, malattie professionali, tumori, inquinamento e devastazione dell'ambiente e città dell'Ilva, la fabbrica con più morti sul lavoro d'Italia.
8 aprile 2009 - Il Gazzettino
Centro riciclo, operai sul piede di guerra per gli stipendi ridotti
Monselice - Non c’è pace per i lavoratori del Centro riciclo di Monselice. Lunedi scorso, al termine dell’assembla sindacale tenutasi nella sala mensa dell’impianto di viale Umbria, i lavoratori hanno approvato lo stato d’agitazione proposta dalle organizzazioni sindacali. Oggi, incroceranno le braccia per un’ora alla fine di ognuno dei tre turni di lavoro. Alle 10 una delegazione dei 90 occupati che fa capo alla cooperativa My log costola del gruppo Teem service, manifesterà davanti a palazzo Tortorini, sede dell’amministrazione comunale di Monselice. I lavoratori hanno chiesto d’incontrare il sindaco Fabio Conte.
«Le maestranze sono esasperate. Con la scusa della congiuntura internazionale – spiega Massimo Maffezzoni dell’associazione difesa dei lavoratori Adl cobas – dal mese di febbraio l’orario di lavoro è stato ridotto da otto a sei ore, ogni turno. L’altro giorno una nuova mazzata. I titolari della My log hanno comunicato ai lavoratori che la paga oraria sarà ridotta di un euro e 20 centesimi. La riduzione dello stipendio entrerà in vigore con il primo di maggio. È la festa dei lavoratori. Un’autentica beffa per i lavoratori che svolgono la loro attività, in condizioni a dir poco difficili al Centro riciclo».
La riduzione dai parte dei comuni del conferimento di lattine, plastica e vetro è la causa che ha imposto la riduzione del taglio della paga oraria.
«Una giustificazione che non è realistica – ha sostenuto Maffezzoni – perché in tutti i comuni della Bassa padovana si continua ad effettuare, la raccolta differenziata porta a porta. Come organizzazione sindacale, però, vogliamo vederci chiaro nelle dichiarazioni fatte dai rappresentanti della cooperativa perché significherebbe che i comuni portano la differenziata in discarica o all’inceneritore. Si tratta di un assurto in termini di tutela dell’ambiente, e una presa in giro per i cittadini che si prodigano nella separazione dei rifiuti».(O.M.)
8 aprile 2009 - La Provincia di Cremona
Sindacato di base e morti sul lavoro
Questa sera alle 21 nella sede Cub di via Rampazzini 12/D viene organizzata una serata dalla Confederazione Unitaria di Base Provinciale. Sul tema ‘Le morti sul lavoro sono incidenti? Basta morti in nome del profitto’. L’appuntamento introduce la manifestazione nazionale di Taranto del 18 aprile.
8 aprile 2009 - RTM
MODICA. I DIPENDENTI DELLA MULTISERVIZI
RIVENDICANO IL PAGAMENTO DEGLI STIPENDI
di loredana modica
Modica - Mentre gli stipendi dei dipendenti comunali si stanno allineando al pagamento mensile, i lavoratori della Multiservizi rimangono a bocca asciutta. Una sorta di discriminazione non gradita alle organizzazioni sindacali di categoria e, in particolare, alla Cub Trasporti, che protesta nei confronti dell’amministrazione comunale per il mancato pagamento delle spettanze arretrate degli ultimi due mesi dello scorso anno, mentre non hanno ricevuto alcuna mensilità relativa al 2009. "In pratica – denuncia la Cub Trasporti – i dipendenti della Multiservizi lavorano gratuitamente, ma vengono considerati le "cenerentole" tra tutti i lavoratori comunali e quelli dell'indotto. Una situazione che non può continuare. Per di più continua la ridda di voci sul futuro della società e sulla sorte di gran parte dei dipendenti, senza che alle organizzazioni sindacali sia stato comunicato alcun programma specifico sulla base del quale possano dire la loro". La Cub Trasporti invita il sindaco di a farsi carico di questa situazione, per evitare l'esplosione di nuove proteste che non farebbero altro che peggiorare una situazione già critica.
8 aprile 2009 - La Sicilia
Acqua, aumento del 7% annuo
Il Cda dell'Ato Idrico non ha accolto la richiesta di Caltaqua di un maggiore incremento
(l. s.) Il "Forum provinciale dei movimenti per l'acqua di Caltanissetta" ha programmato una petizione popolare a sostegno della campagna per la "Gestione pubblica dell'acqua" che si svolgerà in città dal 14 al 19 aprile.
La sottoscrizione della petizione sarà effettuata dalle ore 17 alle ore 20,30 il 14 aprile nella piazza della Repubblica, il 15 aprile nella piazza ex Mercato Grazia, il 16 aprile nella piazza Martiri d'Ungheria e il 17 aprile all'angolo di via Cavour con via Testasecca. E poi il 18 aprile dalle ore 9 alle ore 13 nel viale Stefano Caldura davanti al palazzetto dello sport, il 18 aprile dalle ore 17 alle ore 20,30 nella piazza Sabucina al villaggio Santa Barbara e, infine, il 19 aprile dalle ore 9 alle ore 13 nella piazza Garibaldi.
Con la petizione si chiede alla Provincia di indire un referendum provinciale per consultare gli elettori sul seguente quesito: "Accetti che sia affidata a privati la gestione del servizio idrico integrato?". Si chiede, inoltre, ai presidenti della Camera e del Senato di accelerare l'esame della legge di iniziativa popolare per il ritorno alla gestione pubblica dell'acqua e "per la fornitura gratuita e garantita di almeno 50 litri di acqua al giorno a persona".
Il "Forum" ricorda che "le fatturazioni aumenteranno dal 300 % al 400 % quando la Comunità Europea non interverrà più al pagamento parziale delle fatturazioni" e che "a famiglia si dovrà pagare dagli euro 2.000.000 e più annui a decorrere dal 2010".
Il "forum" è costituito dai partiti Prc e PdCI, dal sindacato pensionati della Cgil, Cobas, dalla confederazione unitaria di base del RdB e dal sindacato lavoratori SdL.
7 aprile 2009 - Apcom
Sisma Abruzzo/ Sindacati base sospendono sciopero 23 aprile
E' rinviato a data da destinarsi
Roma, 7 apr. (Apcom) - Cub, Cobas e Sdl intercategoriale sospendono lo sciopero generale del 23 aprile, rinviandolo a data da destinarsi. Lo comunica una nota dei sindacati di base, spiegando che "a fronte dei tragici eventi causati dal terremoto in Abruzzo, le organizzazioni sindacali del Patto di base hanno unanimemente deciso di sospendere lo sciopero generale già indetto per il 23 aprile e di rinviarlo a data da destinarsi".
Sisma Abruzzo/ L'Aquila, Vigile Fuoco muore durante i soccorsi
Nella notte per infarto o aneurisma, Rdb-Cub: Non hanno idoneità
Roma, 7 apr. (Apcom) - Un Vigile del Fuoco è morto nella notte a L'Aquila durante le operazioni di soccorso per un infarto o un aneurisma cerebrale: è in corso l'autopsia. Lo riferisce la RdB-Cub Vigili del Fuoco. "Oggi i Vigili del Fuoco si trovano a lavorare con meno di 15.000 unità ed il 30% di risorse in meno rispetto a due anni fa: questo personale lavora nelle zone terremotate da 40 ore senza soste ed inoltre non è stato sottoposto a visite mediche per l'idoneità al soccorso, con il risultato che oggi un collega è morto durante le operazioni", denuncia Antonio Jiritano della RdB-Cub: "Questa è la macchina dei soccorsi del governo, una macchina che per far fronte a quanto sta succedendo nel centro Italia ha dovuto richiamare tutto il personale libero, fargli svolgere orario h24, rimettere in moto il sistema delle colonne mobili, automezzi ed attrezzature vetuste accantonate da 10 anni nei capannoni per mancanza di fondi, e spedirli in gran fretta sulle zone terremotate". "Un altro problema da sottolineare - prosegue Jiritano - è che da mesi i Vigili del Fuoco sono impegnati in quella zona per richieste di stabilità da parte della popolazione, stilando rapporti di intervento sulla situazione di pericolosità. E mentre ora tutti si prodigano nei proclami televisivi per nascondere la sottovalutazione di quello che stava accadendo, nessuno ha voluto prendere provvedimenti per tempo. Non avremo certamente fermato il sisma, ma si sarebbero potute attivare migliori procedure di prevenzione, che ci avrebbero permesso di non trovarci impreparati e distanti dal luogo del terremoto come purtroppo è successo". "Sono anni che non parliamo più di attività di prevenzione o previsione dei rischio o di mappatura delle zone a rischio. Dopo l'emergenza - conclude Jiritano - ci auguriamo che si apra finalmente un tavolo sul sistema di protezione civile che veda una macchina di soccorsi composta da vari enti coordinati ed organizzati con il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale struttura portante, come si era pensato dopo il terremoto del 1980".
Università/ Rdb Cub Bologna condanna sgombero centro sociale
La Polizia ha una "gestione espressamente repressiva"
Bologna, 7 apr. (Apcom) - I poliziotti hanno sfondato la porta a spallate all'alba. E per liberare il centro sociale occupato in via Capo di Lucca a Bologna hanno dovuto usare la forza contro i ragazzi dell'Onda che non volevano andarsene (25 dei quali sono stati denunciati) e che hanno organizzato nelle ore successive un corteo per "invadere" il rettorato dell'Alma Mater. A denunciare le violenze della Digos è la Rdb Cub di Bologna: "Con l'intervento della polizia - spiega Luigi Marinelli - ancora una volta, si risponde con la forza al tentativo di creare a Bologna spazi sociali, giovanili e culturali. Nella Bologna dei divieti di manifestare nel centro città, anche la chiusura di spazi sociali risponde alla necessità di ridurre gli ambiti e gli strumenti di organizzazione di chi si oppone ad una gestione della crisi da scaricare sui settori popolari, sui lavoratori, studenti, precari e disoccupati". La Rappresentanza di base condanna quindi la "gestione espressamente repressiva".
7 aprile 2009 - Ansa
TERREMOTO: RDB VIGILI FUOCO,LAVORIAMO CON MENO 15.000 UNITÀ
(ANSA) - ROMA, 7 APR - I Vigili del Fuoco si trovano a lavorare con meno di 15.000 unità e il 30% di risorse in meno rispetto a due anni fa; il personale lavora nelle zone terremotate da 40 ore senza soste e non è stato sottoposto a visite mediche per l'idoneità al soccorso. Lo denunciano le Rdb-Cub dei vigili del fuoco sottolineando che un loro collega è morto durante le operazioni (Marco Cavagna, 49 anni, era di Bergamo ed ha perso la vita ieri per un infarto). «Questa - prosegue Antonio Jiritano della RdB - è la macchina dei soccorsi del governo, una macchina che per far fronte a quanto sta succedendo nel centro Italia ha dovuto richiamare tutto il personale libero, fargli svolgere orario h24, rimettere in moto il sistema delle colonne mobili, automezzi e attrezzature vetuste accantonate da 10 anni nei capannoni per mancanza di fondi, e spedirli in gran fretta sulle zone terremotate. Un altro problema da sottolineare - prosegue Jiritano - è che da mesi i Vigili del Fuoco sono impegnati in quella zona per richieste di stabilità da parte della popolazione, stilando rapporti di intervento sulla situazione di pericolosità. E mentre ora tutti si prodigano nei proclami televisivi per nascondere la sottovalutazione di quello che stava accadendo, nessuno ha voluto prendere provvedimenti per tempo».
DOMANI NEL LAZIO
(ANSA) - ROMA, 7 APR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI NEL LAZIO :....
9.30, Roma, Regione Lazio,sala Tirreno,via R.R. Garibaldi 7. Assemblea pubblica con tutto il personale precario ed esternalizzato che opera nelle strutture sanitarie e negli enti regionali, organizzato dai sindacati di base Rdb-Cub e Cobas Alle 10.30 partecipa l'assessore regionale Tibaldi...
7 aprile 2009 - Adnkronos
TERREMOTO: CUB, RIMANDATO SCIOPERO GENERALE DEL 23 APRILE
Milano, 7 apr. (Adnkronos) - La Confederazione Unitaria di Base informa che «a causa del terremoto in Abruzzo, lo sciopero generale previsto per il 23 aprile, organizzato dal sindacalismo di base, è stato revocato e posticipato a data da destinarsi».
TERREMOTO: RDB SANITÀ, OPERATORI MOBILITATI
MA PRECARIATO OSTACOLA ASSISTENZA
SOSPESO SCIOPERO 23 APRILE MA LAVORATORI VANNO STABILIZZATI
Roma, 7 apr. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - «Ancora una volta, in un quadro di cronica carenza di personale, l'emergenza sanitaria si somma alle emergenze di carattere sociale e si ripercuote sui lavoratori del settore e sulle possibilità e sulle capacità di fornire adeguate risposte assistenziali». Lo afferma in una nota Sabino Venezia del Coordinamento nazionale Rappresentanze sindacali di base (Rdb) Sanità. «Il triste evento che ha colpito le popolazioni abruzzesi - prosegue Venezia - continua a mobilitare migliaia di operatori sanitari che, direttamente nei luoghi disastrati e indirettamente negli ospedali della regione e delle altre città d'Italia, sono impegnati da oltre 24 ore nei soccorsi e nelle procedure assistenziali specifiche. Quanti non hanno raggiunto i luoghi interessati dal terremoto sono costretti a garantire la sostituzione del personale partito e che si appresta a essere sostituito. Nel resto dell'Abruzzo, come nelle regioni limitrofe, questo scenario è aggravato dall'arrivo di centinaia di feriti che, spontaneamente o per trasferimenti concordati, si prevede occupino tutti i letti messi a disposizione. Facile comprendere come la disponibilità dei posti letto, già residuale nelle regioni interessate dai piani di rientro dal deficit, tra cui l'Abruzzo, e caratterizzate da lunghe liste di attesa, si ripercuota inesorabilmente sulla capacità di rispondere alle necessità». Per questi motivi, «responsabilmente abbiamo sospeso lo sciopero previsto per il prossimo 23 aprile, ma invitiamo il Governo e le Amministrazioni regionali ad avviare e concludere tutte le procedure di stabilizzazione dei precari che continuano, soprattutto in questi momenti, a garantire la sopravvivenza delle strutture sanitarie pubbliche».
BOLOGNA: RDB, GIUNTA COFFERATI PREPARA TERRENO PER PRIVATIZZARE CULTURA. 'DELBONO, GUAZZALOCA E CAZZOLA NON NASCONDONO PROPENSIONE IN TAL SENSO'
Bologna, 7 apr. - (Adnkronos) - Preoccupazione per il futuro della cultura a Bologna è stata espressa dalle Rdb, secondo le quali è stato intrapreso un cammino verso la privatizzazione. Le rappresentanze sindacali di base ricordano infatti come, alla fine del mandato, «questa giunta ha deciso di accelerare un processo di cambiamento sostanziale del Settore Cultura, con la creazione delle Istituzioni Musei Civici e di Biblioteche e con la trasformazione della Istituzione Cineteca di Bologna in Fondazione». Gli incontri conoscitivi sulle Istituzioni da parte della Direzione del Settore Cultura con le organizzazioni sindacali, ricordano le Rdb, non hanno dato risposte esaustive sul progetto culturale, ridistribuzione del personale e risorse economiche destinate. «L'assessore Guglielmi - fa presente Roberto Lanzarini - in commissione consiliare cultura sulle Istituzioni, tenuta in marzo, ha risposto alle domande in merito con la frase 'Abbiamo tracciato le linee guida per chi verrà dopò. È proprio questo 'dopò che ci preoccupa visto anche che i tre maggiori candidati alla poltrona di sindaco (Del Bono, Guazzaloca e Cazzola) non nascondono la loro propensione alla privatizzazione dei servizi pubblici». «Per quanto riguarda l'Istituzione Cineteca di Bologna, i lavoratori hanno appreso dalla stampa locale la sua imminente trasformazione in Fondazione e hanno quindi chiesto un incontro con la Direzione. Le Organizzazioni Sindacali non hanno ricevuto nessuna informazione in merito». «L'incontro previsto per il 3 aprile 2009 è stato revocato. Riteniamo gravissimo - prosegue Lanzarini - il fatto che questa amministrazione per l'ennesima volta non abbia informato preventivamente le organizzazioni sindacali su una trasformazione che potrà avere delle ricadute pesanti sui lavoratori.» «Questa apparente noncuranza si spiega con il fatto che da ormai diverso tempo non esiste un governo politico dell'amministrazione comunale da parte di una giunta in smobilitazione. In questo pericoloso vuoto politico, sarebbe opportuno - concludono le Rdb - che i candidati a sindaco si esprimessero sui servizi culturali ed esplicitassero le loro reali intenzioni».
BOLOGNA: RDB-CUB, SOLIDARIETÀ A STUDENTI SGOMBERATI DA POLIZIA
MARINELLI, FRETTA PER SVUOTARE SPAZIO NON PER UTILIZZARLO
Bologna, 7 apr. - (Adnkronos) - «Esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti del Bartleby, sostenendo la necessità di garantire in questa città le iniziative e gli spazi di lotta e di organizzazione sociale». Così Luigi Marinelli a nome delle Rdb-Cub di Bologna interviene a sostegno degli studenti dell'Onda che ieri mattina sono stati allontanati dalla polizia dallo spazio di via Capo di Lucca, di proprietà dell'Ateneo felsineo, ma da tempo inutilizzato. «Ancora una volta si risponde con la forza al tentativo di creare a Bologna spazi sociali, giovanili e culturali» prosegue il sindacalista, precisando che «lo stabile occupato dagli studenti era un locale in disuso di proprietà dell'Università di Bologna, che se non ha avuto nessuna fretta nel deciderne un suo uso pubblico, lasciandolo abbandonato, non ha avuto tentennamenti di fronte alla richiesta della Procura di sgomberare, dopo solo due settimane e con la forza, i locali di Via Capo di Lucca».
7 aprile 2009 - Asca
TERREMOTO: PATTO DI BASE SOSPENDE SCIOPERO GENERALE DEL 23 APRILE
(ASCA) - Roma, 7 apr - A fronte dei tragici eventi causati dal terremoto in Abruzzo, le organizzazioni sindacali del Patto di Base - CUB, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale - hanno unanimemente deciso di sospendere lo sciopero generale gia' indetto per il 23 aprile e di rinviarlo a data da destinarsi. Lo rende noto un comunicato.
FIAT: CUB, A MAGGIO 2 SETTIMANE DI CIGO A STABILIMENTO ALFA ARESE
(ASCA) - Milano, 7 apr - Sono 302 i lavoratori della Alfa Romeo di Arese che saranno messi in cassa integrazione nella prima nella seconda settimana di maggio. La denuncia e' della Confederazione Unitaria di Base, che lamenta come la cassa integrazione prevista a maggio interessi il 92% della forza dello stabilimento, pari a 329 lavoratori al 31 marzo. Secondo la Cub, sono destinati alla cassa integrazione ordinaria anche i tutti i 246 lavoratori degli enti tecnici, 140 operai e 106 impiegati ne i comparti di progettazione, sperimentazione, stile e qualita'. Al commerciale, prosegue la Cub in una nota, saranno comandati 28 lavoratori su 77 in organico, mentre 49 saranno anch'essi in Cigo, e sempre comandati tre lavoratori al Museo (un operaio e due impiegati). Per Powertrain, continua la nota dei sindacati di base, saranno interessati al provvedimento 122 lavoratori, pari al 65 % della forza che al 31 marzo era di 186 lavoratori, sia nella prima che nella seconda settimana, di cui 74 operai, 33 impiegati dell'area tecnica e 15 impiegati delle aree di supporto. Infine per Targarent saranno interessati alla Cigo sette lavoratori solo nella settimana dall'11 al 17 maggio. Con quelle di maggio, le settimane di Cigo ad Arese saranno percio' 12 sia per Fiat che per Powertrain.
7 aprile 2009 - Omniroma
GLI APPUNTAMENTI DI DOMANI
(OMNIROMA) Roma, 07 apr -....
Assemblea pubblica del personale precario ed esternalizzato delle strutture sanitarie e degli enti della Regione Lazio, indetto dai sindacati di base RdB - Cub e Cobas. Interverrà, tra gli altri, Alessandra Tibaldi, assessore al Lavoro della Regione Lazio. Prevista la partecipazione, tra gli altri, di Piero Marrazzo, presidente Regione Lazio, del vicepresidente Montino e dell'assessore Nieri. Regione Lazio, sala Tirreno, via Rosa Raimondi Garibaldi 7 (ore 9.30)...
7 aprile 2009 - Dire
TERREMOTO. Vigili del fuoco (Rdb): morte collega per mala gestione
(DIRE) Roma - "Oggi i Vigili del Fuoco si trovano a lavorare con meno di 15.000 unita' ed il 30% di risorse in meno rispetto a due anni fa. Questo personale lavora nelle zone terremotate da 40 ore senza soste e inoltre non e' stato sottoposto a visite mediche per l'idoneita' al soccorso, con il risultato che un collega e' morto durante le operazioni". La denuncia arriva da Antonio Jiritano della Rdb-Cub Vigili del Fuoco, che incalza: "Questa e' la macchina dei soccorsi del governo, una macchina che per far fronte a quanto sta succedendo nel centro Italia ha dovuto richiamare tutto il personale libero, fargli svolgere orario h24, rimettere in moto il sistema delle colonne mobili, automezzi ed attrezzature vetuste accantonate da 10 anni nei capannoni per mancanza di fondi, e spedirli in gran fretta sulle zone terremotate". "Un altro problema da sottolineare- prosegue Jiritano- e' che da mesi i Vigili del Fuoco sono impegnati in quella zona per richieste di stabilita' da parte della popolazione, stilando rapporti di intervento sulla situazione di pericolosita'. E mentre ora tutti si prodigano nei proclami televisivi per nascondere la sottovalutazione di quello che stava accadendo, nessuno ha voluto prendere provvedimenti per tempo. Non avremo certamente fermato il sisma, ma si sarebbero potute attivare migliori procedure di prevenzione, che ci avrebbero permesso di non trovarci impreparati e distanti dal luogo del terremoto come purtroppo e' successo". "Sono anni- sottolinea il dirigente Rdb-Cub Vigili del Fuocoo- che non parliamo piu' di attivita' di prevenzione o previsione del rischio o di mappatura delle zone a rischio. Dopo l'emergenza- conclude- ci auguriamo che si apra finalmente un tavolo sul sistema di protezione civile che veda una macchina di soccorsi composta da vari enti coordinati ed organizzati con il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale struttura portante, come si era pensato dopo il terremoto del 1980".
7 aprile 2009 - Reuters
Fiat, 2 settimane Cig anche per Alfa Romeo Arese (Mi)
TORINO, 7 aprile (Reuters) - La riduzione della produzione negli stabilimenti del gruppo Fiat (FIA.MI: Quotazione) interessera' per due settimane a maggio anche l'Alfa Romeo di Arese. Lo dice una nota del sindacato Cub. Nelle prime due settinmane di maggio andranno in casa integrazione 302 lavoratori, tra cui anche 246 lavoratori degli enti tecnici (140 operai e 106 impiegati). Nel settore commerciale (per lo stesso periodo) andranno in cassa 28 lavoratori, mentre per Powertrain si fermeranno 122 persone, dettaglia la nota. Infine nel reparto Targarent sette lavoratori saranno in Cig nella settimana dall'11 al 17 maggio.
7 aprile 2009 - Carta
207 vittime e un migliaio di feriti in Abruzzo, le scosse continuano
Dopo il terremoto di domenica notte continuano in Abruzzo le scosse di assestamento. Fino ad ora sono 207 le vittime, secondo Berlusconi: «190 vittime identificate, 17 non ancora identificate e 15 dispersi». I soccorritori sono ancora al lavoro per tentare si salvare le persone ancora intrappolate nelle macerie, per ora 150 sono state salvate così. Secondo i dati ufficiali i feriti sono mille, di cui un centinaio in condizioni difficili. Questa mattina, alle 11,30 c’è stata una forte scossa che si è sentita anche a Roma, mentre a L’Aquila, altri palazzi sono crollati. Alle 14,29 in Abruzzo si è registrata un’ulteriore scossa di terremoto di magnitudo 3.3. L’epicentro, fa sapere la Protezione civile, è compreso tra L’Aquila, Pizzoli, Nerito e Capitignano. Per Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile e commissario straordinario del governo per la gestione dell’emergenza in Abruzzo, «non c’è alcun allarme della Protezione civile anche perché è impossibile prevedere un singolo evento sismico». Ma Silvio Berlusconi ha chiesto agli abruzzesi «di non rientrare nelle proprie case perché il pericolo non è passato». Gli interventi per cercare superstiti, portati avanti da circa settemila soccorritori, dureranno altre 48 ore, ha detto il premier. Berlusconi ha salutato la «gara tempestiva di solidarietà» grazie alla quale sono state installate 20 tendopoli e 16 cucine da campo, più di 2 mila le tende già preparate per 4.500 persone. Altre 2 mila tende saranno allestite in caso di pioggia in siti in via di definizione. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha stanziato 30 milioni di euro, ma ha respinto le offerte di aiuti internazionali arrivate da molti paesi.
I vigili del fuoco – che hanno perso un uomo colto da malore mentre prestava soccorso a L’Aquila – però hanno lanciato l’allarme oggi: secondo la Federazione nazionale autonoma vigili del fuoco, sono a corto di organico, di mezzi e di risorse. La RdB/Cub dei Vigili del fuoco denuncia inoltre che «alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, sono stati pure denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo. […] Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l’efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco oramai ridotto a mera presenza nei posti di lavoro [sott’organico perenne] si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti». Durante la conferenza stampa di oggi il premier ha annunciato un inventario ed un piano d’intervento specifico per i beni culturali. Per quanto riguarda le persone che hanno perso il lavoro a causa del terremoto – commercianti, lavoratori autonomi e artigiani – avranno accesso alla cassa integrazione. Intanto il premier ha ribadito oggi di voler costruire nuove città nelle vicinanze dei capoluoghi di provincia: la prima «new town» dovrebbe sorgere a ridosso de L’Aquila. Rispetto al «Piano casa» – che sarà al centro stasera di un incontro con le Regioni – Berlusconi ha anticipato che si potrà aprire un confronto su possibili modifiche al piano guardando a quanto accaduto con il sisma in Abruzzo: «le nuove abitazioni – ha spiegato – dovranno essere costruite con tecniche antisimische in tutte le zone a rischio oltre ad utilizzare le nuove tecnologie previste dalla bioedilizia». A chi gli ha fatto notare, durante la conferenza stampa, che forse era meglio mettere in sicurezza gli edifici piuttosto che costruire il Ponte sullo Stretto di Messina, Berlusconi ha risposto che «per l’Italia il ponte sullo Stretto è un’opera prioritaria che darà ai siciliani lo status di cittadini italiani». Ma proprio su grandi opere e piano casa, la polemica non si placa. Dalla Sapienza in Onda arriva un messaggio di solidarietà ai terremotati. «La città de L’Aquila – scrivono gli studenti – ha visto spazzati via, assieme alla maggior parte delle proprie infrastrutture, anche gli edifici dell’università e dello studentato. […] Tragedia che però non è mai casuale e sembra farsi complice dell’incuria e della speculazione edilizia. Come possano edifici costruiti recentemente, di proprietà pubblica e quindi costruiti teoricamente a norma crollare indiscriminatamente, seppure di fronte a catastrofi di così ampia portata, resta un interrogativo legittimo». Per il presidente del forum ambientalista, Ciro Pesacane, «la catastrofe dell’Abruzzo dimostra che bisogna rilanciare su un’unica opera pubblica: la messa in sicurezza delle infrastrutture». «Questa tragedia – prosegue Pesacane – deve far ragionare. Il crollo ha riguardato non solo case costruite abusivamente o senza il certificato di sicurezza anti-sismica ma anche ospedali o studentati costruiti precedentemente. Ciò significa che ci sono delle responsabilità precise. Bisogna rivedere i modelli di costruzione e investire per mettere veramente a norma l’Italia. Per evitare che una catastrofe simili si possa ripetere, il governo stralci il piano casa». L’associazione Respirare [Medici per l’ambiente] prende spunto dal terremoto per sottolineare che «è insensato voler realizzare opere pericolose come le centrali nucleari in un paese ad alto rischio sismico come l’Italia. Anche per questo è criminale cementificare i suoli ed edificare oltre ogni ragionevole limite, senza tener conto della capacità di carico degli ecosistemi e senza rispettare quelle norme edilizie ed urbanistiche che sole garantiscono – tra l’altro – l’attenuazione dell’impatto dei sismi». Per questo, opere come il mega-aeroporto di Viterbo o l’autostrada Livorno-Civitavecchia, la centrale a carbone di Torvaldaliga Nord o la centrale nucleare a Montalto sarebbero pericolose.
7 aprile 2009 - Il Mattino.it
Appalti, uno striscione di protesta: terremotati, per la casa citofonare Romeo
NAPOLI (7 aprile) - «Offresi casa per terremotati, via Posillipo 21, citofonare Romeo»: è questa la scritta apparsa sullo striscione sorretto dai rappresentanti dei comitati civici per la campagna «Tutti a casa», nel corso di un presidio di protesta a pochi metri dall'abitazione dell'imprenditore Alfredo Romeo a Napoli. Una provocazione accolta da circa cinquanta manifestanti che si sono raccolti davanti all'ingresso di palazzo Donn'Anna. Chiedere al Comune di rescindere i contratti sulla gestione del patrimonio con il Gruppo Romeo, rivedere il processo di dismissione delle case del Comune, lanciare una campagna sul diritto e la dignità nell'abitare: questi gli obiettivi dichiarati dai manifestanti. Fra di loro c'erano gli studenti dell'Onda, il centro sociale Insurgencia, diversi comitati civici e alcuni inquilini della Romeo Gestioni. «Ci siamo mobilitati - ha spiegato Laura Marmorale, una delle organizzatrici della campagna »Tutti a casa« - per porre all'attenzione generale la questione abitativa e l'emergenza casa. Romeo ha acquistato il patrimonio immobiliare del Comune di Napoli e continua a fare i suoi interessi a discapito degli inquilini». I comitati hanno aperto diversi sportelli sulla questione immobiliare per «dare spiegazioni agli inquilini e per fare in modo che sappiano orientarsi fra i cavilli delle lettere a loro recapitate». Ma anche per fare una mappatura dell'emergenza abitativa in città e ascoltare le esigenze dei cittadini. Gli sportelli sono attivi presso il parco San Gennaro nel Rione Sanità, nell'Università Orientale di Napoli, nel centro sociale Insurgentia ai Colli Aminei, e nella sede Rdb. Nel corso della manifestazione, un gruppo di inquilini ha raggiunto l'abitazione di Romeo scandendo slogan contro l'imprenditore.
7 aprile 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca
E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 13 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA
In questo numero:
* Un grande dolore e tanta solidarietà per le vittime del terremoto in Abruzzo
* Territorio trascurato per le grandi opere
* Una Pasqua di dolore per tutti noi del Foglietto
* Caldo in arrivo. Buonuscita congelata?
* Equiparazioni e assunzioni, per il Cra pari sono
* Per Maiani e de Mattei non 1 ma 2 "traduttori"
* Ritenute sulle malattie, si divide per 30 o per 26?
* Arsenio Lupin all'Istat beffa Luigi Biggeri
7 aprile 2009 - Il Secolo XIX
Vigili del Fuoco, 72 ore a testa di soccorso continuo
E’ la loro autonomia prima del ricambio, frutto di un’alta professionalizzazione e abnegazione che supera i momenti difficili e in qualche caso anche i "tagli" che si riflettono sulle dotazioni. Cub e Rsu denunciano però la mancata preallerta dopo le scosse della vigilia e della notte prima del dramma. Nelle zone terremotate sono in 2250 e altri ne arriveranno poi per la seconda fase dei soccorsi e della ricostruzione. La loro figura - una di quelle più amate e considerate dalla popolazione per la loro vicinanza e umanità, modo di essere e di confrontarsi con la gente - è stata elogiata dal presidente del Consiglio Berlusconi che ha sottolineato come, con tutte le altre forze di intervento e di protezione civile, abbiano e stiano lavorando alla grande. Ogni vigile del fuoco che interviene nelle emergenze ha una autonomia personale senza soste di tre giorni di lavoro di soccorso: 72 ore che possono essere senza cambio, sempre sul "pezzo" e, a volte, anche di più. «Sono preparati e professionalmente di alto livello- hanno osservato il ministro Maroni e il presidente Berlusconi - e sono preparati per "fare". Ma sono ammirabili, encomiabili e vanno ringraziati per come lavorano».
7 aprile 2009 - La Repubblica
Una performance senza veli ispirata alle Muse: posano nelle scuole d´arte ma nei bilanci figurano come "materiale didattico"
La protesta delle modelle nude e precarie "Quando non serviamo più ci buttano"
di LAURA MONTANARI
Firenze - C´è chi per protestare va in piazza e chi - come loro - si spoglia dentro una galleria d´arte, si traveste da Venere o da ballerina di Degas, gioca nuda con i veli o si siede su una sedia, occupa una vetrina con un cappio al collo e una vestaglia scollacciata su via dell´Oriolo. In esposizione. Così è più facile accendere i microfoni, spalancare i taccuini: cosa succede, perché siete qui? I modelli (ma soprattutto le modelle) viventi, reduci da anni di contratti precari, lavori a tempo determinato e co.co.co., militanti di accademie, licei e scuole artistiche, hanno messo in scena la loro rabbia e una richiesta: essere stabilizzate, reclutate, avere un futuro meno incerto. La giornata di sciopero a livello nazionale è stata indetta dalle Rdb-Cub. «Il mio corpo serve all´arte, però io figuro nei bilanci delle scuole, un "materiale didattico", è offensivo: il ministero dell´istruzione non può confondere la mia professionalità - spiega Antonella, che da 12 anni naviga in contratti instabili - con la spesa per i gessi o i quaderni nuovi».
Galleria «Art in progress», la gente che passa sul marciapiede guarda in vetrina la modella col cappio al collo, si ferma un attimo e riparte con qualche interrogativo irrisolto scritto in faccia. Chi è? «Una modella vivente, chiede un posto fisso». Le altre, come lei: non sono top model, non devono fare attenzione alla dieta, alle forme perfette, non usano il corpo per sfilare, ma per posare con la bellezza naturale delle imperfezioni, davanti agli studenti: «Mezz´ora in posa, o tre quarti d´ora, pausa e poi si replica, a volte andiamo avanti così 7 o 8 ore. Avete in mente la fatica? L´usura?» si arrabbia Lorella. La paga oraria, dice un´altra, si aggira sui 20 euro netti. I corpi nudi vengono usati come modelli nella pittura e nella scultura figurativa, ore che la riforma taglia: «e poi dal ministero ci dicono che le modelle hanno contratti precari perché devono cambiare spesso». Non si direbbe, però, a giudicare al curriculum di quelle che ieri scioperavano. «Nonostante la legge stabilisca per la maggior parte di questi lavoratori l´assunzione a tempo indeterminato il Miur (ministero istruzione e università) negli ultimi due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione» denuncia Ornella De Zordo (Per Unaltracittà) solidarizzando con la protesta. Questi lavoratori sono circa 200 in Italia, una trentina in Toscana.
Terziario Comdata, presidio davanti a via Fanti
Torino - Sciopero di quattro ore e protesta sotto l´Unione industriale per i lavoratori della Comdata aderenti al sindacato autonomo FlmUniti-Cub. I dipendenti della società di servizi per le imprese terranno un presidio in via Fanti dalle 9, durante l´incontro tra l´azienda e Cgil, Cisl e Uil. La manifestazione è stata indetta, oltre che per lamentare l´esclusione della sigla autonoma dal tavolo delle trattative, per contestare il piano industriale che, secondo indiscrezioni, prevederebbe tra i mille e i 1.500 esuberi, di cui metà in Piemonte (nelle sedi di Torino, Ivrea, Scaramagno e Asti). Durante il presidio verrà distribuito il manuale di "addomesticamento" dei manager, volantino ironico sulle abitudini dei dirigenti.
7 aprile 2009 - Il Manifesto
In Agenda
Lazio. PRECARIATO
Cancellare il precariato per affermare diritti e qualità, reinternalilzzare i servizi e stabilizzare il personale. Assemblea pubblica presso la Sala Tirreno della Regione Lazio, convocata dai sindacati di base RdB-Cub e Cobas con tutto il personale precario ed esternalizzato che opera nelle strutture sanitarie e negli enti regionali, sono invitati Marrazzo, Montino, Morlacco, Tibaldi, Nieri, Canali, Mariani, Battaglia, Peduzzi, Pizzo e D'Amato. Via R.R. Garibaldi 7, ore 9.30
7 aprile 2009 - La Nazione
Firenze. IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà...
di Elettra Gullè
Firenze - IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà della vita quotidiana. È il beffardo destino delle Muse di oggi, i cosiddetti modelli viventi'. Perlopiù donne, posano per gli allievi delle Accademie e dei licei artistici. Ieri hanno scioperato. Ieri a Firenze la protesta ha preso la forma di una performance con omaggi a Botticelli e Degas, ma anche all'arte del mondo antico, - andata in scena alla galleria Art in progress' in via dell'Oriuolo. Un'esibizione di protesta che, come hanno evidenziato le modelle, «non rappresenta però il nostro lavoro, che ci costringe a stare ore e ore ferme, immobili nella stessa posizione, talvolta pure in aule fredde e non perfettamente pulite». Sono una decina i modelli viventi che lavorano a Firenze. Di questi, sette sono impiegati all'Accademia dove, racconta Elena, «capita di stare in posa anche per sei-otto ore al giorno». Certo, le pose sono intervallate da brevi pause. Ma lo stress fisico è enorme. Per non parlare dei dolori e dei crampi. «All'inizio tornavo a casa e piangevo per il dolore», dice Elena. «Scioperiamo per ottenere l'assunzione spiegano le modelle viventi . Il Miur, a differenza di altre amministrazioni pubbliche, non ha utilizzato la possibilità offerta dalle leggi per stabilizzare i lavoratori». Attualmente in questa categoria si trovano tre tipi di inquadramento'. Se le più anziane hanno contratti annuali di collaboratrici scolastiche, peggio va alle giovani. Che si dividono tra co.co.co e prestazioni d'opera occasionali. «Lavoriamo sei-sette mesi l'anno fanno sapere le modelle -. La nostra paga, al netto, è di circa 20 euro l'ora. Ma non include ferie e malattie. E non è previsto alcun sussidio di disoccupazione». Non c'è dunque da stupirsi se riescono a metter su, in capo, all'anno, 8mila euro lordi. Oltretutto, la scure dei tagli ha comportato una drastica riduzione degli orari. «E' poi grave che ai modelli viventi venga negata la specifica professionalità accusa Carmela Bonvino dell'RdB-Cub -. In sede di bilancio sono equiparati al materiale didattico. Corpi da gettare quando diventano vecchi». «Ma noi non siamo veline. Né top model che sfilano si scaldano le modelle -. L'arte non ha età e confini. Il nostro è un lavoro duro, che richiede impegno e disciplina». A fianco dei lavoratori è scesa Ornella De Zordo di Unaltracittà': «Il Miur rispetti gli impegni presi e stabilizzi i modelli viventi, costretti a rimanere precari a vita».
7 aprile 2009 - Il Giornale di Vicenza
VERTENZA. In "ballo" anche molti ausiliari
«Il Comune ora assuma maestre ancora precarie»
Il sindacato RdbCub: «Si possono sistemare molte persone oggi assunte a tempo determinato»
di Anna Madron
Vicenza - Ancora ostacoli, e questa volta di tipo sindacale, nella vertenza per la messa in regola dei lavoratori delle materne comunali.
A febbraio la protesta dei precari rappresentati da RdCub davanti a palazzo Trissino, ora, dopo il pronunciamento favorevole nei confronti delle assunzioni da parte dell'Amministrazione comunale, arriva una una raccolta firme organizzata dai dipendenti assunti a tempo determinato e consegnata al sindaco Variati, al direttore generale e ai dirigenti competenti.
Motivo? «Le assunzioni in ruolo sono possibili aumentando il numero dei posti in pianta organica di insegnante di categoria C ed eliminando altrettanti posti di coordinatore in categoria D, vacanti da anni - spiegano i rappresentanti RdbCub in Comune, Maria Teresa Turetta, Patrizia Cammarata e Ivo Bongiovanni - ma anziché appoggiare questa giusta vertenza, che tutela molte lavoratrici e garantisce continuità educativa al servizio pubblico, alcuni sindacati si sono mezzi di mezzo con l’evidente tentativo di boicottare il buon esito della battaglia sindacale».
«Sembra che l’Amministrazione non abbia alcuna intenzione di bandire concorsi per insegnanti coordinatori in cat D - proseguono i sindacalisti - perché non esiste analoga figura nelle materne statali, tanto meno in scuole materne di altri comuni d’ Italia». RdCub condivide dunque la scelta del Comune e propone che l'istituzione di una figura di referente di scuola materna a rotazione tra il personale.
«Abbiamo inoltre chiesto - aggiungono Turetta, Cammarata e Bongiovanni - che all’insegnante referente venga riconosciuta un’indennità pari ad una mensilità, a seconda delle dimensioni del plesso, come avviene per le materne statali».
La proposta non è stata però bene accolta da altri sindacati «i quali, anziché cercare di tutelare il numero più alto possibile di lavoratori, preferiscono avere un corpo insegnanti con molti precari a vita, mantenendo però in pianta organica alcune figure fisse, inquadrate in categoria superiore, per coordinare le singole scuole».
Di qui l'ennesima protesta e la sottoscrizione per chiedere all'Amministrazione «di assumere in ruolo più precari possibile, sia insegnanti che ausiliari; di trasformare in pianta organica i posti vacanti di coordinatore scuola materna cat. D, in posti di insegnante cat. C; di inquadrare tutto il personale ausiliario nella categoria B1 e di riconoscere economicamente il ruolo di insegnante referente di scuola materna, così come avviene nelle materne statali».
7 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
«Ci usano e ci buttano» Modelli nudi per protesta
di Ivana Zuliani
Firenze - In vetrina una modella con una corda al collo, seminuda, impersona la morte dell’arte. Dentro, rivivono la Venere di Botticelli, la Leda del Correggio, una ballerina di Degas. E’ la performance-protesta (nella foto) che i modelli viventi hanno messo in scena ieri alla galleria rt in progress di Firenze, per lo sciopero nazionale indetto dai sindacati RdB-Cub: una contestazione per chiedere al ministero della Pubblica Istruzione e dell’Università il riconoscimento della loro figura professionale e la stabilizzazione del contratto. I modelli viventi, per lo più donne, sono 200 in tutta Italia, una quindicina a Firenze. Lavorano nelle scuole di pittura e scultura, nelle accademie di belle arti e nei licei artistici, posando per gli studenti. I più anziani sono assunti a termine, anno per anno, con uno stipendio di circa 900 euro mensili. Gli altri hanno contratti Co.co.co. o di prestazione d’opera occasionale e vengono pagati 20 euro l’ora, con i fondi destinati, negli istituti, al materiale didattico. «E come materiale didattico ci trattano: quando non serve più si butta».Tutti sono precari, qualcuno anche da vent’anni.
7 aprile 2009 - City
<big><big>Modelli nudi per protesta</big></big>
<small style="font-weight: normal;">Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. È la protesta scelta ieri da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta”, dicono. La performance si è svolta alla galleria "Art in progress", dietro piazza Duomo: i modelli erano 4 donne, che hanno creato forme nelle opere d'rte, anche senza veli, davanti a circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. "Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano -. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età".</small>
7 aprile 2009 - La Città di Salerno
«Votiamo per l’Ospedale»
Contro il depotenziamento della struttura di Agropoli l’iniziativa di un gruppo di cittadini per le provinciali
Agropoli - «Alle prossime elezioni provinciali sulla scheda elettorale apponiamo la preferenza per il candidato numero 1: l’ospedale di Agropoli». E’ questo l’invito che il comitato sorto su Facebook e successivamente concretizzatosi in un vero e proprio gruppo di cittadini, lancia agli elettori di Agropoli in vista delle imminenti elezioni alla Provincia. L’idea è di Giovanni Basile, praticante avvocato di Agropoli, promotore del comitato al quale hanno aderito moltissime persone. L’iniziativa ha l’obiettivo di sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica su una problematica, quale il potenziamento dell’ospedale di Agropoli e la possibile uscita fuori dalla rete dell’emergenza, che da tempo è al centro di proteste e polemiche ma che, a tutt’oggi, non ha ancora trovato una soluzione. «Per la questione ospedale - afferma Basile - chiediamo a tutti coloro che non si sentono rappresentati di avviare una protesta civile, scrivendo sulla scheda elettorale: Ospedale. Faremmo una campagna di informazione in questo senso attraverso azioni di volantinaggio e attivando una serie di canali con associazioni e cittadini». Quello che ha deluso il comitato «è il fatto che non ci sia stata una vera e propria azione risolutiva sull’ospedale - spiega Basile - ma solo chiacchiere e querelle tra i vari politici che non hanno portato a nulla se non a sterili polemiche. La veritá è che la problematica dal punto di vista politico è stata strumentalizzata». I promotori della singolare protesta invitano alle prossime elezioni provinciali, che si svolgeranno il 6 e il 7 giugno «a non votare per nessun colore politico, nessuna lista e nessun candidato, fino a quando avremo la certezza che l’ospedale civile di Agropoli sia realmente lontano dagli artigli di coloro che intendono ghermirlo per privarci di un nostro diritto, sacro e irrinunciabile». Che sia chiaro, avverte Basile «siamo decisi a difende questo diritto con tutte le forze». Intanto, oggi alle 11, presso il Comune di Agropoli, si svolgerá l’incontro tra il sub-commissario dell’Asl di Salerno, Walter Di Munzio, il sindaco Franco Alfieri, una rappresentanza dei lavoratori, il Comitato civico presieduto da don Bruno Lancuba e le organizzazioni sindacali della Rdb Cub.
7 aprile 2009 - Il Messaggero
Crisi aziendale al Tubettificio internazionale Baratta di Anzio...
di ANTONELLA MOSCA
Crisi aziendale al Tubettificio internazionale Baratta di Anzio, con i 37 dipendenti che rischiano il posto di lavoro. Niente assunzione con la nuova ditta tedesca, la Dussmman, per i 38 addetti alla mensa dell'Istituto per ispettori della Polizia di Stato a Nettuno. Chiusura del negozio di elettrodomestici "Giotto" al centro commerciale "Le Vele" di Nettuno, con 6 dipendenti ignari del loro futuro lavorativo. Così 81 famiglie della zona vivranno una Pasqua con l'angoscia della probabile perdita del posto di lavoro. E, forse, a loro se ne aggiungono altre, con licenziamenti o mancati rinnovi di contratto in piccole ditte o negozi che non "fanno notizia".
A dispetto di chi dice che tutto è sotto controllo, la crisi "morde" anche sul litorale romano. Ieri mattina i 38 addetti alla mensa si sono presentati con cappelli da cuoco in testa, grembiuli e striscioni davanti alla Scuola di Polizia. «Il contratto nazionale servizi - dice Rosaria Concilio della Flaica Udb - prevede che il personale venga assunto dalla ditta subentrante. Ma la Dussmman per 4 volte non ha partecipato alle riunioni sul personale, poi il 30 marzo ha fatto sapere che ci sono molti esuberi». Dall'attuale contratto a tempo indeterminato per 40 ore di lavoro settimanali, i lavoratori di Nettuno si sono sentiti proporre un contratto a tempo determinato, per 13 ore settimanali. Domani ci sarà un incontro alla Regione Lazio sulla vertenza.
Sul Tubettificio di Anzio - già ridimesionato dopo il trasferimento in Polonia della produzione di dentrifrici della Colgate Palmolive - l'allarme viene lanciato dalla Rsu. Un debito di circa 3 milioni di euro su cui le banche hanno improvvisamente chiuso il fido, costringe l'amministratore delegato ad avviare messa in liquidazione dell'azienda, vendita dello stabile e cassa integrazione per i lavoratori. Secondo i sindacati le commesse ci sarebbero, basta avere liquidità e, anche, scelte manageriali più oculate. Anche qui incontro in Regione: il tempo stringe e un eventuale accordo deve essere chiuso entro il 9 maggio. Senza certezze i dipendenti "Giotto": l'azienda ha annunciato la chiusura del negozio a fine aprile, ha dato indicazioni di fare l'inventario del magazzino merci e prospettato la cassa integrazione senza ulteriori chiarimenti. La vertenza si inserisce in quella regionale della catena che prevede 60 dipendenti in cassa integrazione nel Lazio.
6 aprile 2009 - Ansa
<small style="font-weight: bold;"><small><big><big>TERREMOTO: SINDACATI VIGILI FUOCO, UN'EMERGENZA ANNUNCIATA</big></big></small></small>
<small><small>(ANSA) - ROMA, 6 APR - Un'emergenza annunciata ma «nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici». È la denuncia del sindacato di base dei Vigili del Fuoco. Antonio Jiritano del Coordinamento Nazionale RdB CUB VV.F, rileva che da diversi giorni esperti e studiosi «annunciano possibili sismi nel centro del paese, anche i Vigili del Fuoco sono stati in queste settimane interessati da richieste o telefonate ai centralini delle sale operative di notizie in merito». Ma, prosegue Jiritano «tutti hanno fatto orecchie da mercante». E ricorda «alcuni studiosi avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, ma sono stati denunciati per procurato allarme; ora tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo». Da tutta Italia Vigili del Fuoco «stanno partendo con le difficoltà del caso. In questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticando il soccorso alla popolazione, la prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri».</small></small>
LAVORO: MODELLI VIVENTI NUDI A FIRENZE CONTRO PRECARIETÀ
<small><small>(ANSA) - FIRENZE, 6 APR - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell'arte. All' iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell'università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
6 aprile 2009 - Adnkronos
<small><small><big><big>TERREMOTO: RDB CUB, EMERGENZA ANNUNCIATA MA NIENTE PREVENZIONE
</big></big></small></small><small><small>Roma, 6 apr.(Adnkronos) - «Senza un sistema di protezione civile che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese con dentro la macchina organizzativa dei Vigili del Fuoco, il paese dovrà ancora piangere i propri concittadini». È il Coordinamento Nazionale RdB Cub VV.F.a criticare così la mancanza di un'azione di prevenzione da parte degli organi preposti. «Sono giorni che esperti e studiosi annunciano possibili sismi nel centro del paese ma tutti hanno fatto orecchie da mercante, nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici», spiega la nota sindacale. «Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo Nazionale VV.F., orami ridotto a mera presenza nei posti di lavoro perchè sott'organico perenne, si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti», conclude la nota.</small></small>
6 aprile 2009 - Agi
TERREMOTO: CUB VF, DI FRONTE AD ALLARMI NESSUNA PREVENZIONE
<small><small>(AGI) - Milano, 6 apr. - Nessuna attivita' di prevenzione e' stata compiuta nelle zone del terremoto, nonostante, nei giorni scorsi, esperti e studiosi avessero annunciato il disastro. Lo sostengono in una nota le rappresentanze sindacali del Cub dei Vigili del Fuoco, secondo i quali tutti avrebbero fatto "orecchie da mercante" e "nessuno si e' preoccupato di attivare procedure di pre - allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici". "Alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilita' di un terremoto - si legge ancora nel comunicato - sono stati pure denunciati per procurato allarme, ora, dopo il disastro e la morte di povera gente, tutti si interrogano sulle possibili attivita' che potevano essere messe in campo".</small></small>
6 aprile 2009 - Apcom
Sisma Abruzzo/ Rdb-Cub: Emergenza annunciata, non c'è prevenzione
"Nessuno ha attivato procedure di pre-allerta"
Roma, 6 apr. (Apcom) - Il sindacato extraconfederale Rdb-Cub accusa: il sisma in Abruzzo è un'emergenza annunciata. "Nemmeno quando sono annunciate le emergenze c'è prevenzione!", si legge in una nota del coordinamento nazionale Vigili del Fuoco di Rdb-Cub. "Sono notevoli giorni che esperti e studiosi annunciano - si sostiene nel comunicato - possibili sismi nel centro del paese, anche i Vigili del Fuoco sono stati in queste settimane interessati da richieste o telefonate ai centralini delle sale operative di notizie in merito alle attività sismiche del territorio". "Tutti - accusa Rdb-Cub - hanno fatto orecchie da mercante nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici. Alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, sono stati pure denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo". Certamente non si sarebbe fermato il sisma ma indubbiamente - sostiene il sindacato di base - tutte quelle attività di prevenzione e procedure di pre-allarme potevano essere utilizzate sulla zona. Più o meno quello che stà succedendo in queste ora contingenti da tutte le parti d'Italia di Vigili del Fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso, autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, ed organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri". "Ora si ricomincia nuovamente - continua il comunicato del coordinamento Vigili del Fuoco Rdb-Cub - con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo Nazionale VV.F. orami ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sott'organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile - che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese - con dentro la machina organizzativa dei Vigili del Fuoco il paese dovrà ancora piangere i propri concittadini".
6 aprile 2009 - La Stampa.it
<small style="font-weight: bold;">IL SISMA METTE IN GINOCCHIO LA REGIONE</small><big style="font-weight: bold;">
</big>Abruzzo, la rabbia dei Vigili del Fuoco "Nel nostro Paese non c'è prevenzione"<big style="font-weight: bold;">
</big><small style="font-weight: bold;">"In Italia non si interviene nemmeno se le emergenze vengono annunciate"</small>
<small><small>ROMA - Un'emergenza annunciata ma «nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici». È la dura denuncia del sindacato di base dei Vigili del Fuoco. Antonio Jiritano del Coordinamento Nazionale RdB CUB VV.F, rileva che da diversi giorni esperti e studiosi «annunciano possibili sismi nel centro del paese, anche i Vigili del Fuoco sono stati in queste settimane interessati da richieste o telefonate ai centralini delle sale operative di notizie in merito». Ma, prosegue Jiritano «tutti hanno fatto orecchie da mercante». I vigili del fuoco ricordano che «alcuni studiosi avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, ma sono stati denunciati per procurato allarme; ora tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo». Da tutta Italia Vigili del Fuoco «stanno partendo con le difficoltà del caso. In questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticando il soccorso alla popolazione, la prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri».</small></small>
6 aprile 2009 - Politicamentecorretto
VOCI IN CAMPO: prima durante e dopo il Terremoto
<small style="font-style: italic;"><small>di Doriana Goracci</small></small>
<small><small>Del Sisma ne ho scritto stamattina presto, di getto: ma le cifre cambiano, siamo a più di 150 morti, 70 mila gli sfollati, innumerevoli dispersi, più di 1500 feriti, 10.000 edifici danneggiati, interi paesi distrutti. Lo Stato è in campo, con tutta la sua spettacolare Protezione.La Prevenzione per la nostra Sicurezzaha dispiegato le sue forze da altre parti. E ancora innumerevoli volte sto cambiando le maledette cifre, quando appare e leggo Nuova scossa "Una nuova, forte scossa di terremoto, di magnitudo 4.1, e' stata avvertita intorno alle 18.40 all'Aquila: la terra ha tremato per circa tre secondi, proprio mentre era in corso laconferenza stampa della Commissione Grandi
Rischi, che aveva sottolineato come sia impossibile prevedere i terremoti".
SCOSSA SISMICA IN ABRUZZO: Ne scrisse un Volontario sabato 24 gennaio 2009 sul sito protezionecivilefrancavilla: “Stavolta non è un terremoto politico a far tremare la terra abruzzese, ma una scossa sismica e' stata lievemente avvertita dalla popolazione in provincia de L'Aquila. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile precisando che le localita' prossime all'epicentro sono L'Aquila, Scoppito e Pizzoli. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle ore 19.51 di ieri, con una magnitudo di 2.0″. Rainews dichiara "La voce dei testimoni, centinaia di mail sul nostro sito...Gran parte dei commentiriguarda infatti la previsione del terremoto fatta da un tecnico del Laboratorio di Fisicadel Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, che ha sviluppato una tecnica per rilevare le scosse in anticipo di6-24 ore basata sullo studio del comportamento del gas Radon nel terreno. Negli ultimi giorni di marzo Giuliani aveva sostenuto che lo sciame sismico in corso poteva essere il preannuncio di un evento piùforte. Di Giuliani si era detto che "si divertiva" a spargere notizie infondate ed allarme e si erapreso una querela per procurato allarme...Oltre ai messaggi di solidarietà arrivano messaggi centratisulla normativa antisismica, sull'inadeguatezza di gran parte dei nostri edifici, soprattutto nei centri
storici, e anche sul piano casa: c'è chi dice invece di aumentarele cubature dovremmo mettere in sicurezza le case esistenti"."Ho dormito fuori e questo mi ha salvato ma adesso spero tanto che tirino fuori i miei compagni vivi". Non riesce a pensare ad altro, Valerio, studente universitario di Tagliacozzo.
La denuncia della RdB Vigili del fuoco: “Tutti hanno fatto orecchie da mercante, nessuno si è preoccupato di attivare procedure di preallerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici. Alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilità di terremoti sono stati addirittura denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di tanta povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo” denuncia un comunicato delle RdB dei Vigili del Fuoco. Certamente non si sarebbe fermato il sisma ma indubbiamente tutte quelle attività di prevenzione e procedure di preallarme potevano essere utilizzate nella zona. Più o meno quello che sta succedendo in queste ore con contingenti da tutte le parti d'Italia dei vigili del fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso - autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo in una penisola soggetta ai terremoti. Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ormai ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sotto organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate. Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile - che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese - con dentro la macchina organizzativa dei Vigili del Fuoco il Paese dovrà ancora piangere dei propri concittadini.
C'è chi si pone anche questo -Difficile conta delle vittime tra i migranti : “I conteggi dei morti e dei dispersi nel territorio potrebbero subire oscillazioni in aumento, per la presenza di centinaia di immigranti residenti nei centri della cintura aquilana. Macedoni, marocchini, romeni, moldavi, africani da anni sono insediati nei centri storici di Poggio Picenze, Paganica, San Gregorio, Petogna; proprio quelli piu' colpiti dai crolli. “Vicino l'abitazione di mio padre - racconta un giovane della frazione di Paganica - abitava una famiglia dell'Est. La casa e' andata distrutta, ma di loro non ne sappiamo nulla. Spero siano vivi”. Immigrati non integrati e forse anche qualche clandestino potrebbero sfuggire alle stime dei comuni e della Protezione civile. Indispensabile, percio', sara' scavare tra le macerie di tutte le case abitate, lavoro che non potra' essere completato in breve tempo ma che richiedera' almeno alcuni giorni”.
Ho trovato un video della Domenica delle Palme a l' Aquila, l'accompagna un articolo di Abruzzo24ore da cui stralcio: “…In questi giorni di incertezza e spavento, il tradizionale pellegrinaggio acquista a L'Aquila un significato in più, perchè le continue scosse di terremoto che interessano la città invitano a riflettere sulla natura effimera dei beni terreni e delle ricchezze materiali. E' l'ccasione per tanti filistei di guardarsi dentro”.
E ancora dallo stesso sito un altro video “Terremoti, l'attenzione resta alta. Da ieri nessuna scossa”: era il 4 aprile
Lui, Berlusconi in un' intervista che allego, aggiunge:” LASCIAMO DA PARTE LE POLEMICHE”
Provo freddo e rabbia a queste dichiarazioni.
Berlusconi: “Registriamo un numero record di soccorritori . Nessuno sarà lasciato solo”.
Bertolaso: “non era prevedibile una scossa così forte”
Franceschini telefona al premier: “Pronte le sedi del Pd. Di fronte a questo dramma ogni polemica va accantonata”
Sono uscita stamattina in strada, in paese…testimonianze continue di donne e uomini giovani e anziani, casalinghe, negozianti, pensionati, romeni, lavoratori e fannulloni…
Ognuno aveva una gran voglia di dire cosa avesse sentito oppure che non aveva avvertito niente. Ma tutte e tutti, avevano ascoltato radio e tv, dire che c'erano state le scosse, che gli animali erano nervosi…Nell'ultima riunione per il centro storico, il responsabile della Protezione civile, aveva detto che da tempo bisogna tentare prima o poi almeno un'improvvisa evacuazione di Capranica. Siamo su una rupe di tufo, con stabili fatiscenti, edifici abbandonati e nel degrado, soldi della Regione e dell'Europa inghiottiti nel nulla…e le tragedie si susseguono a ritmo serrato, senza lavoro, senza casa, senza permesso, senza speranza…ora di fronte a queste rovine come fossero castelli di carta, chiese e ospedali, civili abitazioni, vecchie e nuove case, la casa dello studente…appare tutta la Precarietà di questa Bottega degli Orrori, la prosopopea, la denuncia di chi denuncia come Giuliani e le infinite segnalazioni allarmate, non allarmistiche. Al sole la luce cadaverica nel senso più profondo e reale delle nostre Istituzioni.
Non è questa la Compagnia che abbiamo invocato, se non della Buona Morte. E chiedono di donare il sangue, come se la partecipazione attiva non abbia fonte naturale. Senza alcuna dignità per le persone, gli animali, le cose, l'Ambiente, la Terra e la nostra comprensione.
Guardiamo da tempo dentro di noi e siamo svuotati, cada il velo dunque. Guardiamo fuori, disposti a ricostruire, non sulle loro Macerie la Nostra Casa.</small></small>
6 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
<big style="font-weight: bold;"><small><small>la performance</small></small>
</big>Nude, modelle e precarie. La protesta di chi si mette in posa<big style="font-weight: bold;">
</big><small style="font-weight: bold;">La performance si è svolta nel cuore di Firenze, con i modelli, che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli</small>
<small><small>Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero ragazzi e ragazze che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «NON SIAMO MATERIALE DIDATTICO» - «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell'arte. All'iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell'università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
6 aprile 2009 - Affari Italiani
<small style="font-weight: bold;">Milano/ Protestano i dipendenti di Palazzo Marino</small><big>
</big>E in consiglio comunale un ex detenuto lancia monete in aula per protesta
<small><small>Milano - Una immagine di "Moratti la terminator dei servizi pubblici" e fantocci appesi a un filo con "emoticon" tristi come faccine, a rappresentare educatrici e scodellatrici. Sono alcuni elementi del presidio di protesta organizzato da Sdl e Rdb Cub del Comune questo pomeriggio in piazza della Scala. Un centinaio di persone, con le bandiere delle sigle sindacali e manifesti hanno portato davanti a palazzo Marino, in occasione del consiglio comunale, tutti i "fronti di protesta" dei dipendenti e operatori del Comune: dalle scodellatrici alle educatrici, dalle case di riposo alle scuole civiche, alle biblioteche, ai servizi cimiteriali. Presente al presidio anche l'assessore all'Istruzione della Provincia, Giansandro Barzaghi: "E' da anni che seguiamo i problemi delle scodellatrici - ha spiegato Barzaghi - anche se non e' di nostra diretta competenza. Sono qui a portare la solidarieta' mia personale innanzitutto per loro perche' e' scandaloso che in una citta' come Milano ci siano lavoratrici pagate 7 euro lordi all'ora e con il diritto di sciopero non garantito. L'amministrazione comunale - ha detto Barzaghi - dia seguito all'ordine del giorno del consiglio comunale a favore delle scodellatrici. E sarebbe doveroso da parte sua controllare la situazione delle diverse cooperative". Tra gli slogan su manifesti e striscioni "togliamo i finanziamenti agli industriali per i ceti popolari", "assunzioni subito per servizi di qualita'", "alla sciura la cultura fa paura", "le scuole civiche non si toccano", "non spogliateci delle nostre speranze". Ha lanciato centinaia di monetine da uno e due centesimi in consiglio comunale, fra i banchi e addosso ai consiglieri in aula per l'appello. E' il gesto di protesta messo in atto da Antonio Santoiemma, ex detenuto, fondatore e presidente della "Associazione di volontariato Sos Carcere e giustizia" e del "Comitato disoccupati milanesi" a palazzo Marino, per protestare "contro il sussidio da fame che il Comune da' a ex detenuti, svantaggiati e disabili". Santoiemma, che lanciando i centesimi ha gridato "date un lavoro invece di abbuffarvi" e' stato subito allontanato dai commessi di palazzo Marino, che hanno provveduto a raccogliere una prima parte delle molte monetine per terra fra i banchi, che stando a Santoiemma ammonterebbero a 250 euro, pari al sussidio del Comune.</small></small>
6 aprile 2009 - Estense.com
<big><small><small>Lettere</small></small>
</big>''Brunetta, giù le mani dal 25 Aprile!''
<small><small>Spett. le Redazione,
Abbiamo appreso dalla stampa che il Ministro Brunetta se ne è uscito con un'ennesima “sparata”. Questa volta contro il 25 Aprile. Una data fondamentale, in cui si celebra la vittoria del popolo in armi sul nazi-fascismo. Una sollevazione che ha ridato pace e libertà all'Italia dopo vent'anni di dittatura. Per Brunetta invece, a quanto leggiamo, questa ricorrenza non è degna di essere ricordata, anzi è addirittura da snobbare, perché, a sentire lui, monopolizzata dai comunisti. Vogliamo ricordare a Brunetta che, se oggi ha, come cittadino, la libertà di affermare una simile discutibile opinione, deve ringraziare coloro che combattendo sono morti perché si arrivasse a quella data che rappresenta, l'esito di una lotta partigiana che ha segnato il più alto tributo di sangue italiano al superamento della estrema malvagità dell'uomo sul proprio simile incarnata, nel XX secolo, dal nazifascismo. Il 25 Aprile non è quindi una data su cui si possa scherzare. Essa segna un margine netto tra chi sosteneva quel regime, responsabile in Italia di orrori come le Fosse Ardeatine, Marzabotto, Boves, il lager di San Sabba, per citarne alcuni, e chi, sostenendo le più svariate fedi politiche e religiose, rischiò la vita per abbattere quell'infame sistema. E tra le migliaia di caduti partigiani, sarebbe bene che il Ministro lo ricordasse, accanto a comunisti, cattolici democratici, azionisti, liberali, c'erano parecchi socialisti! Questo campo politico si chiama antifascismo. Ad esso appartengono valori quali la libertà di espressione, l'uguaglianza, il diritto di sciopero, il voto alle donne, le libertà sindacali ecc. Tutti contenuti nella Costituzione che del 25 Aprile è la figlia legittima e senza il quale non avrebbero mai visto la luce. 25 Aprile e antifascismo sono storicamente sinonimi. Questo è uno di quei casi che, o si sta con i nazi-fascisti o si sta con chi li ha combattuti. Sparate come quella di Brunetta le fa, di solito, infatti, chi rimpiange Mussolini, Hitler e le leggi razziali! Gli antifascisti non si sono mai permessi di dire cose simili, tanto meno i socialisti, visto che Brunetta, a questo punto non si sa se per scherzo, dichiara di essere socialista. Non si può essere antifascisti e mancare di rispetto al 25 Aprile. Ogni individuo può pensarla come vuole. Ma Brunetta non è un individuo qualsiasi. Lui è un Ministro della Repubblica Italiana pagato con i soldi dei contribuenti. Ci domandiamo, come si conciliano tali affermazioni di disprezzo e irrisione del 25 Aprile con il giuramento di fedeltà alla Costituzione, effettuato davanti al Capo dello Stato, visto che la nostra è una Carta dichiaratamente antifascista. Non si conciliano affatto. Un Ministro deve essere antifascista, altrimenti il giuramento prestato è falso! Se Brunetta ha anche solo delle riserve mentali sull'antifascismo, faccia come avverrebbe in Francia, Germania o Inghilterra e in qualsiasi paese democratico, si dimetta!
C.Grabinski- M. Fabbiani - G.Sisini p/la Federazione provinciale RdB/CUB di Ferrara</small></small>
6 aprile 2009 - Città Oggi web
<big><small><small>Un'azienda storica che ha cessato l'attività. Quale futuro per tanti lavoratori?</small></small>
</big>Siglato l'accordo: altri 12 mesi di cassa per i 204 dipendenti della Novaceta
<small style="font-style: italic;"><small>di Graziano Masperi</small></small>
<small><small>Magenta - Il declino inarrestabile della Novaceta ha registrato l'ennesima dolorosa tappa. Lo scorso 2 aprile presso la sede dell'Agenzia Regionale per l'Istruzione, la Formazione ed il Lavoro della Lombardia, alla presenza di Carlo Alberto Balzarini, in qualità di rappresentante della Regione Lombardia si sono incontrati Ciro Favicchia, Marco Fantoni, Libero Grigis (per la Novaceta Srl), Alfonso De Giuli (per la Femca Cisl), Rosario Sergi (per la Filcem Cgil), Daniele Bosotti (per la Uilcem Uil), Massimo Lettieri e Giovanni Cippo (per la Allca Cub), Antonia Pellicola, Antonio Grimaldi, Gian Franco Calabria, Damiano Pallavicini e Giuseppina Blando (per le Rsu). Lo scorso 23 marzo era stato sottoscritto un accordo sindacale con il quale le parti, dopo avere esaminato e discusso le problematiche aziendali, hanno convenuto sul ricorso alla Cigs per crisi aziendale per altri 12 mesi. Accordo raggiunto, sottoscritto da tutte le parti in causa. E così a decorrere dal 5 aprile e per 12 mesi si rinnova la Cigs dell'unità produttiva di Magenta. Cassa che riguarda 204 dipendenti su un organico di 204 unità. Questa mattina nell'azienda magentina si è svolta un'assemblea durante la quale i sindacati hanno spiegato ai lavoratori le questioni tecniche. L'azienda anticiperà il TFR nella misura minima di 700 euro lorde per i soli mesi di aprile e maggio 2009. A questo punto sorge spontanea la domanda: quale sarà il futuro di molti lavoratori in una zona dove non c'è futuro per molte aziende che hanno chiuso o stanno chiudendo?
"E' una questione sulla quale stiamo dibattendo da tempo - ha spiegato Massimo Lettieri della Cub - Aziende storiche, quali la Novaceta, hanno definitivamente cessato l'attività. Come prima cosa abbiamo organizzato una sorta di unione tra tutti i lavoratori precari che sono in condizioni di non poter sostenere le minime spese". Lettieri avvisa che è possibile inviare una mail all'indirizzo precariatomagentino@gmail.com per ottenere informazioni a riguardo. </small></small>
6 aprile 2009 - La Gazzetta di Parma online
La polemica di RdB-Cub dei Vigili del fuoco: "Serviva più prevenzione"
La rappresentanza sindacale RdB-Cub dei Vigili del fuoco apre una polemica, sostenendo che, nonostante ci fossero avvisaglie di un possibile sisma in Abruzzo, non sarebbe stata fatta abbastanza prevenzione. Ecco il comunicato nazionale firmato da Antonio Jiritano:
«Sono notevoli giorni che esperti e studiosi annunciano possibili sismi nel centro del paese, anche i Vigili del Fuoco sono stati in queste settimane interessati da richieste o telefonate ai centralini delle sale operative di notizie in merito alle attività sismiche del territorio. Tutti hanno fatto orecchie da mercante nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici. Alcuni studiosi che avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, sono stati pure denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo. Certamente non si sarebbe fermato il sisma ma indubbiamente tutte quelle attività di prevenzione e procedure di pre-allarme potevano essere utilizzate sulla zona. Più o meno quello che sta succedendo in queste ore contingenti da tutte le parti d'Italia di Vigili del Fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso, autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, ed organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri. Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo Nazionale VV.F. oramai ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sott'organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile - che si preoccupi concretamente delle emergenze del Paese - con dentro la macchina organizzativa dei Vigili del Fuoco il paese dovrà ancora piangere i propri concittadini».
6 aprile 2009 - Sanremo news
Terremoto in Abruzzo: interviene il sindacato dei VVF
"Quello che stà succedendo in queste ora contingenti da tutte le parti d'Italia di Vigili del Fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso, autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, ed organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri". Lo scrive il Sindacato Rdb dei Vigili del Fuoco che prosegue: "Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo Nazionale VV.F. orami ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sott'organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile - che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese - con dentro la machina organizzativa dei Vigili del Fuoco il paese dovrà ancora piangere i propri concittadini".
6 aprile 2009 - Help Consumatori
Sisma in Abruzzo, è stato d'emergenza
Una violenta scossa di terremoto, con epicentro a L'Aquila, ha fatto tremare, intorno alle 3.30 di questa notte, il centro Italia. Il bilancio provvisorio è di 31 morti e decine di migliaia di sfollati
Una violenta scossa di terremoto, di magnitudo 5,8 (8° della scala Mercalli) ha fatto tremare il centro Italia stanotte, intorno alle 3.30. L'epicentro è stato a pochi km dalla città dell'Aquila, nella zona nord, in un triangolo compreso tra la stessa città dell'Aquila e le frazioni di Collimento e Villa Grande. La città più colpita dalla scossa è stata L'Aquila, dove nel centro storico si sono registrati crolli e vittime, ma anche da Paganica sono giunte da subito notizie di crolli e incidenti. Bilancio ancora provvisorio, ma la Protezione Civile prevede fino a 10mila edifici lesionati, decine di migliaia di sfollati, 31 morti, decine i dispersi e migliaia i feriti. Il capo della protezione civile Guido Bertolaso ha spiegato che il sisma "è paragonabile, se non superiore, al terremoto che ha colpito in passato l'Umbria e le Marche. Si tratta di una vicenda che mobiliterà il paese per diverse settimane". Silvio Berlusconi ha firmato il decreto per lo stato d'emergenza e la Protezione Civile potrà disporre "dei fondi messi a disposizione". "Non bisogna partire per recarsi nelle zone colpite dal terremoto - ha detto Berlusconi - Innanzitutto, le strade devono essere libere per non ostacolare i mezzi di soccorso. In secondo luogo si sta ancora accertando lo stato di sicurezza delle stesse strade e di alcuni ponti". Le sezioni operative delle colonne mobili di Lazio, Umbria, Toscana, Campania sono partite immediatamente per i soccorsi, seguite da quelle delle altre regioni. La procedura di emergenza prosegue con l'allerta nazionale dei vigili del fuoco. Alle 6.40 i nuclei di cordinamento del Dipartimento Protezione Civile sono arrivati sul posto; il Capo della Protezione Civile è decollato in elicottero con il vicecapo della polizia e il suo staff, per una ricognizione dall'alto e per coordinare la gestione emergenze dalla sala operativa della Regione Abruzzo, assumendo le funzioni di Commissario dello Stato. "Le operazioni di soccorso in emergenza - si legge in una nota del Ministero dell'Interno - proseguono secondo il piano stabilito: presidio e isolamento immediato di strade ed edifici danneggiati, per consentire ai soccorsi di arrivare nel più breve tempo possibile; perimetraggio delle strutture pubbliche; distribuzione degli aiuti e copertura di tutte le zone danneggiate. In previsione dei disagi delle persone sfollate, vengono previsti i centri di raccolta e accoglienza, mentre all'Aquila si dispone di allestire un ospedale da campo su richiesta della prefettura, per supportare l'ospedale parzialmente evacuato". Guido Bertolaso ha indicato ai referenti istituzionali le linee operative per un intervento efficace: 1. assicurare la viabilità, tenendo sgombra in particolare l'autostrada Roma-L'Aquila per agevolare i soccorsi 2. testare la funzionalità dei servizi di telecomunicazione 3. inviare i tecnici con le apparecchiature di supporto per rendere operativa la sala "dicomac" alla Regione Abruzzo.
Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha comunicato che sta partecipando con i propri rappresentanti al Comitato Operativo per l'Emergenza (EMERCOM) della Protezione Civile. La Croce Rossa è già arrivata nella Regione con il Commissario Straordinario Francesco Rocca e gli ospedali romani sono stati tempestivamente posti in stato di allerta per l'eventuale accoglienza di feriti gravi provenienti dalle zone colpite dal sisma. Alle ore 11, presso la sede del Ministero di Lungotevere Ripa a Roma, è stata convocata l'Unità di crisi presieduta dal Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi. La scorsa settimana la Commissione Grandi Rischi si era riunita all'Aquila, per prevedere, insieme ai tecnici locali e ai più importanti sismologi nazionali, eventuali scosse: la conclusione è stata che non si poteva prevedere quello che sarebbe successo. "Non potevamo evacuare una intera regione senza sapere cosa sarebbe successo" ha affermato Bertolaso.
Secondo il Coordinamento Nazionale Rdb CUB dei Vigili del Fuoco, "tutti hanno fatto orecchie da mercante nessuno si è preoccupato di attivare procedure di pre-allerta sulle zone segnalate da possibili sciami sismici", nonostante nelle ultime settimane numerosi esperti e studiosi avessero annunciato possibili sismi nel centro del paese. "Alcuni studiosi - si legge in un comunicato del Coordinamento Nazionale RdB CUB VV.F - che avevano avanzato la possibilità di un prossimo terremoto, sono stati pure denunciati per procurato allarme, ora dopo il disastro e la morte di povera gente tutti si interrogano sulle possibili attività che potevano essere messe in campo. Certamente non si sarebbe fermato il sisma - continua la nota dei Vigili del Fuoco - ma indubbiamente tutte quelle attività di prevenzione e procedure di pre-allarme potevano essere utilizzate sulla zona. Più o meno quello che stà succedendo in queste ora contingenti da tutte le parti d'Italia di Vigili del Fuoco che stanno partendo con tutte le difficoltà del caso, autostrade intasate o impercorribili, ritardi di organizzazione di colonne mobili, ed organici che devono essere reperiti dalle proprie abitazioni perché in questi anni il problema principale dei Governi è stato quello della sicurezza in generale dimenticandosi del soccorso alla popolazione della prevenzione sul territorio e soprattutto che viviamo su una penisola soggetta a movimenti giornalieri". "Ora si ricomincia nuovamente con la sceneggiata dei volontari sul posto per rappresentare l'efficienza dello Stato in attesa che il personale del Corpo Nazionale VV.F. orami ridotto a mera presenza nei posti di lavoro (sott'organico perenne) si organizzi da tutta Italia e parta per le zone terremotate! Finita la prima emergenza tutto tornerà peggio di prima fino alle prossime morti. Senza un sistema di protezione civile - conclude la nota del Coordinamento Nazionale Rdb CUB VV.F. -che si preoccupi concretamente delle emergenze del paese, con dentro la macchina organizzativa dei Vigili del Fuoco il paese dovrà ancora piangere i propri concittadini".(GA)
6 aprile 2009 - La Repubblica
La protesta. Sciopero nelle materne
Milano - Giornata di sciopero oggi per le educatrici delle scuole materne del Comune che alle 15.30 si ritroveranno davanti a Palazzo Marino per la manifestazione organizzata dai sindacati di base (Rdb e Slai) per protestare contro il nuovo orario e modello educativo proposti dall´amministrazione per il prossimo anno scolastico. Sospendono il lavoro per due ore anche i servizi formativi e le scuole paritarie, i vigili e tutti i dipendenti del Comune.
6 aprile 2009 - Leggo
Milano. Anagrafe, nidi, cimiteri: oggi servizi a rischio...
Milano - Anagrafe, nidi, cimiteri: oggi servizi a rischio e conseguenti disagi per lo sciopero generale dei dipendenti comunali aderenti a Sdl intercategoriale, Rdb Cub e Slai Cobas.
Le modalità di astensione dal lavoro saranno diverse settore per settore: nelle scuole dell'infanzia braccia incrociate per tutta la giornata; all'Anagrafe centrale e nelle delegazioni servizio rallentato o interrotto dalle 13.30 alle 15.30. In agitazione anche i vigili nelle ultime due ore di ogni turno. Dalle biblioteche ai musei ai servizi cimiteriali lo sciopero coinvolgerà le ultime due ore di lavoro. «Protestiamo contro il Comune - spiega Mariangela Saggese dell'Sdl - che prosegue la sua politica di esternalizzazione di servizi e lavoratori, non intende stabilizzare i precari né assumere, non concede aumenti di stipendio e non risolve le vertenze in corso». A chiudere la giornata di mobilitazione dei dipendenti comunali il presidio davanti a Palazzo Marino dalle 15.30. (G.Per./ass)
Firenze. Oggi alle 17.30, in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi...
Firenze - Oggi alle 17.30, in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi indetto dalla Rdb-Cub, alla Galleria "Art in progress" si terrà una protesta-performance. «È una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi è un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista». Ha commentato Antonella Migliorini, del Coordinamento Modelli delle Accademie delle Belle Arti e Licei artistici. «Con questa performance - spiega Migliorini - i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto. Si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto più nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura». La protesta-performance, intitolata "L'età d'ro delle muse", è composta da una mostra di manifesti, curati e creati da Massimo d'Andrea, e dalle performances delle modelle, curate da Franco Bugatti.
6 aprile 2009 - Corriere della Sera
OGGI LA PROTESTA
Sciopero Cub e Cobas Disagi nelle materne
Milano - Possibili disagi, oggi, nelle scuole materne e non gestite dal Comune. Stesso rischio per chi si rivolgerà agli sportelli aperti al pubblico di palazzo Marino. A causa dello sciopero generale indetto da Rdb Cub, Slai Cobas e Sdl, dalle 13.30 alle 15.30, in particolare, all'anagrafe di via Larga e nelle delegazioni decentrate i servizi al pubblico potranno subire rallentamenti e sospensioni.
La protesta riguarda anche la polizia locale.