Pugno di ferro della Lidl di Somaglia contro i lavoratori. L’azienda tedesca vuole ampliare il magazzino e mandare a lavorare più di 150 dipendenti negli altri suoi siti: Novara, Verona, Ravenna. Da 200 a 400 chilometri da fare ogni giorno per due anni. Gratis. Di fatto un licenziamento mascherato. I soliti Cgil-Cisl-Uil chiedono la cassa integrazione, per USB Lodi invece la strada è un’altra: collocare i lavoratori in altri punti vendita della zona, tenendo conto che la maggioranza sono donne in regime di part time. E per chi dovesse mai accettare il pendolarismo, indennità di disagio, attivazione di una navetta e rimodulazione dell’orario di lavoro. Ma l’azienda è sorda. Nega un’assemblea interna, non riconosce la delegata USB in quanto non firmataria del contratto nazionale. E’ l’applicazione dell’accordo del 10 gennaio 2014 sulla rappresentanza sindacale. La troika confederale gongola, USB organizza un presidio. La Lidl minaccia lettere di richiamo.
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