Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Entrate Lombardia

Lombardia - Entrate, Figli di uno Sportello Minore

Milano,

Se pur appena cominciata la gestione dell’emergenza Coronavirus, i primi segnali che registriamo negli uffici dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia sono per l’USB motivo di grande preoccupazione.

In una condizione di emergenza stanno venendo a galla tutte le criticità dei front office accumulate nel corso degli anni.

E così, questi due giorni di apertura dei front office sono stati caratterizzati quasi ovunque da caos organizzativo ed improvvisazione. Alcuni Direttori Provinciali hanno dato disposizioni di buon senso a tutela della salute della collettività, disponendo ad esempio l’ingresso di pochi utenti alla volta (dalle 2 alle 6 persone) e limitando il contatto diretto con l'utenza ai colleghi della prima informazione che poi distribuivano le pratiche ai colleghi del front office In alcune DP, in presenza di postazioni non a norma (perché non rispettata la distanza minima prevista dal Ministero tra utenza e operatore), i colleghi che lo hanno richiesto sono stati esonerati dall'apertura, mentre in altre i Direttori sono arrivati a minacciare addirittura denunce penali e sanzioni disciplinari contro chi si fosse rifiutato di aprire lo sportello (pur in assenza, lo ricordiamo, delle prescrizioni previste dalle ordinanze del Ministero della Salute in tema di adeguatezza delle postazioni, distanze e dpi).

A Lodi (il cui front office, a nostro avviso, doveva essere chiuso senza se e senza ma perché al centro del focolaio), in presenza di poche e inadeguate mascherine solo una collega lunedì ha acconsentito ad aprirlo, mentre oggi, esaurite le mascherine monouso, il front office è stato chiuso (USB ne aveva richiesto l'immediata chiusura già il 23 febbraio con specifica nota). Contingentamenti all’ingresso un po’ovunque, che soprattutto a Milano hanno generato file chilometriche fuori dagli uffici. Negli uffici la cui struttura lo consente si è cercato di areare il più possibile i locali, spesso con scarsi risultati. Le mascherine distribuite erano quasi sempre non idonee (mascherine antipolvere anziché FPP3) e le poche FPP3 presenti, poiché monouso, sono ormai in fase di esaurimento. Ovunque non osservate le prescrizioni sulle sanificazioni degli ambienti. In moltissimi uffici ignorate o impossibili da rispettare le prescrizioni dettate dalle ordinanze ministeriali sulla distanza minima tra utenza e operatore. A quanto ci risulta nessuna delle DP della regione ha provveduto ad effettuare il prescritto aggiornamento del DVR.

Solo il cuore del focolaio ha chiuso fin da lunedì, Codogno (ma grazie alle ordinanze comunali e regionali e dopo un primo diniego della dirigente responsabile). Oggi è stato il turno del front office Lodi. E ci mancherebbe.

Non molto diversa la solfa in tema di attività esterna. In qualche DP viene sospesa, in altre no. Non c’è stata neanche uniformità di trattamento all'interno della stessa Dp, dove magari sono sospesi i contraddittori nell'area controllo ma non all'area legale, o viceversa.

Insomma, fino ad oggi il caos più completo. E proprio per prevenire questo caos ed evitare l’esposizione a rischio di lavoratori ed utenti fin da domenica l’USB aveva richiesto che laddove non vi fossero le condizioni per garantire la tutela delle Lavoratrici e dei Lavoratori, venisse disposta l'immediata chiusura dei front office della regione e la sospensione delle attività esterne.

L’emergenza determinatasi in questi giorni non può essere fronteggiata limitandosi a fornire indicazioni su come lavarsi e asciugarsi le mani, sapone e carta permettendo, naturalmente. Una pedagogia dell’igiene che sa di beffa mentre le forze dell’ordine vengono mandate a presidiare i varchi dei 10 comuni dove si è sviluppato il focolaio e il Governo la butta sul penale.

Viene emanato un Decreto, ai sensi del quale “nei comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio, le autorità competenti sono tenute ad adottare ogni misura di contenimento adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica”.

Ed allora se è vero che la decisione di chiudere gli uffici pubblici non spetta all'Agenzia è invece altrettanto vero che la stessa può decidere, in mancanza delle suddette condizioni a tutela della sicurezza, di chiudere i front office e sospendere le attività esterne, così come fatto a macchia di leopardo sul territorio Lombardo da INPS, INAIL, ACI, Comuni, Commissione Tributaria, Ragioneria dello Stato e Ministeri.

Come è noto ad oggi in Lombardia si registrano 212 casi di infezione in provincia di Lodi, Cremona, Milano, Bergamo, Pavia ed è arrivato in Italia un team dell’Organizzazione Mondiale della sanità per conoscere la diffusione del virus, contenerlo e fare chiarezza sui collegamenti.

L’USB, pertanto, torna a chiedere l’applicazione di misure idonee a garantire il contenimento della diffusione del virus e, di conseguenza la tutela e la sicurezza dei lavoratori e dell’utenza.

Alleghiamo tutte le richieste fatte da USB alle Agenzie Fiscali in Lombardia e al Governo Italiano.

USB PI - Agenzie Fiscali - Esecutivo Regionale Lombardia