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Operaio morto: Genova capofila delle misure urgenti

Genova,

17 aprile 2007 - La Stampa di ALESSANDRA PIERACCI

GENOVA - E’ stata la morte di Enrico Formenti, schiacciato sotto due tonnellate di cellulosa nel Terminal Forest, a far scegliere Genova tra le realtà maggiormente a rischio infortuni per cominciare ad applicare con misure concrete lo spirito del Testo Unico varato che prevede un accordo tra Ministero della Salute, Ministero del Lavoro e Regioni. Dopo Genova sono previsti interventi a Terni e Taranto, dove l’Ilva, come ha detto il il sottosegretario alla Sanità, Gian Paolo Patta, è la maglia nera della siderurgia europea.

L’accordo siglato ieri sera in prefettura, con sindacati, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, appunto il sottosegretario, prevede una collaborazione che porterà a un protocollo d’intesa che consentirà, grazie all’integrazione tra controllori dell’Ap, dell’Asl, dell’Inail e dell’Ispes, di aumentare le ispezioni, quindi la prevenzione, e velocizzare gli interventi di soccorso grazie alla presenza della stessa Asl all’interno del porto, con due autombulanze strategicamente dislocate. Il prossimo passo sarà quello di coinvolgere i terminalisti, nei confronti dei quali la legge prevede sanzioni che possono arrivare sino alla revoca della concessione. La firma del protocollo è prevista il 14 maggio, l’operatività subito dopo.

L’accordo di ieri è stata la conclusione di un’ulteriore giornata di protesta che ha visto Genova bloccata dalle manifestazioni e i collegamenti rallentati da code e intasamenti conseguenti lo sciopero dei lavoratori portuali che non ha consentito le operazioni di scarico e carico dei Tir. A metà mattinata il corteo dei lavoratori portuali dell’assemblea di varco Etiopia e Rdb, con lo striscione «Porto. 30 morti in 10 anni» si è unito alla Stazione marittima con un corteo di studenti delle scuole superiori partito da Caricamento per una manifestazione antifascista e contro legge Fioroni.

A rendere più caotica la situazione, una terza manifestazione in piazza De Ferrari dei lavoratori delle imprese e cooperative di polizia e servizi integrati che protestavano per il mancato rinnovo del contratto di lavoro a due anni dalla scadenza.